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Ius scholae, Marina docet

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Giovanni Pizzo  |
lunedì 26 Agosto 2024

Tajani ha capito. Il cambio di passo e direzione di Marina Berlusconi, impresso con un manifesto dei diritti, che al centrodestra italiano potrebbe risultare esplosivo, era stato chiaro e preciso

Tajani ha capito. Il cambio di passo e direzione di Marina Berlusconi, impresso con un manifesto dei diritti, che al centrodestra italiano potrebbe risultare esplosivo, era stato chiaro e preciso oltre modo. Forza Italia da partito centrista in considerazione dei numeri che ha, non può oggi essere partito di maggioranza relativa, ma diventa potente se si trasforma in ago della bilancia, decidendole le maggioranze. Per fare questo si deve repentinamente togliere le sudditanza fino ad oggi espresse.

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Da qui lo Ius scholae e l’avversione parlamentare e politica all’Autonomia differenziata, che si vedrà in maniera più evidente in fase referendaria. Differenziando dal vecchio progetto del PD, lo Ius soli, i moderati scelgono di scegliere, di non rimanere in questo limbo, in cui le imprese chiedono lavoratori integrabili in un sistema produttivo, sociale, vedi INPS e Inail, e formativo per le competenze richieste. Per uscire dai caporalati, per avere integrazione ci vogliono diritti in cambio di partecipazione al senso di comunità italiana. Per lo sport questo è chiaro da tempo, se no non vinceremmo medaglie, nonostante Vannacci. Il problema vero è un altro, drammatico.

Se facessimo un test invalsi agli italiani, usciti dalla scuola, per dimostrare la loro appartenenza culturale a questo Paese chi lo supererebbe? Di fatto avremo due categorie di italiani, quelli che se lo devono guadagnare, dimostrando competenze linguistiche, storiche, umanistiche, altri che in forza di uno Ius soli ab origine sono praticamente degli analfabeti, vedi i dati sulla dispersione scolastica, o degli analfabeti di ritorno. Se chiedi cosa scrisse Dante o Manzoni, o chi è Mazzini o Crispi, la metà degli italiani farebbero scena muta. Chi avversa lo Ius scholae di fatto vuole uno status quo, in cui è emerso prepotente da anni un diritto regressivo, lo Ius ignorantiae. Che il primo tema di distinguo di un nuovo posizionamento politico di Forza Italia sia cisi dirompente non se l’aspettava nessuno, considerando le caratteristiche da Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore di Tajani, forse s’è ricordato di quando Berlusconi regalava il pamphlet dell’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam. Ma pensiamo che tutto questo sia in linea con la nuova ideologa di FI, Marina Berlusconi, che non a caso è a capo della più grande società editrice del Paese.

E per lettori/elettori che rinunciano a leggere, attratti dall’ignoranza, ci possono è devono essere altri lettori/elettori che ne prendano il posto. Personalmente tra un italiano ignorante per scelta e uno straniero colto per obbligo scelgo socialmente il secondo. Anche gli obblighi, come la scuola dell’obbligo, o la leva obbligatoria che si dovrebbe, magari modificandone anche i compiti, ripristinare, fanno parte della costituence di un popolo. Suggerirei alla proposta di legge di portare però l’obbligo scolastico a 18 anni, per tutti, non solo per gli immigrati.

Perché? Perché questo Paese sta scivolando sull’istruzione, rispetto agli altri Paesi europei, in modo impressionante. Certo che se gli italiani guardano solo GF e Temptation Island, si rischia che i prossimi laureati siano solo stranieri immigrati. Ma se un popolo autoctono, nel Paese più bello e colto del mondo, sceglie la via dell’ignoranza è bene che si estingua.

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