Messina, il porto di Tremestieri tra ritardi e fondi carenti - QdS

Messina, il porto di Tremestieri tra ritardi e fondi carenti

Lina Bruno

Messina, il porto di Tremestieri tra ritardi e fondi carenti

venerdì 28 Aprile 2023

La consegna dell’opera era prevista nel 2021, ma intoppi di varia natura hanno lasciato tutto in sospeso. Resta poi il problema delle risorse, perché quelle iniziali non sembrano più sufficienti

MESSINA – Apertura cantieri 2018, consegna prevista dell’opera 2021. Ma esattamente un anno fa i lavori per il nuovo porto di Tremestieri si sono fermati con una realizzazione di solo il 22%. Certo, c’è stata la pandemia, poi la guerra in Ucraina e i prezzi delle materie prime che sono lievitati, ma tutti questi elementi non possono certo giustificare una percentuale di avanzamento dei lavori così bassa.

Nel mezzo, infatti, c’è stato anche l’intoppo progettuale con le variazioni che è stato necessario apportare e alla fine le difficoltà della Nuova Coedemar, che non ha retto economicamente il percorso accidentato che finora ha caratterizzato questa grande opera dalla sua progettazione, finita nel 2009, fino all’aggiudicazione dell’appalto, dopo controversie giudiziarie, nel 2013. La partenza dei lavori però, come detto, è arrivata appena cinque anni dopo e con in mezzo ulteriori contenziosi. Al Tribunale di Venezia si è discusso del Piano di risanamento aziendale presentato dall’impresa di Chioggia per evitare il fallimento. La Nuova Coedemar ha accettato di tentare la cessione del ramo d’azienda siciliano e quindi l’appalto del nuovo porto di Tremestieri. Avrà tempo fino a giugno per arrivare a un accordo, se non riuscisse ci sarebbero gli estremi per una rescissione automatica dal contratto.

Una eventualità che a Palazzo Zanca si cerca di scongiurare perché significherebbe dovere iniziare tutto dall’inizio e aspettare altri anni. Non mancano certo le aziende interessate ad acquisire il contratto della società veneta, dalla Ricciardello Costruzioni al consorzio Medil, impegnato già nella via Don Blasco. Ma il problema aggiuntivo adesso è che i 75 milioni complessivi del costo iniziale previsto, 48 dei quali finanziati dall’Autorità portuale, non bastano più: ne servono circa altri 35 per compensare l’impennata dei prezzi e adeguarli a una progettualità che risale a oltre 15 anni fa. Ma da dove reperirli?

Dalla sottosegretaria Matilde Siracusano era stata avanzata l’ipotesi che quei fondi potessero venire fuori dalla conversione del Decreto sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Per Mario Mega, presidente dell’Autorità di Sistema dello Stretto, il Porto di Tremestieri è un’opera da fare immediatamente a prescindere dai tempi del Ponte, perché è funzionale al Piano regolatore portuale e quindi all’obiettivo di liberare la città dai traffici di attraversamento. L’Authority non può intervenire direttamente perché la stazione appaltante è il Comune, ma ha una responsabilità nei confronti del ministero delle Infrastrutture.

Le risorse dell’Adsp rischiano infatti di essere in parte perse perché sono fondi che dovrebbero essere usati entro la fine del 2023, ha ricordato Mega. Per evitare di perderli, dunque, occorre spenderli e finire il porto. La rilevanza di questa infrastruttura, come lo sviluppo di altre e il ruolo dell’Adsp, è stata evidenziata da Mega durante la sua audizione sulle Disposizioni urgenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto su invito dei Presidenti dell’VIII e IX Commissione della Camera dei Deputati. “Deve essere strutturato – ha affermato – un sistema di collegamento con mezzi marittimi tra la Sicilia e il Continente, integrato alle connessioni stradali, con quello di gestione del Ponte che sia attestato per il traffico pesante tra i porti di Tremestieri (in corso di realizzazione) e quello di Villa San Giovanni, (da delocalizzare a sud dell’attuale) mentre per quello passeggeri si dovrà far riferimento al porto di Messina sul lato siciliano e a quelli di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria sul lato reggino”.

“Questi interventi – ha ribadito Mega – come quelli di integrazione sul sistema delle connessioni viarie, dovrebbero essere individuati come interventi di interesse nazionale prioritario e strategico e come tali dovrebbero beneficiare di appositi finanziamenti e procedure di semplificazione per la rapida attuazione oltre che il coinvolgimento diretto della Adsp dello Stretto in appositi tavoli tecnici di supervisione della progettazione e della realizzazione del Ponte, per evitare disallineamenti nei programmi di infrastrutturazione”.

Per Mega quindi il porto di Tremestieri deve essere considerata un’opera d’interesse prioritario e deve essere quindi finanziata con risorse speciali. Che la stazione appaltante sia il Comune o l’Autorità di Sistema poco cambia. Sulla stessa posizione sembra essere l’Amministrazione comunale, che ha già iniziato un’interlocuzione con il ministero perché assegni i fondi mancanti.

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