Intervista all’assessore Caruso sulle iniziative pensate per il rilancio dei Forti messinesi, pezzi di storia che se inseriti in un circuito internazionale possono rappresentare un volano turistico
MESSINA – Il tema dei Forti e della loro valorizzazione torna quasi ciclico da oltre vent’anni. Ogni Amministrazione ha la sua ricetta, sembra che si facciano dei passi avanti ma poi, come nel Gioco dell’oca, c’è qualcosa che fa fare dei balzi indietro.
Costante degli ultimi anni è certamente la passione che ci ha messo Enzo Caruso, che da esperto venne chiamato nel 2006 dal sindaco Francantonio Genovese e nel 2019 dal sindaco Cateno De Luca come assessore alla Cultura e proprio alle Fortificazioni.
Il protocollo d’Intesa sottoscritto nella primavera del 2019 sembrava fosse un importante traguardo raggiunto per consentire all’intero Sistema fortificato dello Stretto, che comprende strutture realizzate tra il 1884 e il 1914, di entrare a far parte di un circuito internazionale, con un coordinamento tra Comuni, Università, Soprintendenze, Azienda foreste e le Associazioni messinesi e calabresi che da anni gestiscono, in concessione demaniale, alcune strutture. Poteva essere una svolta per trasformare quel complesso Umbertino in attrattore turistico. I rapporti avviati nel 2003 da Enzo Caruso, referente per l’Area dello Stretto, e Pietrangelo Pettenò, amministratore unico del Gruppo europeo Marco Polo System di Venezia, ratificati con un protocollo d’intesa nel 2007, avevano già portato all’adesione alla Carta di Corfù dei sindaci di Messina, Reggio Calabria, Campo Calabro e Villa San Giovanni e al Network “Forti che Uniscono – Faro per i Forti”. Negli ultimi quattro anni però non è successo nulla di quanto preannunciato.
“Avevamo cominciato a lavorare – spiega Caruso – ma poi la pandemia ci ha bloccati. Ci sono otto Forti gestiti da associazioni e cooperative e quelli sono fruibili. Il Comune ha dei progetti che riguardano i Forti Ogliastri, Schiaffino, Gonzaga e Castellaccio. Bisognerà investire delle risorse per riqualificarli e offrirli alla cittadinanza, ma prima l’Ente dovrà acquisirne la gestione”.
“Stiamo incontrando alcuni problemi – precisa l’assessore – con l’Agenzia del Demanio. Su Forte Ogliastri nel 2006 sono stati investiti un milione duecentomila euro per il restauro e la riqualificazione. Si era iniziato un percorso di valorizzazione che si è poi interrotto con il cambio di Amministrazione; l’esecutivo di Accorinti poi smise di pagare la concessione e adesso per riaverla dobbiamo fare tutta la procedura dall’inizio. Volevamo realizzarvi la sede di un Centro studi ma senza la concessione non possiamo fare interventi, mettere telecamere per esempio. Lo faremo a Forte Cavalli (Parco museo gestito dall’Associazione comunità Zancle nda). Su Forte Schiaffino è stato fatto l’errore di farne la sede di un canile (c’erano circa quattrocento cani) facendo anche delle gabbie in muratura e rovinando parti della struttura. Il Demanio per riprenderlo in gestione vuole che si facciano interventi di ripristino per settantamila euro. A quel punto ci teniamo la concessione e cerchiamo delle risorse per valorizzarlo”.
Forte Gonzaga è destinatario di uno dei progetti di valorizzazione del Comune. Sono disponibili quasi tre milioni e mezzo di euro da fondi Fsc Masterplan, ma anche in questo caso senza la concessione non è possibile procedere con gli investimenti.
E sul protocollo del 2019 che voleva creare un circuito dei Forti del’Area dello Stretto, Caruso afferma: “Vogliamo rilanciare quell’iniziativa e lo faremo a breve. Tra maggio e giugno si terrà un meeting a Messina sul turismo e sarà quella l’occasione per presentare anche il circuito dei Forti”.
Gli otto Forti gestiti dalle associazioni sono fruibili, tutelati dall’abbandono e dal degrado a cui sarebbero destinati se non ci fosse chi se ne occupa, ma manca, come ha specificato Caruso, un’adeguata promozione per inserirli nei pacchetti da offrire ai turisti. Sono delle piccole galassie a se, con delle diverse peculiarità. Forte San Jachiddu per esempio ha una prerogativa nell’educazione ambientale, Forte Cavalli quella storico-museale, Forte San Salvatore è gestito dalla Marina Militare ed è all’interno di un’area storico artistica di rilievo con la Real Cittadella e la Lanterna del Montorsoli. A Forte Petrazza, la Fondazione di Comunità ha dato una connotazione di Parco sociale, l’attività delle cooperative di inserimento lavorativo del Consorzio Sol.E. Recentemente è stato anche realizzato un osservatorio astronomico insieme a un teatro all’aperto e una galleria d’arte, che sarà inaugurata nei prossimi mesi.