Il presidente di Messina Servizi Bene Comune, Giuseppe Lombardo: “Non si può fermare adesso una gestione che sta funzionando, malgrado gli ostacoli che una minoranza sta ponendo”
MESSINA – Quella rivoluzione culturale che cambia stili e abitudini è lontana dal realizzarsi ma indietro non si torna. Il presidente della Messinaservizi bene comune, Giuseppe Lombardo, parla dei risultati ma anche delle difficoltà nella gestione del porta a porta avviato in modo completo nella prima zona a settembre del 2019.
Mancano ancora poche aree per avere la copertura dell’intera città ma a diciotto mesi di distanza, il dato evidenziato da Lombardo è che si è passati dal 15% di differenziata al 30% di media annuale. Per il 2021 l’obiettivo è raggiungere il 40%. Siamo ancora lontani da quel 65% di cui si sognava all’inizio ma, come ricorda il presidente della partecipata, in mezzo c’è stato un difficile 2020 e ci sono state tutte le difficoltà e resistenze incontrate nell’attuare un piano complesso che funzionerebbe sicuramente meglio se ci fosse più collaborazione, a cominciare dagli amministratori di condominio.
“Non si può adesso fermare una gestione che sta funzionando malgrado gli ostacoli che una minoranza sta ponendo”. A mettere in discussione l’organizzazione del servizio è il Pd con un documento, illustrato da consiglieri comunali e di circoscrizione, alla presenza anche del segretario provinciale Nino Bartolotta, che dovrebbe essere anche da supporto nell’ azione politica del gruppo Pd in aula. Viene chiesta una radicale modifica del servizio di raccolta differenziata con soluzioni innovative, diverse per realtà differenti. In attesa di un cambio di rotta, si suggeriscono soluzioni immediate da adottare. “Abbiamo utilizzato un metodo uguale per tutti perché era impossibile accontentare le esigenze di 4000 condomini. Quello che viene chiesto di modificare attiene alla sfera privata del condominio. La tracciabilità per individuare chi non conferisce correttamente e non pagare così in solido l’eventuale sanzione, – dice Lombardo – deve essere organizzata dagli amministratori”.
“Si fa riferimento alle mini isole ecologiche per quei condomini che non hanno spazi e previste dal regolamento – aggiunge il presidente della partecipata -, ma hanno avuto due anni di tempo per richiederle, per attuarle e verificare se erano compatibili con il tessuto urbano della città. Gli amministratori invece, ma sono una minoranza, ci stanno facendo la guerra impugnando ordinanze e regolamenti, minacciando denunce, non ricevendo i contenitori, invece di attivarsi dentro il condominio per fare funzionare la raccolta”.
Le carenze di spazio per i carrellati si registrano nei condomini del centro e in mancanza delle mini isole ecologiche, l’ordinanza sindacale di dicembre, di cui il Pd chiede la revoca, stabilisce l’assegnazione di un solo carrellato per l’umido e l’uso di sacchetti per la differenziazione, da esporre all’esterno del portone dalle 20 alle 22. Per gli esponenti del Pd questa modalità starebbe creando “notevoli problemi di carattere igienico-sanitario oltre che di decoro urbano, oltre un aumento di costi per l’utenza”. Per Lombardo non si crea alcun problema, il ritiro si effettua dalle 21 e dalle 23 non ci sono più sacchetti per strada. “Non c’è alcun costo aggiuntivo perché gli stessi operatori che prima svuotavano i cassonetti adesso ritirano”.
Altra cosa da sfatare secondo il presidente Msbc è che a Messina la Tari sia la più alta. “Se si fa riferimento al numero degli abitanti la tariffa è in linea con le altre città solo che qui gli utenti registrati pagano anche per chi non risulta. Si era chiesto agli amministratori di condominio di inviare all’ufficio tributi l’anagrafica dei condomini, questo avrebbe fatto venire fuori il sommerso, ma non tutti lo hanno fatto”.
Sulla questione della concessione gratuita del suolo per chi deve mettere fuori dal condominio il carrellato “come faccio a non fare pagare il suolo quando ci sono condomini dove gli spazi comuni sono stati trasformati in parcheggi e si è anche lucrato? Quello che deve preoccupare, ma nessuno ne parla, è che dal primo aprile con la chiusura delle discariche non sappiamo dove conferire quelle 150 tonnellate al giorno di indifferenziata che la città produce”.