Reazioni a metà strada tra l'indignazione e l'ironia nel rispondere alla provocazione lanciata via social da Don Alì
La Sicilia, e tutto il Sud, rispondo alla minaccia dell’invasione dei Maranza. Reazioni a metà strada tra l’indignazione e l’ironia nel rispondere alla provocazione lanciata via social da Don Alì, colui che si proclama leader dei maranza.
Lungo la penisola, da Bari a Palermo, passando per Cosenza e Catania, le fazioni si sfidano a colpi di meme, rime e duetti musicali, in un gioco virale che fa emergere l’orgoglio per il proprio territorio.
“Non servirà il biglietto di ritorno”
“Venite, vi aspettiamo, ma non vi servirà il biglietto di ritorno”, dicono da Napoli alla Sicilia.. Oggi si giocherà la sfida scudetto tra Napoli e Inter.
La challenge è partita da Torino: la prima tappa è Roma, poi si dirigono a Napoli, da Napoli in Sicilia, in particolare a Catania e Palermo, per poi salire a Reggio Calabria. Il loro obiettivo sarebbe quello di “conquistare” le città per farsi rispettare.
La sfida social
La sfida sui social che fa tremare Napoli e i napoletani. Gruppi di maranza si sono detti pronti a prendersela con le comitive di giovani del Sud. E c’è anche una data: sabato 1° marzo. “Sud preparati, il 1 marzo arriviamo noi e sarà guerra.
Tutti con il Frecciarossa senza biglietto, prima tappa Roma, poi Napoli e Sicilia…Faremo un macello e scapperanno tutti…perché quelli del Sud parlano male di noi del Nord”, uno dei tanti video che in questi giorni stanno affollando TikTok.
Il fenomeno maranza
Vista la portata del fenomeno maranza, il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa – coordinatore provinciale di Napoli e Avellino – ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Decine di giovani e giovanissimi abbigliati come trapper e appartenenti a gruppi di maranza hanno lanciato sui social una sfida al Sud: ‘Il primo marzo invaderemo Napoli… faremo un macello’. Sono questi i messaggi di violenza raccolti in decine di video su TikTok dove si annunciano risse di piazza, fra minacce e avvertimenti rivolti a ragazzi napoletani”.