I numeri del settore sono stati analizzati all’interno di un report pubblicato da World food travel association e Aite
MILANO – Sempre più centrale il ruolo dell’enogastronomia nel turismo: il 71% delle persone in viaggio vuole vivere esperienze enogastronomiche che siano memorabili, mentre il 59% dei turisti dichiara che le esperienze a tema li aiutano a scegliere tra più destinazioni.
A rivelarlo l’edizione 2020 del “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano”, curato da Roberta Garibaldi (docente universitaria di Tourism management, membro del board della World food travel association e del World gastronomy institute), sotto l’egida della World food travel association e l’Associazione italiana turismo enogastronomico (Aite).
Lo studio offre un quadro completo e rigoroso di un settore del turismo che negli ultimi anni ha evidenziato un continuo trend di crescita. Ben 735 pagine di dati e analisi per delineare sia l’offerta del Sistema Italia, comparato a livello europeo e nazionale, sia il profilo del turista internazionale di Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Messico e Cina.
“Si consolida – ha spiegato Roberta Garibaldi – l’interesse dei turisti verso l’enogastronomia nei Paesi occidentali e sono in forte crescita i turisti enogastronomici in Cina e Messico. Dal 2016 si evidenzia un incremento rispettivamente del +12% e +10%. Il totale di chi ha dichiarato di avere svolto almeno un viaggio con questa motivazione negli ultimi due anni a livello internazionale è pari al 53%. I Millennials guidano il trend tra le generazioni, mentre si affacciano i nuovi ‘super foodie’, i nati della cosiddetta Generazione Z: viaggiatori frequenti che già mostrano un alto interesse verso il cibo”.
È possibile suddividere i turisti in due grandi gruppi. Circa il 50% è costituito da “onnivori”: durante il viaggio desiderano vivere un insieme variegato di esperienze arricchenti e l’enogastronomia, già di per sé multisensoriale, emozionale e culturale, soddisfa al meglio i loro bisogni. Alle esperienze enogastronomiche si abbinano con maggiore probabilità rispetto ai turisti generalisti anche altre attività, ad esempio lo shopping (indicato dall’85% contro il 68% dei turisti generalisti) o i festival musicali (66% contro 45%). Il turista ricerca proposte integrate che abbinano una varietà di esperienze a tema enogastronomico con altre attività culturali e ludiche. I turisti internazionali di tutte le nazionalità mappate si definiscono prevalentemente ‘eclettici’ nella scelta delle esperienze, solo per i francesi prevale il tema dell’autentico, del locale e del gourmet.
Dal confronto con i maggiori competitor europei emerge un quadro positivo per l’Italia, ai vertici in sette degli indicatori considerati: produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, imprese di ristorazione, musei del gusto, birrifici e Città creative Unesco legate all’enogastronomia. Considerando gli ultimi tre anni, sebbene la Francia evidenzi il maggiore incremento in termini assoluti di prodotti agroalimentari a indicazione geografica e di micro-birrifici, e la Spagna di vini a indicazione geografica e imprese di ristorazione, l’Italia mantiene il primato per quanto concerne la crescita di aziende viticole e olivicole, dimostrando quindi un buon dinamismo nonostante la crisi. Inoltre, il nostro Paese risulta avere, dal 2016, il maggior numero di iscrizioni alle liste Unesco dei beni materiali e immateriali legati all’enogastronomia e delle Città creative per la gastronomia.
I competitor diretti presentano però un valore aggiunto nella valorizzazione, attraverso azioni organiche di sviluppo e promozione intraprese a livello nazionale. In Italia, per esempio, si riscontrano lacune di informazioni sia nel sito ufficiale sia nei portali regionali. Una conferma di ciò viene dall’analisi diretta condotta sui tour operator stranieri, che giudicano buona o eccellente la qualità dell’offerta e delle esperienze a tema enogastronomico, mentre minore è la facilità di reperimento delle informazioni e di prenotazione delle medesime.