I recenti fatti di cronaca hanno rilanciato una questione che anche in provincia continua a destare grande preoccupazione. Indispensabile cambiare per evitare nuovi, drammatici, episodi
MESSINA – L’ultimo grave incidente è quello di un paio di settimane fa. Per fortuna l’operaio edile, assunto in nero, rimasto ustionato mentre lavorava, adesso sta meglio, ma resteranno sul suo corpo i segni permanenti delle bruciature. Questo per ricordare come i dati sugli infortuni sul luogo di lavoro restino allarmanti anche in provincia di Messina.
“Ci affidiamo a quelli resi noti dall’Inail – dice al QdS Ivan Tripodi, segretario generale Uil – purtroppo i numeri ufficiali sono un’inezia rispetto a quelli reali. Dopo quest’ultimo incidente avevamo chiesto la convocazione del tavolo prefettizio sulla Sicurezza del lavoro. La Prefettura a onor del vero ci ha contattati subito, ma abbiamo convenuto sull’opportunità di posticipare a dopo le elezioni la riunione per evitare che risultasse alla fine solo una passerella e che si potesse strumentalizzare il grave incidente”.
Il maggior numero di sinistri si verifica nell’edilizia, settore che ha registrato un boom di occupati nell’ultimo anno, con una parte considerevole però senza un contratto regolare. Per fare emergere le varie anomalie si sono intensificate negli ultimi mesi le attività ispettive del Comando provinciale Carabinieri di Messina e dell’Ispettorato del lavoro. Nel primo semestre del 2022, i militari del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro), hanno condotto ispezioni in 31 cantieri attivi di imprese edili dislocati nella provincia e impegnati soprattutto in appalti pubblici, effettuando verifiche su 158 posizioni lavorative.
Per i sindacati, come sottolinea Tripodi, “c’è l’esigenza di approfondire ulteriormente l’attività ispettiva presso i cantieri dell’edilizia privata nei quali si annidano forti criticità, a partire dal lavoro nero”.
Sono state registrate irregolarità in 17 ditte e otto sono state sottoposte alla sospensione temporanea delle attività per gravi violazioni in materia di sicurezza del lavoro. Le irregolarità riguardano principalmente la mancata adozione di misure tecniche e organizzative per evitare pericoli di caduta da impalcature e ponteggi. Oppure la mancata fornitura di dispositivi di protezione individuale, l’inosservanza degli obblighi relativi alla formazione dei dipendenti e alle visite mediche. Per le criticità e le omissioni rilevate a carico dei datori di lavoro e dei vari responsabili della sicurezza, sono state deferite all’autorità giudiziaria 22 persone e comminate sanzioni per oltre 435 mila euro.
“È fondamentale – spiega al QdS Antonio Sidoti, responsabile dello Sportello Sicurezza della Cisl – prevenire e coinvolgere i lavoratori, le aziende, i tecnici che poi dovranno mediare tra le problematiche aziendali e la sicurezza. In questi anni i numeri sono aumentati perché non è stata fatta un’opportuna valutazione della formazione in termini di crescita: oggi purtroppo abbiamo operai che vanno a lavorare senza consapevolezza e contezza, perché abbiamo creato un sistema che è burocratico e dovremmo tornare a fare sicurezza reale nelle aziende. È negativo anche il fatto che gli istituti, gli enti, non dialoghino tra di loro”.
Lo Sportello della Cisl è nato oltre un anno fa ed è al servizio dei lavoratori per orientarli nella migliore gestione della sicurezza, cercando di sensibilizzarli attraverso incontri formativi e seminari. “A ottobre – aggiunge Sidoti – faremo un incontro con i vigili del fuoco perché stanno entrando in vigore nuove norme e faremo formazione anche per le aziende. In programma anche un corso sull’uso del defibrillatore”.
Ma chi sono i lavoratori che si rivolgono allo sportello? “Nel periodo Covid – sottolinea il responsabile – ci sono state molte richieste di chiarimento sui dispositivi. Nel complesso sono i lavoratori metalmeccanici che si rivolgono spesso allo Sportello, ma anche i lavoratori del settore della raccolta dei rifiuti, quindi anche di Messinaservizi. Poche segnalazioni ci vengono dagli edili perché a Messina c’è l’Opt (fatto da datori di lavoro e sindacati), Organismo paritetico territoriale a cui i lavoratori si rivolgono per segnalare problemi specifici del settore. Non sappiamo in realtà cosa faccia in concreto. Noi siamo di supporto anche ai colleghi responsabili della sicurezza che si vogliono aggiornare sulle varie disposizioni. Cerchiamo anche di sensibilizzare sui temi della sicurezza, perché su certi argomenti c’è ancora un limite culturale che bisogna superare”.