Messina, confronto sul futuro dell’area ex Sanderson - QdS

Messina, confronto sul futuro dell’area ex Sanderson

Messina, confronto sul futuro dell’area ex Sanderson

venerdì 06 Gennaio 2023

Cittadini e associazioni hanno chiesto di essere coinvolti nel processo per il risanamento dell’area che ospitava l’industria agrumaria. La Regione siciliana è già pronta a investire 6,5 milioni euro

MESSINA – Sulla destinazione dell’area ex Sanderson bisogna ripartire da un confronto pubblico che coinvolga il territorio. Lo chiedono l’associazione Ionio circolo Arci e la Pro Loco Messina Sud, insieme ad altre associazioni, che hanno scelto la sede della I Municipalità per avviare una serie di dibattiti da dove possano scaturire idee da integrare a quanto gli uffici della Regione hanno già redatto.

Viene chiesto un coordinamento di monitoraggio e progettualità partecipata aperto a cittadini, associazioni, rappresentanti delle istituzioni che valutino le esigenze di un’area nel suo legame con il contesto e le sue memorie e realizzare un documento da presentare alla Regione.

A novembre è stata data notizia del completamento del progetto esecutivo per i lavori di dismissione dell’ex industria agrumaria fondata nel 1895. Gli interventi, per un importo complessivo di 6,5 milioni di euro prevedono opere di bonifica in tutta l’area, demolizioni dei fabbricati che facevano parte dello stabilimento, consolidamento a salvaguardia dei muri di confine. Un progetto che però non convince.

Tante le perplessità emerse durante il confronto a cui erano presenti tra gli altri anche il presidente della I Circoscrizione Alessandro Costa, ma anche la storica Luciana Caminiti, l’ingegnare Marco Mangano e Giuseppe D’Avella di Parliament Watch. “Il progetto depositato alla Regione per la realizzazione di un polo fieristico e congressuale nell’area della ex Sanderson – ha detto Eugenio Enea dell’associazione Ionio – è parso slegato non solo alla storia del vecchio stabilimento, espressione di una certa vocazione agro-industriale della zona Sud, ma anche alle esigenze dei cittadini che vivono il territorio. Riteniamo siano del tutto mancati in fase di progettazione un’analisi dei bisogni e il coinvolgimento della cittadinanza in un processo partecipativo. L’area della ex Sanderson è troppo grande perché abbia un’unica destinazione, destinazione che ci lascia peraltro perplessi, non solo per i costi faraonici, ma anche per la stessa utilità e funzionalità del progetto. Un’idea di fiera sul modello dell’Expo, quale domanda vuole soddisfare, quale offerta locale? Con quale viabilità, se già non ci vuole molto perché la Statale 114 e la via Consolare Valeria, in quel tratto, s’intasino? Il rendering, che ci mostra il porticciolo presso la fiumara di Zafferia in piena, ci restituisce, infine, un’idea approssimativa del territorio, che deve in ogni caso essere integrata”.

La debolezza infrastrutturale della zona Sud è evidente, specie se si considerano anche i lavori per il nuovo porto di Tremestieri bloccati. “Aprire i cancelli – ha aggiunto Ivano Tornesi della Pro Loco Messina – attrezzare l’area con impianti sportivi o teatri per fini sociali, sono idee compatibili con l’esposizione di prodotti tipici come propone il progetto. Bisogna cercare di integrare varie esigenze espresse dal territorio. Riqualificare l’area Sanderson può significare anche raccontare la sua storia dall’interno, preservando alcuni vecchi capannoni”.

È urgente intanto, come è stato ribadito da più parti, partire dalla bonifica di un’area di 70.000 metri quadri all’interno della quale sono stati presumibilmente interrati rifiuti e sversati oli esausti. Altro capitolo tormentato della ex Sanderson. Nel 2015 si parlava di progetti di risanamento del sottosuolo già pronti, predisposti dal Dipartimento Acque e rifiuti dell’assessorato regionale dell’Energia. Ma a frenare era la presenza nell’area di capannoni con tetti in eternit che poneva il problema di un secondo intervento in coordinamento con l’ufficio amianto del Dipartimento regionale della Protezione civile, poi i sequestri.

Nel novembre 2012 la Procura di Messina aprì un’inchiesta sullo stoccaggio di rifiuti per la differenziata. Venne indagato il presidente della Cooperativa Rete Abile che aveva la custodia dei vecchi impianti. Altra inchiesta con apposizione di nuovi sigilli fu quella sullo sversamento di sostanze tossiche nel torrente Zafferia. Un ulteriore dossier venne aperto nel 2013, stavolta sulle operazioni di bonifica effettuate dall’Esa, con la richiesta della Procura di una proroga delle indagini e una decina di indagati.

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