Manca la posa di un ultimo tratto di asfalto per ultimare gli interventi di messa in sicurezza, ma si sono già accumulati tre mesi di ritardo. I residenti della zona chiedono risposte celeri
MESSINA – È l’ultima fase dei lavori ma rimane in stand by. Si tratta degli interventi per la messa in sicurezza del torrente Bisconte-Catarratti, che devono concludere con la posa dell’ultimo strato di asfalto sui tre chilometri delle vie Direzione Artiglieria e Comunale. Pochi centimetri di bitume su un’arteria fondamentale per circa cinquemila residenti ci sarebbero già dovuti essere da almeno tre mesi: a settembre si era già pronti a festeggiare, ma ecco gli intoppi, l’ultimo a dicembre legato alla chiusura dell’A20 dopo l’incendio in galleria e l’impossibilità quindi dei mezzi di arrivare con il materiale necessario.
Adesso però l’autostrada è stata riaperta ma il cantiere è ancora fermo e il direttore lavori Antonino Cortese e il Rup Angelo Lucentini hanno scritto una lettera al Consorzio stabile progettisti costruttori e Scs Costruzioni edili: “Oggi, 16 gennaio, nonostante siano venute meno le condizioni che impedivano le lavorazioni di bitumazione della sede stradale (chiusura della galleria Telegrafo), le stesse non sono riprese. Attesa la necessità e urgenza di assicurare il ripristino delle condizioni di sicurezza dei luoghi, si ordina di riprendere immediatamente le lavorazioni sospese, incrementando la produttività al fine di concludere le attività entro la data prevista del primo febbraio 2023”.
Il precedente termine era fissato per il 20 gennaio. “Come se non si parlassero con i responsabili della ditta – dice al Quotidiano di Sicilia il consigliere della III Municipalità, Alessandro Geraci – una lettera formale, ulteriore offesa al nostro territorio, ai messinesi e in particolare ai residenti di Bisconte e Cataratti, che da tre mesi stanno vivendo l’ennesimo disagio”.
“Prima della chiusura dell’A20 – spiega Geraci – c’è stata la diatriba sul tipo di asfalto da utilizzare, secondo il capitolato d’appalto era previsto un asfalto drenante che comportava la chiusura totale della carreggiata e non era possibile perché chi abita a Catarratti sarebbe stato costretto a stare chiuso a casa per una settimana. Alla fine hanno optato per un asfalto ordinario ma prima che si decidesse sono passati quaranta giorni con un rimpallo tra il direttore lavori e l’Amministrazione comunale che ribadiva che doveva decidere la stazione appaltante e cioè l’Ufficio del Commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico. Ancora prima la colpa del fermo è stata della ditta che doveva mettere in posa la fibra”.
“In queste condizioni l’arteria è veramente pericolosa da percorrere – aggiunge Geraci – c’è un primo strato scarificato almeno un centimetro al di sotto di tombini e griglie. Le auto di sera rischiano di incastrarsi in qualche griglia. La Struttura commissariale dovrebbe fare valere le proprie ragioni visto che la ditta è inadempiente e ci sono tempi da rispettare e capitolati da mantenere. Presumo che ci siano delle penali, non ho il contratto di appalto che risale a tre anni fa”.
La Regione aveva stanziato 25 milioni di euro per mettere in sicurezza l’area attraversata da un torrente classificato tra i più a rischio del messinese. “Il grosso dell’intervento – evidenzia il consigliere di circoscrizione – è stato fatto all’interno dell’alveo torrentizio in cui è stata fatta la risagomatura. L’alveo è stato fatto a scalini in modo che l’acqua vada a rompersi in caso di alluvioni. La strada esterna è l’unica di collegamento di due villaggi popolosi di circa cinquemila abitanti ed è anche la strada principale di collegamento con il Centro Neurolesi. Ho denunciato ripetutamente la questione, ma per il potere che abbiamo come Circoscrizione più che scrivere e sollecitare non possiamo fare”.
Ma i disagi per i residenti vanno oltre questa arteria, che prima o poi verrà completata. “Ci sono – conclude Geraci – tutti i gravi danni che hanno subito le abitazioni a ridosso del torrente a causa delle vibrazioni dei martelli pneumatici. Sono state fatte anche delle denunce. Ci sono le fognature posate un metro più in alto rispetto alla conduttura centrale. Il progetto era così e non hanno voluto saperne di modificarlo. Ci sono i marciapiedi fatti non a norma per i disabili e le strade collaterali distrutte dal passaggio dei mezzi pesanti. L’assessore Francesco Caminiti ha detto che tutto quello che la ditta non farà, non previsto in contratto, toccherà al Comune sistemarlo con proprie risorse”.