La nave ha ricevuto l’autorizzazione per valutare casi di vulnerabilità a bordo. Il comandante: "Non posso lasciare il porto"
E’ attraccata al porto di Catania la nave ong Geo Barents di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, con 572 migranti a bordo. L’imbarcazione è entrata in porto a Catania, alle 19.25 sono sbarcate le prime 240 persone, prevalentemente donne e bambini (dalla nave sono al momento scesi 56 migranti minori non accompagnati, 3 donne e 41 componenti di nuclei familiari), le operazioni proseguono proprio in questi minuti. La nave ha ricevuto l’autorizzazione delle autorità italiane per valutare i casi di vulnerabilità a bordo, in corso dunque le ispezioni da parte dell’Usmaf-Ministero della Salute per stabilire chi ha diritto a lasciare l’imbarcazione.
“Un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro – afferma Medici Senza Frontiere -. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo”.
Cresce intanto la tensione per la gestione della Humanity1, il cui comandante ha rifiutato di lasciare lo scalo di Catania, chiedendo di poter fare scendere anche i 35 naufraghi ancora in attesa di una destinazione.
Il comandante: “Non posso lasciare il porto, dobbiamo trovare soluzione”
“Non posso lasciare il porto di Catania, dobbiamo trovare una soluzione qui. Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale”. A dichiararlo Joachim Ebeling, comandante della Humanity 1. “I naufraghi rimasti a bordo – aggiunge – sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. E’ difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi”.
Sos Humanity presenta ricorso al Tar contro provvedimenti governo
Sos Humanity presenta un ricorso al Tar di Roma contro i provvedimenti del Governo perché violerebbero “il diritto internazionale e italiano”. Ad annunciarlo è l’Ong in un comunicato. “Secondo il diritto internazionale – sottolinea Mirka Schäfer, Advocacy officer di Sos Humanity – un’operazione di ricerca e soccorso si conclude con lo sbarco dei sopravvissuti in un luogo sicuro. È illegale consentire lo sbarco solo a pochi eletti sopravvissuti. Inoltre, respingere tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali costituisce una forma di respingimento collettivo e quindi viola sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati”.
Medici senza frontiere: “Sbarcare immediatamente tutti”
“Dopo aver rischiato la vita in mare per fuggire dalla Libia, 572 persone sono rimaste ostaggio di scelte politiche disumane per più di 10 giorni a bordo di una nave, invece di vedersi riconosciuto il diritto a sbarcare in un porto sicuro. Dopo tutto ciò, queste persone devono oggi anche assistere al cinico spettacolo della politica che gioca con le loro vite. Tutti coloro a bordo della Geo Barents devono poter sbarcare immediatamente, per ricevere assistenza e veder riconosciuto il loro diritto a chiedere protezione”. Lo dichiara Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere.
Emergency: “Indignati per gestione della situazione”
“Siamo indignati per questa gestione della situazione: aggiunge altra sofferenza a quella già vissuta dalle persone soccorse e viola la loro dignità, la nostra etica e la legge”. Così in un tweet Emergency che sottolinea come ”i naufraghi a bordo delle navi di soccorso sono dei sopravvissuti. Sono stati salvati in mare dopo aver subito violenze e abusi di ogni genere in Libia’‘. ”La decisione del Governo di far sbarcare solo quelli considerati più vulnerabili tra i superstiti è un’altra gravissima violazione delle norme internazionali perché si configura come un respingimento collettivo, vietato dall’articolo 33 della Convenzione di Ginevra”.