Migranti, la pandemia ha scatenato le partenze dalla Tunisia - QdS

Migranti, la pandemia ha scatenato le partenze dalla Tunisia

redazione web

Migranti, la pandemia ha scatenato le partenze dalla Tunisia

lunedì 03 Agosto 2020

Lo spiega dal suo osservatorio privilegiato di Hammamet il giornalista palermitano Giovanni Chiappisi, "Il flusso migratorio non potrà essere fermato nemmeno con le navi militari. L'Italia è diventato un Paese dove regnano l'odio e la rabbia"

“Il flusso migratorio non potrà essere fermato nemmeno con le navi militari: molti tunisini non riescono più a tirare avanti perché la pandemia ha messo in ginocchio il turismo, che rappresentava il trenta per cento del Pil nazionale, e sono in una condizione di assoluta indigenza”.

A spiegarlo è Giovanni Chiappisi, 66 anni, palermitano, giornalista in pensione, che dal 15 febbraio 2019 risiede ad Hammamet dopo avere percorso, al contrario, con la sua barca a vela, la rotta che ogni giorno centinaia di migranti affrontano partendo dalle coste tunisine verso la Sicilia.

Chiappisi può raccontare da un osservatorio privilegiato il boom di partenze dalla Tunisia, sia perchè conosce molto bene le vicende italiane, che ha seguito per anni come cronista, sia perchè è un testimone oculare di quanto sta accadendo sull’altra sponda del Mediterraneo.

Il giornalista sottolinea che la Tunisia, secondo l’Oms, è stato uno dei cinque Paesi al mondo che ha gestito meglio l’emergenza coronavirus, ma proprio le rigide misure legate al lockdown hanno gettato sul lastrico migliaia e migliaia di persone.

“Per loro la traversata verso l’Italia e l’ingresso in Europa – spiega – rappresenta l’unica chance di salvezza”.

Nel 2012 è andato in pensione e con la liquidazione ha comprato Horus, una splendida barca a vela con la quale ha girovagato in questi anni per il Mediterraneo prima di puntare la prua verso Hammamet, il luogo che evoca l’esilio dorato di Craxi oggi ‘buen retiro’ di un migliaio di pensionati italiani che preferiscono trasferirsi qui per pagare meno tasse.

“E’ vero – ammette Chiappisi – qui si versa solo il 5% di Irpef e con il costo della vita che è un terzo rispetto all’Italia: un pensionato fa la vita da nababbo. Ma io ho deciso di venire in Tunisia perché è un paese che amo: qui la gente ti sorride per strada, sembra di vivere nella Sicilia di quarant’anni fa, quando dicevamo agli stranieri ‘mia casa tua casa’”.

“L’Italia – ha commentato – è diventato un Paese dove regnano l’odio e la rabbia. Non potrei mai più tornare a vivere lì”.

Da cronista Giovanni Chiappisi decise di sperimentare sulla propria pelle il razzismo: si annerì la pelle del viso con del lucido nero, indossò dei panni laceri e come “Vu’ cumprà” cominciò a battere le strade di Palermo, raccontando come venivano trattati i migranti.

Quell’inchiesta gli valse il riconoscimento di “Cronista dell’anno”.

E anche oggi Giovanni continua a battersi come un leone contro ogni forma di pregiudizio: “Sento i commenti alla tv italiana di alcuni politici che bollano i migranti come ‘terroristi, ladri, criminali, infetti’. Certo, ci saranno tra di loro anche dei poco di buono. Ma io ricordo quando andavo all’estero e venivo apostrofato come ‘mafioso’ da parte di chi dimenticava che anche Falcone e Borsellino erano siciliani”.

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