Migranti, Lampedusa, si cercano ancora molti dispersi - QdS

Migranti, Lampedusa, si cercano ancora molti dispersi

redazione web

Migranti, Lampedusa, si cercano ancora molti dispersi

domenica 24 Novembre 2019

Nel naufragio di ieri sera. Le ricerche proseguite per tutta la notte. Stamattina recuperati diversi corpi. Sul molo due mariti disperati. Tra le 149 persone tratte in salvo ieri, tredici donne e tre bambini. Procedura di ricollocamento per Ocean Viking

Sono proseguite per tutta la notte, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Palermo, le ricerche in mare in seguito al naufragio avvenuto ieri sera davanti alle coste di Lampedusa e stamattina sono stati recuperati cinque cadaveri – e non sette come in un primo momento comunicato – tutti di donne.

I primi sono stati portati a braccia sul ripido e scosceso sentiero, di circa quattro chilometri, che collega Cala Galera con la strada.

Le condizioni del mare, molto agitato (nella zona l’allerta meteo è “arancione”) non consentivano alle imbarcazioni della Guardia costiera di avvicinarsi a riva.

La prima salma – si tratta di una donna – è stata recuperata a riva, a Cala Galera, dai militari della Guardia di Finanza.

Anche il secondo cadavere è stato avvistato in spiaggia, ma le onde lo hanno trascinato di nuovo in mare. A ripescarlo è stata la motovedetta Cp300 della Guardia costiera di Lampedusa.

Da ieri in salvo 149 migranti

I 149 migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera, tra i quali tredici donne e tre bambini, hanno riferito che sul barcone vi erano altre venti persone – algerini, tunisini e pakistani – che risultano disperse.

Il naufragio è avvenuto a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli.

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo.

Già da ieri sera il procuratore aggiunto Salvatore Vella sta seguendo sistematicamente l’evolversi del caso e ha gestito prima la complessa macchina dei soccorsi dei naufraghi .

La barca, che non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione alla Guardia Costiera, si è capovolta a causa del mare in tempesta.
Nelle ricerche, ostacolate dal maltempo, sono attualmente impiegati due motovedette e un aereo della Guardia Costiera, una nave e un elicottero della Marina Militare, una motovedetta e un pattugliatore della Guardia di Finanza.

I superstiti hanno raccontato che proprio quando mancava un miglio per arrivare a Lampedusa, il barcone si è capovolto.

L’allarme dato da due pescatori

Sono stati due pescatori ad avvisare la Capitaneria di porto della presenza di un barcone in difficoltà a un miglio dalla costa di Lampedusa, che si è poi capovolto.

Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, questi i nomi dei due lampedusani, hanno dato l’allarme consentendo così l’intervento tempestivo delle motovedette che sono riuscite a trarre in salvo 149 migranti.

“Stavamo passeggiando lungo il tratto di costa che si affaccia su Cala Galera – racconta Stefano Martello – perché i pescherecci sui quali lavoriamo sono fermi a causa del maltempo. Quando abbiamo visto la barca navigare verso il porto abbiamo capito subito che le onde altissime stavano per fare capovolgere l’imbarcazione. Abbiamo chiamato la Capitaneria e le motovedette sono arrivate nel giro di pochi minuti. E’ stata questa tempestività a salvare i migranti che nel frattempo erano caduti in acqua, senza l’intervento immediato delle motovedette sarebbero tutti morti”.

I due mariti disperati sul molo

Ieri sera, sul molo, i naufraghi infreddoliti e con i vestiti fradici attendevano che un pullmino, a gruppi di dieci, li portasse al coperto.

Ma tra loro, che in coda avanzano lentamente verso l’uscita del molo, avvolti nelle coperte termiche, c’erano anche due uomini disperati perché le loro mogli non erano mai arrivate sulla terraferma.

I due uomini, un giovane eritreo e un libico, hanno trascorso la notte a scrutare ogni movimento e prestano l’orecchio a ogni sibilo di motore che arrivasse dal mare. Senza alcun esito.

Mentre le motovedette continuavano le ricerche con raffiche di Libeccio fino a 23 nodi e onde alte, nel buio pesto, un aereo per tutta la notte ha perlustrato l’area e le forze dell’ordine hanno ispezionato la costa nell’ipotesi che qualcuno potesse aver raggiunto l’isola a nuoto.

Il bilancio ufficiale, finora, parla di 149 sopravvissuti, arrivati a un tiro di schioppo dalla meta su una barca di poco più di dieci metri.

Inizialmente si era diffusa la voce che alcuni corpi galleggiassero in acqua, ma si trattava di giubbotti di salvataggio e di oggetti caduti in mare.

I soccorsi sono partiti immediatamente: sei motovedette, tre della Guardia costiera, due della Guardia di finanza e una dei Carabinieri, si sono portati nell’area mettendo in salvo uomini, donne e bambini.
Sul molo è arrivato un solo medico dell’ambulatorio a prestare soccorso ai naufraghi, costretto a fare la spola sull’ambulanza per accompagnare le persone bisognose di assistenza.

Una mano, per fortuna, l’hanno data i colleghi del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta, mentre dopo circa un’ora un altro pullman si è aggiunto all’unico che aveva operato fino a quel momento.

Intanto, poco prima che giungesse la notizia del naufragio, Italia, Germania, Francia e Malta avevano congiuntamente richiesto alla Commissione europea – ed è la prima volta – l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti che si trovano a bordo della Ocean Viking.

La richiesta ha fatto sì che fosse individuato il porto sicuro di sbarco, Messina, mentre giungeva la notizia che la Guardia costiera libica aveva salvato 206 migranti in tre operazioni condotte fra giovedì e oggi a nord e ad est di Tripoli.

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