Messina, fase di stagnazione per l’imprenditoria locale - QdS

Messina, fase di stagnazione per l’imprenditoria locale

Lina Bruno

Messina, fase di stagnazione per l’imprenditoria locale

giovedì 16 Febbraio 2023

I numeri del 2022 resi noti dalla Camera di Commercio hanno evidenziato come gli effetti devastanti della pandemia non siano ancora del tutto alle spalle. Il commercio rimane tra i settori più colpiti

MESSINA – Un’economia che cresce lentamente e sempre con più difficoltà, con un tasso registrato dello 0,39. Lo dicono i dati elaborati dall’Ufficio Statistica della Camera di Commercio sulle rilevazioni effettuate da Movimprese.

Nel 2022, a fronte di 2.400 nuove iscrizioni (nel 2021, sono state 2.604), sono state denunciate 1.996 cessazioni (nel 2021 sono state 1.943), che hanno portato lo stock complessivo di imprese a 63.875 (63.471 il totale nel 2021). Un saldo positivo di 404 unità, ma nei fatti la consistenza dell’imprenditoria messinese, tra aperture e chiusure, nel 2022 registra un incremento ancor più basso di quello del 2021.

Il “primato negativo” spetta al Commercio: -363 (nel 2021, -309), seguito da Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione: -99 (nel 2021, -76); Attività manifatturiere: -69 (nel 2021, -32). Una difficoltà che riflette una crisi che investe il settore anche a livello nazionale, come ha recentemente rilevato Consesercenti: nel 2022 sono nate solo 22.608 nuove attività, il 20,3% in meno del 2021. Un numero del tutto insufficiente a compensare le oltre 43 mila imprese che hanno abbassato per sempre la saracinesca e che fa chiudere l’anno con un bilancio negativo per oltre 20 mila unità, per una media di oltre due negozi spariti ogni ora.

Il 30% dell’economia messinese è rappresentato dal tessuto produttivo di commercianti e piccole imprese, come sottolineato da Carmelo Picciotto, presidente di Confcommercio: è quella parte di realtà che, a fronte di una crisi di vecchia data, deve essere supportato con unità e azioni condivise. Con questo intento nei mesi scorsi Confcommercio Messina ha avviato una piattaforma che vede insieme istituzioni e operatori del settore presentando all’Amministrazione comunale un documento e una richiesta d’istituzione di tavoli tecnici per la crisi del commercio e per il rilancio del sistema economico da rendere permanenti anche alla luce della situazione debitoria che espone moltissimi esercenti nei confronti del Comune.

Picciotto ha sollecitato ad agire per non perdere neanche una Partita Iva, con un lavoro che vede insieme tutti per far risalire la città e la qualità della vita. L’obiettivo finale è centrare l’obiettivo facendo fronte comune e riorganizzando il sistema distributivo anche con soluzioni innovative.

Massimo Finocchiaro, assessore che ha anche la delega alle Attività produttive, ha assicurato che l’Amministrazione è al fianco del settore sia in modo istituzionale, con la condivisione delle criticità nei diversi tavoli attivati, che con azioni importanti a sostegno. L’esecutivo di Palazzo Zanca confida molto negli eventi, sportivi e musicali per attivare un prezioso indotto di cui potranno beneficiare proprio i comparti in crisi.

Tornando ai numeri, aumenta, secondo i dati dell’Ente camerale, il numero degli addetti 142.533 nel 2022 contro i 135.248 nel 2021. Si rileva un incremento per lo più nell’ambito delle Costruzioni (20.208 contro 18.192 nel 2021), delle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (18.425 contro 16.748 nel 2021), dell’Agricoltura (10.292 contro 9.801 nel 2021). Ma anche sugli occupati, secondo le organizzazioni sindacali, non si può essere troppo ottimisti.

Il settore delle costruzioni ha avuto un incremento con i bonus edilizi e l’avvio delle grandi opere, ma con la difficoltà delle imprese a gestire la cessione dei crediti, molti lavori bloccati e lo stallo nei cantieri – dal porto di Tremestieri alla via Don Blasco – si rischia di perdere i benefici degli ultimi due anni.

“Lo tsunami provocato dalla pandemia – ha spiegato la segretaria generale della Camera di Commercio, Paola Sabella – si è abbattuto su un’economia già statica che evidenzia sempre una sostanziale stasi e una debolezza del tessuto imprenditoriale. Il quadro di quest’anno ricalca quello del precedente. Timidi segnali di ripresa ma, purtroppo, poco significativi. E anche per il 2022, come per il 2021, il notevole contributo dato dalle regioni del Sud alla crescita del tessuto produttivo nazionale non sembra trovare rispondenza nella realtà della nostra provincia, dove ancora sono evidenti gli effetti disastrosi provocati dalla pandemia”.

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