Il mondo del lavoro legato alle scuole in Italia vale complessivamente 10 miliardi all’anno. Gli acquisti di cartoleria e cancelleria da parte delle famiglie sono diminuiti del 40%
ROMA – La scuola è stata al centro, in questi mesi, del dibattito legato alla gestione dell’emergenza sanitaria. E se la formazione e la socializzazione dei nostri figli sono argomento primario e imprescindibile, tutto il mercato collegato non è meno importante per le moltissime imprese che ci lavorano.
Il mondo del lavoro della scuola, tra libri, materiale scolastico, cancelleria e corsi pre o extra scolastici, vale complessivamente in Italia 10 miliardi di euro annui, e coinvolge sempre a livello nazionale circa 39.000 imprese e 146.000 addetti. Un business che, tuttavia, è destinato a crollare nel 2020, a causa della crisi legata al Covid. Lo afferma il Codacons, che fornisce oggi numeri, stime e previsioni circa l’andamento del settore nel nostro paese. La scuola, oltre a rappresentare una colonna della nostra società, si concretizza a tutti gli effetti “in un business miliardario, che vede coinvolte cartolibrerie, grande distribuzione, librerie, case editrici – spiega il Codacons – per un giro d’affari, considerati anche i corsi extra-scolastici, pari a 10 miliardi di euro annui per un totale di circa 8,5 milioni di studenti”.
Il settore principale è quello del commercio di cancelleria con 19 mila imprese attive in Italia tra ingrosso e dettaglio, seguito da quello delle librerie, con più di 5 mila imprese: il comparto dei libri scolastici vale circa 700 milioni di euro annui, mentre la spesa per il corredo completo (diari, astucci, zaini, quaderni, ecc…) per un intero anno scolastico raggiunge quota 530 euro a studente, generando un business di circa 5 miliardi di euro. Numeri che tuttavia quest’anno dovranno scontrarsi con l’emergenza Covid: lo stato di incertezza sulla riapertura delle scuole e le difficoltà economiche che interessano milioni di famiglie stanno di fatto rallentando i consumi nel comparto scolastico.
In tutta Italia si registrano cali delle vendite per articoli di cartoleria e cancelleria, con una riduzione degli acquisti da parte delle famiglie del 40% rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche per i libri scolastici il segno è al momento negativo: -30% di spesa su base annua. È come se le famiglie fossero ancora in attesa di una risposta, di una strada da seguire con certezza, spaventate dalla possibilità di un probabile nuovo lockdown. “A causa del Covid il comparto della scuola potrebbe subire un contraccolpo in termini di minori consumi pari a complessivi 3 miliardi di euro rispetto al 2019 – stima il Codacons -. Un quadro che avrebbe effetti sulle piccole imprese del settore, con 7 mila attività a rischio chiusura entro il 2020 e 20 mila posti di lavoro persi”. Il Codancons si era già interessato nei mesi scorsi del tema scuola, contestando la generalizzata confusione che è emersa durante i mesi estivi, quando la riapertura delle scuole era sempre più vicina e nessun piano era ancora stato predisposto o almeno ufficializzato. Sul tavolo, sosteneva nelle ultime settimane di agosto il Codacons, restano tanti, troppi argomenti scottanti: dai dispositivi sanitari necessari per garantire il via libera al rientro a scuola alle ‘classi pollaio’, dal tema della sicurezza degli edifici alle eventuali misure di contenimento di casi di contagio.
“Se è vero che le scuole non vanno solo riaperte – sostiene il Codacons – ma dobbiamo fare in modo che poi non richiudano, come ha scritto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina su Facebook. Il rischio, tangibilissimo, è che poco o nulla sia pronto alla metà di settembre, e che – al solito – disagi, mancanze e rischi per la sicurezza ricadano sulle vittime abituali, gli studenti e il personale scolastico in servizio”.