Nella vicenda delle donne di Matteo Messina Denaro c’è molto del realismo verghiano. In particolare Verga
Nella vicenda delle donne di Matteo Messina Denaro c’è molto del realismo verghiano. In particolare Verga, uno dei giganti del romanzo italiano, intriso fino al midollo di sicilianità, scrisse La Lupa verso la fine dell’800. In questa novella la protagonista era affetta da un desiderio insaziabile ed autodistruttivo. E sembra così per le innumerevoli, sembra, fidanzate del ricercato più famoso d’Europa, apparati di sicurezza immensi lo cercavano in ogni dove, ma non su Tinder o Meetic. Lo avrebbero trovato sicuramente se secondo antichi costumi avessero cherchez la femme, invece di follow the money, che lui nascondeva meglio, visto che non lo hanno ancora trovato.
Queste donne, cercavano il dominio maschile che lui esercitava con presuntuoso narcisismo, fregandosene delle regole mafiose, che seguendo, in questo caso, i dettami sacri aborrivano chi desiderava la donna altrui, in particolare di appartenenti alla consorteria mafiosa. Anche in Sicilia dopo la guerra, con profondi investimenti dello Stato in educazione ed istruzione, la donna si è emancipata da quell’analfabetismo sociale e culturale, che denotava la cifra di arretratezza dell’isola. Ma nonostante ciò due insegnanti, di quelle che sappiamo, non due analfabeti, cercavano il capo branco, come fanno le lupe nell’accoppiamento, il maschio Alfa, che le soggiogasse, le mettesse in competizione tra loro, che le portasse ad una sindrome di Stoccolma trasformandole in affiliate, più che fidanzate. Come Gheddafi, capo libico tribale, aveva le guardie del corpo donne, così l’ultimo dei Capi aveva una pletora di femmine a fargli da addette alla latitanza, certamente non così triste come quella degli altri.
Non era solo seduzione, ovviamente, a volte ci metteva il carico del terrore, come quello che avrà provato una sua fidanzata straniera che aveva dato, forse, corda ad un malcapitato concergie del Paradise Beach di Selinunte che pagò con la vita. Messina Denaro e le donne è sempre stato un connubio indissolubile, a quanto pare, e lo sapevano in molti, ma non gli inquirenti, evidentemente. In caso contrario sarebbe stato facilissimo mettergli delle esche femminee per attirarlo.
La donna in Sicilia da Franca Viola, che rifiutò le cosiddette nozze riparatrici la violenza subita, hanno fatto strada, ma ancora non abbastanza per pensare di essere esenti dalla cultura del patriarcato, o forse meglio del matriarcato a cui si ascrive questo boss differente, circondato da mamme, zie e sorelle premurose ed adoranti. La donna è ancora Lupa in Sicilia, e più la figura antropologicamente maschile arretra, più cercano gli ultimi Alfa, indipendentemente dalla caratura morale o criminale, come in questo caso.