Manovra 2023, le misure e gli investimenti per il Sud - QdS

Manovra 2023, come andrà per il Sud? Le misure previste e le richieste

Manovra 2023, come andrà per il Sud? Le misure previste e le richieste

Marianna Strano  |
lunedì 12 Dicembre 2022

Dall'autonomia differenziata agli investimenti per le aree industriali: ecco cosa prevede la Manovra 2023 del Governo Meloni per il Mezzogiorno e cosa chiedono le autorità locali.

La Manovra 2023 del Governo Meloni approderà in Aula per il prossimo 20 dicembre, con tutti gli emendamenti approvati e discussi negli scorsi giorni, e tra le misure si prevedono anche degli interventi per il Sud.

Alcune misure, da quelle relative all’autonomia differenziata agli investimenti per le zone industriali strategiche per il Paese, avranno una particolare rilevanza per il Mezzogiorno. E potrebbero essere un’àncora di salvezza o un potenziale problema per le regioni più interessate, a partire dalla Sicilia.

Ecco cosa è previsto, al momento, nella prima manovra del Governo Meloni.

Manovra 2023, le misure che interesseranno maggiormente il Sud

Il cuore della manovra del Governo Meloni sono sicuramente gli interventi contro la crisi e lo shock energetico e il caro bollette, che ha scatenato un’emergenza povertà senza precedenti in Italia. I provvedimenti per calmierare le bollette e i 500 milioni di euro contro il caro carrello, il taglio dell’IVA su alcuni prodotti (come quelli per la prima infanzia) e i sostegni a famiglie e aziende riguardano tutto il Paese. Di certo, però, avranno un effetto particolare sul Sud, dove la povertà e gli effetti della crisi sono più evidenti.

Negli scorsi giorni, la premier Giorgia Meloni ha concordato con il ministro dell’Economia Giorgetti e quello per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Fitto una serie di possibili emendamenti mirati proprio ad aumentare gli aiuti per il Sud nella Manovra del 2023. Si tratta di investimenti per il Mezzogiorno, in particolare per le Z.E.S. (zone economiche speciali) e le Z.L.S. (Zone Logistiche Semplificate).

Tra le misure proposte figurano:

  • la proroga del credito d’imposta per l’acquisto di beni a favore delle strutture produttive di Sicilia, Sardegna, Campania, Puglia Basilicata, Calabria, Molise e Abruzzo;
  • Aiuti, agevolazioni ed esenzioni relative alle imposte di bollo e registro per la “Zona Franca Sisma Centro Italia“;
  • Proroga del credito d’imposta per gli investimenti effettuati in Z.E.S. e Z.L.S. e a favore dello sviluppo di attività e realtà imprenditoriali localizzate nel Mezzogiorno;
  • Riconoscimento del credito d’imposta per le spese relative all’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio nei Centri Agroalimentari presenti nelle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

L’autonomia differenziata

La questione dell’autonomia differenziata è stata al centro dei lavori per la Manovra 2023 e ha suscitato non poche polemiche, soprattutto per i potenziali effetti sul Sud. Si teme una disparità a svantaggio del Mezzogiorno e un aumento del gap Nord-Sud, un divario mai colmato e quasi “strutturale” del Paese.

Su questo punto si sono espressi i governatori di varie regioni da nord a sud. Tra loro anche il vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino, che si è detto pronto a dialogare sulle possibilità offerte da un rinnovamento istituzionale delle autonomie ma sempre con l’obiettivo primario di “tutelare gli interessi della Sicilia e comprendere a fondo cosa porta alla Sicilia l’autonomia differenziata”.

Reddito di cittadinanza, pensioni, bonus

La manovra 2023 prevede delle misure economiche che hanno alimentato il dibattito pubblico soprattutto al Sud, dalla rimodulazione del reddito di cittadinanza alla riforma delle pensioni.

Si prevedono aumenti delle pensioni minime, contributi per chi assume o trasforma contratti a tempo determinato in indeterminato (specialmente per giovani under 36, donne e percettori di reddito di cittadinanza) – secondo la formula “Più assumi, meno paghi – e buoni lavoro.

La misura che ha interessato di più gli italiani (in particolare al Sud, dove il numero di coloro che percepiscono sostegni al reddito è maggiore) è la rimodulazione del reddito di cittadinanza. I percettori ritenuti idonei al lavoro potranno percepirlo per soli 8 mesi nel 2023 e vedranno decaduto il diritto a ottenere il sostegno alla prima offerta di lavoro rifiutata. Non cambierà molto, invece, per coloro che effettivamente non possono lavorare e si trovano in condizioni di difficoltà economica.

La decisione relativa al RdC ha scatenato numerose proteste, in particolare in Sicilia e nel resto del Mezzogiorno, al grido di “Lavoro immediato o il reddito non si tocca”. Solo sull’isola più grande del Mediterraneo, rischierebbero di perdere il sostegno economico più di 200mila persone.

Manovra 2023, la richiesta del “pacchetto Lampedusa”

La preoccupazione principale del Sud, però, rimane quello degli investimenti. Ci sono aree in cui l’emergenza è più evidente e dove l’intervento del Governo Meloni non è solo utile, ma fondamentale per la sopravvivenza sociale ed economica.

Tra queste le aree colpite dalle ondate di maltempo estremo (dalla Sicilia occidentale a Ischia), quelle del centro Italia colpite da tremendi eventi sismici e… Lampedusa. Per la terra spesso al centro della cronaca nazionale per la questione migranti e in prima figlia per l’accoglienza delle persone che attraversano quotidianamente il Mediterraneo, il sindaco Filippo Mannino avrebbe proposto al Governo Meloni un vero e proprio “pacchetto” di provvedimenti e misure a favore dell’isola dell’Agrigentino.

Il “pacchetto Lampedusa“, come spiega Mannino in un intervento-appello pubblicato da Ansa, avrebbe come obiettivo primario l’arrivo di fondi per la gestione del fenomeno migratorio e del disavanzo ereditato dal passato, che rende difficile l’offerta di servizi di qualità ai cittadini e di rendere Lampedusa e Linosa un Comune “come tutti gli altri”.

Fonte immagine: profilo Facebook Giorgia Meloni

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