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La battaglia dei Normanni

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La battaglia dei Normanni

Giovanni Pizzo  |
giovedì 10 Novembre 2022

Miccichè, l’ex Signore della Torre Pisana è fuori dalla maggioranza, ora la conta sarà nel partito del vecchio Re Silvio. Ai posteri il responso

I feudatari avanzano con le loro truppe nel palazzo dei Re Normanni. Chi è in doppiopetto con passo sicuro e con uno squadrone di scudieri al seguito, come Edy Tamajo Signore di Mondello, il più votato dell’Assemblea Regionale. Chi speranzoso, seppur giovane, di elezione allo scranno più alto, come Gaetano Galvagno Barone di Paternò. Poi arrivano gli armigeri in cravatta rossa, con la trinacria stampata, insieme al loro capitano di Ventura, Cateno De Luca Conte di Fiumedinisi e feudatario messinese.

Tante sono le nobildonne, fresche di parrucco e in abiti eleganti, come Giusy Savarino e Marianna Caronia, veterane del Reame.

Poi arriva l’ex Signore del Palazzo Reale, Gianfranco Miccichè Principe di Sant’Ambrogio e Visconte di Forza Italia, e qui avviene la prima singolar tenzone, seppur cortese, con il potenziale giovane successore, il citato Galvagno, esponente della casata dei Fratelli d’Italia.

“Pur essendo un amico che stimo non lo posso votare nelle odierne votazioni, poi si vedrà” dichiara davanti ad una torma di scrivani il sardonico Miccichè. Ed è la prima bomba che piomba nel loggiato soprastante la Cappella Palatina, prima dell’ingresso in aula per l’assemblea presieduta, secondo il rito, dall’anziano di turno, Pippo Laccoto Cavaliere di Brolo.

La prima seduta per l’elezione del Presidente risulta nulla, manca il quorum, i cavalieri saggiano le forze in campo, i cavalli nitriscono, i finimenti si tendono. L’accordo non c’è, il parto è podalico. Si va alla seconda, è necessaria la maggioranza semplice dei presenti.

La rottura in maggioranza c’è ma se assiste, come nel caso di La Russa ad un soccorso delle opposizioni, in questo caso giallorosso, come i colori di Cateno De Luca.

Galvagno da Paternò, con 43 voti, è il nuovo Presidente di Palazzo dei Normanni. Un pezzo della maggioranza, i miccicheiani si contano su Assenza, in maniera simbologica per dichiarare che sono assenti nella maggioranza. Il nuovo corso nasce grazie al Conte di Messina ed ai suoi vassalli. Cosa comporterà nei prossimi assetti dell’assemblea e del governo Schifani sarà da capire. Con Cateno tutto è possibile.

Miccichè, l’ex Signore della Torre Pisana è fuori dalla maggioranza, ora la conta sarà nel partito del vecchio Re Silvio. Ai posteri il responso.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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