Medici di famiglia sottoutilizzati - QdS

Medici di famiglia sottoutilizzati

Carlo Alberto Tregua

Medici di famiglia sottoutilizzati

venerdì 15 Dicembre 2023

Concentrarli in strutture multiple

Nonostante i centotrentaquattro miliardi che Governo e Regioni spenderanno quest’anno per la Sanità pubblica, continuano a emergere deficienze strutturali ed organizzative che poi si concretizzano nei lunghissimi tempi di prenotazione degli esami, delle visite e dei trattamenti relativi.

Vi sono problemi organizzativi, per esempio, a causa di un eccessivo numero di personale amministrativo rispetto a quello medico, sanitario e infermieristico. Quest’ultimo dovrebbe essere di gran lunga prevalente, anche perché tutta l’attività amministrativa, se fosse digitalizzata, potrebbe ridurre all’osso il numero degli/delle addetti/e, spostando così le risorse verso quel personale che cura i/le malati/e.

Una seconda questione è che all’interno di tutte le strutture sanitarie non vi sono modelli organizzativi efficienti, tali da ridurre i costi ed aumentare e migliorare i servizi mediante un incremento della produttività. Cos’è la produttività? Semplice: fare più e migliori cose nello stesso tempo.

Anziché operare nella direzione di un taglio sostanzioso delle spese inutili, anziché migliorare l’efficienza dei servizi mediante un’organizzazione professionale, gli incompetenti chiedono più soldi, dimenticando che prima si razionalizza l’esistente e poi si cerca di addizionarvi altre risorse. è evidente che sia più facile procedere per questa seconda strada che non per la prima.
In più, purtroppo, giornali, radio-televisioni, social e altri fanno da grancassa alla richiesta di nuove risorse, trascurando totalmente il miglioramento e l’efficienza dell’esistente.

Chi gestisce le istituzioni, però, dovrebbe avere la competenza di potenziare l’efficienza e tagliare tutto ciò che non serve ad essa. Per fare questo occorrono competenze, ma anche il possesso di requisiti etici che fanno comprendere come l’altruismo debba sempre prevalere sull’egoismo.
Non c’è dubbio che ogni questione materiale dovrebbe essere governata dalle regole morali sempre presenti nella storia dell’umanità, ma che vengono poco osservate perché conviene spesso tirare il lenzuolo dal proprio lato.

I medici di famiglia sono una risorsa formidabile perché a contatto con i/le propri/e assistiti/e quasi tutti i giorni. Però sono utilizzati male perché non raggruppati, non coordinati, non messi nelle condizioni di fare il massimo. Eppure essi costituiscono un alto valore professionale, che andrebbe valorizzato. Per esempio, è idea di alcuni, che vedono lontano, quella di raggruppare i medici di famiglia in strutture multiple. Dieci, venti, trenta studi nei quali vi siano anche le strutture per gli accertamenti come radiografie, ecografie ed altro.

Se vi fosse questo tipo di organizzazione, il medico che prescrive un accertamento potrebbe consentire al malato di farlo quasi subito e tornare da lui col referto, mentre oggi, dovendosi recare presso ospedali che hanno liste di attesa lunghissime, il povero/a assistito/a torna dal suo medico dopo mesi, magari con la malattia che è progredita ed ha creato nefaste conseguenze.

Quest’idea, che potrebbe trasformarsi in progetto – se le aziende sanitarie provinciali funzionassero con modelli organizzativi efficienti – potrebbe valorizzare fortemente i medici di base, anche incentivando i loro compensi in ragione non tanto degli/delle assistiti/e, ma della soddisfazione che questi/e dovrebbero e potrebbero dichiarare anche su apposite piattaforme. Anche in questo caso il merito sarebbe premiato e con esso si migliorerebbe la soddisfazione di tutti/e coloro che hanno guai con la propria salute.

Non sappiamo se questa ipotesi possa venire presa in considerazione dalle strutture sanitarie regionali e provinciali, però scrivendola nessuno potrà dire: “Caspita, non ci avevo pensato!”.
Centotrentaquattro miliardi per la Sanità non sono pochi, per cui non sono giustificate queste lunghissime liste di attesa e neanche questo clamore sulla Sanità cosiddetta privata, cioé quella a pagamento. Da distinguersi, lo scriviamo ancora una volta, dagli ospedali pubblici a conduzione privata, errore nel quale cadono molte persone, che con quanto scriviamo tentiamo di evitare!

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