L'istruzione che arranca in Sicilia, i dati del 2021 - QdS

L’istruzione che arranca in Sicilia, quasi metà della popolazione non va oltre le scuole medie

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L’istruzione che arranca in Sicilia, quasi metà della popolazione non va oltre le scuole medie

Michele Giuliano  |
domenica 02 Luglio 2023

Il censimento Istat fa emergere come nell’Isola esiste ancora un’alta fetta di bassa scolarizzazione, ma cresce il numero dei laureati a Palermo e Catania.

Una Sicilia spezzata in due, tra chi ha fatto un percorso di studi che lo ha portato alla laurea e oltre, e altrettanta popolazione che ha invece si è fermata ben prima. Questa l’immagine dell’istruzione in Sicilia, che viene fuori dai censimenti permanenti dell’Istat: dal 2011 al 2021, la popolazione isolana, dai 9 anni in su, che ha acquisito un titolo di studio medio alto, diplomati, laureati e con dottorati di ricerca, sono cresciuti moltissimo, passando da circa il 40 a oltre il 50%.

Allo stesso tempo, però, rimane molto alta la percentuale delle persone che hanno un titolo di studio basso: nel 2021 sono circa il 48% con la licenza di scuola media, elementare, gli alfabetizzati senza titolo di studio e gli analfabeti, in diminuzione rispetto al 2011, quando sfioravano il 60%.

Istruzione in Sicilia, quanti sono i laureati

Se si va poi a guardare specificatamente al numero dei laureati, a livello territoriale se ne trovano il 17,2% al Centro, il 15,3% al Nord-ovest, il 14,9% al Nord-est, il 13,8% nel Meridione e il 13% nelle Isole. Le quote più elevate di titoli di studio bassi si rilevano comunque al Sud. Con il 19,1% il Lazio è la regione con l’incidenza più elevata di laureati e di dottori di ricerca (0,8%) a cui si contrappone la Puglia (12,9% e 0,3%), al pari di Valle D’Aosta, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, che si trovano sui gradini più bassi della classifica.

Le differenze spiccano anche all’interno dei diversi territori: i grandi comuni, con più di 250mila residenti, continuano a essere un polo d’attrazione per i più istruiti: la quota di laureati registra un picco (29,1%) a Milano e Bologna, che dal 2011 guadagnano 6 punti percentuali, perché offrono la possibilità di studiare e poi di lavorare, in un tessuto economico e scolastico intrecciato in un circolo virtuoso di crescita.

Palermo e Catania sopra la media nazionale

Più contenute, ma sempre sopra la media nazionale del 15%, le incidenze di laureati a Palermo (17%), Napoli e Catania (15%), che in dieci anni crescono comunque tra i 2,5 e i 3,2 punti percentuali. Nell’isola rimane basso, rispetto ai numeri delle altre regioni e dei grandi Comuni nella penisola, anche il numero di laureati stranieri: solo l’8,3% dei laureati a Palermo è proveniente dall’estero, e appena il 7,5% a Catania; i numeri regionali sono ancora più bassi, e si fermano appena al 7%. Numeri ben più alti si registrano, ad esempio, a Milano, al 17,9%, o a Roma, al 17,7%, o ancora a Bologna, al 17,1%.

Anche in questo caso, nei grandi comuni gli stranieri laureati, così come gli italiani, si attestano sempre su livelli superiori al valore regionale, probabilmente anche in relazione alle maggiori opportunità di occupazioni qualificate che offrono le città rispetto ai piccoli centri, oltre ai percorsi di studio non disponibili ovunque.

Miglioramento comunque importante in istruzione

Non si può comunque non rilevare un miglioramento netto dell’intera popolazione dal punto di vista dell’istruzione: negli ultimi 10 anni diminuiscono sistematicamente gli analfabeti, le persone che sanno leggere e scrivere ma non hanno concluso un corso regolare di studi e quelle con la licenza di scuola elementare e di scuola media.

La quota più significativa di popolazione, pari al 36,3%, è in possesso del diploma, oltre il 5% in più rispetto al 2011. In questi dieci anni, in tutta Italia si sono dimezzati gli analfabeti (dall’1,1% allo 0,5%), sono diminuite le persone che non hanno proseguito gli studi dopo il primo ciclo della scuola primaria e sono aumentati i laureati (dall’11,2% al 15,0%) e i dottori di ricerca (dallo 0,3% allo 0,5%).

Immagine di repertorio

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