Importanti cambiamenti in vista del nuovo anno
Con il nuovo testo approvato in Consiglio dei Ministri il Governo Meloni si appresta ad approvare la Manovra 2025, che adesso dovrà affrontare il classico iter parlamentare. Tra le misure più importanti c’è quella del congedo parentale, ovvero l’incentivo che riconosce ai genitori un periodo di astensione facoltativa dal lavoro per prendersi cura del figlio o della figlia nei suoi primi anni di vita. Tuttavia tale opzione non ha riscosso fino ad adesso grande successo tra i lavoratori. Le ragioni sono legate ad una retribuzione bassa per questa opzione, che per la precisione percepiva il 30% del suo stipendio.
Congedo parentale, le novità per il congedo parentale
Proprio in virtù dell’insoddisfazione dei lavoratori per una bassa retribuzione, il governo Meloni sta valutando una vera e propria riforma del congedo parentale con una retribuzione equivalente all’80% per un periodo di tre mesi. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa dedicata alla Legge di Bilancio 2025. Ciò preclude che dall’inizio del 2025 i tre mesi di congedo parentale saranno pagati con l’80% dello stipendio.
Manovra 2025, i requisiti per ottenere il congedo parentale
Allo stato attuale le maggiorazioni per il congedo parentale sono riservate a:
- 1 mese maggiorato all’80% in caso di ritorno al lavoro da un evento di maternità avvenuto dall’1 gennaio al 31 dicembre 2023;
- 2 mesi maggiorati all’80% in caso di ritorno al lavoro da evento di maternità avvenuto dall’1 gennaio al 31 dicembre 2024. Va detto che dal 2025 il secondo mese dovrebbe scendere al 60%, ma non è da escludere che il governo l’abbia mantenuto all’80% con l’ultima manovra.
In entrambi i casi poi la maggiorazione si applica fino ai 6 anni di vita del figlio. Tale schema dovrebbe essere utilizzato anche per il terzo mese di congedo parentale retribuito all’80%. Questo significa che l’agevolazione, sempre fruibile fino ai 6 anni del figlio, è riservata ai genitori nel caso in cui il ritorno al lavoro dal congedo di maternità (o eventualmente paternità) sia avvenuto successivamente al 1° gennaio 2025. Inoltre è altrettanto importante sapere che i tre mesi possono essere fruiti in alternativa dal padre o dalla madre e che è il lavoratore a doverne dare specifica indicazione nel momento in cui se ne fa domanda attraverso l’apposita funzione disponibile nel servizio telematico dell’Inps.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI