Albertano da Brescia fu uno di quelli che aprirono la strada a un pensiero che poi sfocerà nella grande opera degli umanisti del Tre e Quattrocento
A cavallo tra il Duecento e il Trecento, l’homo faber italiano, i mercanti e gli artigiani italiani, cioè gli imprenditori italiani, sono quasi sempre persone profondamente religiose, tirano diritti per la loro strada, facendo impresa e ritenendo e affermando, spesso con grande consapevolezza e orgoglio, che la vita activa et negociosa lungi dall’essere fonte di peccato, come sostenevano i portatori della visione ierocratica (non dissimile in fondo, per certi aspetti, da quella nella quale ancora oggi si sta avvolgendo il fondamentalismo islamico), era realizzazione della missione di vita che il Creatore assegna all’uomo.
È a questi uomini d’impresa, oltre che alla tradizione greco-romana alla quale non a caso si riagganciano prima i giuristi (compreso Albertano) e poi gli umanisti, come pure a certi movimenti innovatori all’interno della Chiesa stessa, che l’Italia e la Chiesa devono gratitudine per averle liberate dal fondamentalismo della soffocante visione ierocratica.
Lo spettacolo dell’Italia moderna che nasce in quegli anni e in quei Comuni è, invero, entusiasmante:
“Un formicolio di vita nuova si desta in tutte le terre d’Italia, per assorbire il putrido strame del feudalismo straniero. Lungo i lidi e le marine, ovunque eran porti e difese, i Liguri, Veneti, Toscani, Siciliani, Pugliesi cingean di torri le loro mura ed armavan le loro darsene per lanciare sui mari lontani le loro navi, che ne tornavano cariche delle preziose mercanzie. Per le stesse marine e su per l’ampio corso degli innumerevoli fiumi quelle merci erano poi internate nell’industrie valli del Po, lungo il Tevere e l’Arno e diffuse per le terre e i castelli, ove spacciavansi in cambio dei prodotti del suolo e di nuovo oro, massime per le fiere e i mercati, onde brulicava a quel tempo ogni regione d’Italia”.
Questo straordinario sviluppo ebbe i suoi protagonisti e i suoi cantori, i suoi attori e i suoi pensatori. Albertano da Brescia fu uno di questi, uno dei primi, uno di quelli che aprirono la strada a un pensiero che poi sfocerà nella grande opera degli umanisti del Tre e Quattrocento, e dei mercanti e imprenditori italiani che diventeranno i più importanti del mondo. L’aspetto di Albertano che più ci interessa è proprio il suo approccio al tema della ricchezza, del capitale, dell’accumulazione, del lavoro.
Albertano è un moralista religioso del tutto ortodosso, giurista, teologo, attivamente impegnato contro la diffusione dei catari che a Brescia erano ben presenti; e il clima dominante è quello del contemptus mundi che abbiamo descritto.