Migranti, nuovo teatrino di Salvini contro le Ong - QdS

Migranti, nuovo teatrino di Salvini contro le Ong

redazione

Migranti, nuovo teatrino di Salvini contro le Ong

sabato 06 Luglio 2019

L'Axel in emergenza scortata a Lampedusa, ma il capo della Lega "Non scenderanno". Il sindaco Martello, "Ormai è una barzelletta". Orlando, "Sequestro di persona". La Ong chiede acqua potabile e un medico a bordo. Anche la Alan Kurdi è vicino Lampedusa

Nuovo teatrino sui migranti da parte del leader della Lega Nord e ministro dell’interno Matteo Salvini: dopo aver messo in condizione il veliero Alex di Mediterranea di chiedere lo stato di necessità e di venir scortato a Lampedusa, non ha fatto scendere i migranti e ha lasciato anche la nave Alan Kurdi a distanza dopo averle fatto comunicare “il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane”.

Già il sindaco di Palermo Leoluca Orlando parla di “sequestro di persona”, reato per il quale venne chiesta al Senato l’autorizzazione a procedere per Salvini. Allora il M5s salvò il capo della Lega Nord, ma stavolta la vicenda potrebbe andare diversamente.

Di Maio bacchetta Salvini sugli sbarchi fantasma

A parte le opposizioni, infatti, ieri persino il vicepremier Luigi Di Maio, parlando degli sbarchi fantasma, ha ammesso “dobbiamo lavorare sempre a difendere i confini e non solo quando ci sono le ong”.

E oggi Roberto Saviano ha sottolineato che i porti italiani sono chiusi ai migranti e aperti ai criminali e ai trafficanti.

La querelle sul trasferimento a Malta del veliero

La vicenda di Mediterranea – ieri i 54 naufraghi a bordo si sono ridotti a 41 dopo che sono stati fatti scendere tredici tra donne e bambini – dimostra ancora una volta come Salvini tenti sempre, sulla pelle di chi soffre, di ottenere benefici di propaganda.

La prova è nel fatto che il Ministero della Difesa aveva messo a disposizione mezzi della Marina Militare per accompagnare a Malta i migranti a bordo del veliero – di 18 metri e con undici persone di equipaggio -, ma lui non ha dato l’autorizzazione accampando “questioni di principio”.

Da ciò discendeva l’ultima arzigogolata offerta di Salvini alla Alex: affiancarle una nave militare italiana che potrebbe prendere a bordo una parte dei 41 e poi “scortarla” in sicurezza verso Malta.

Dove, sperava probabilmente Salvini, la nave sarebbe stata posta sotto sequestro per via della legislazione più dura sugli interventi delle navi umanitarie.

Mediterranea, “Nemmeno il carico d’acqua dolce richiesto”

Il veliero Alex era dunque fermo al limite delle acque territoriali italiane, a sud di Lampedusa, dopo che ieri è stato raggiunto dai militari della Guardia di finanza che avevano notificato al Comandante il divieto d’ingresso nelle acque italiane.

Un divieto, ha protestato Mediterranea, “illegittimo perché non può applicarsi a una nave che ha effettuato una operazione di soccorso e perché non può essere vietato a una bandiera italiana ingresso nelle acque del proprio Paese”.

La strategia di mettere in difficoltà le Ong

Così come per la Sea Watch, la strategia del titolare del Viminale sembra essere quella di mettere in difficoltà le Ong sperando nell’incidente. Per fortuna nessuno ha perso la calma, anche se sono state denunciate condizioni indegne di un Paese civile.

“Abbiamo accettato Malta – ha detto stamattina Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans – come porto sicuro da tempo, pur nella consapevolezza dell’assurdità di non permettere lo sbarco nel porto sicuro più vicino di Lampedusa”.

“Da italiani non vogliamo essere sottoposti al regime di Malta”

La Ong, all’ultima proposta salviniana, ha risposto chiedendo “delle garanzie per la sicurezza dei naufraghi e per la nostra, tra le quali quella di navigare con a bordo solo con 18 persone equipaggio incluso”, che è il massimo di portata della barca, e “di potere sbarcare le poche persone migranti che avremmo così a bordo al limite delle acque territoriali maltesi”, perché “da italiani non vogliamo essere sottoposti al regime di un paese straniero che in passato ha sequestrato le navi della società civile senza alcuna procedura di trasparenza”.

E ha concluso: “In queste condizioni andare a Malta mette a rischio sicurezza e incolumità persone. Lampedusa ora è il solo porto sicuro possibile”.

L’acqua che manca e le condizioni igieniche

“Per tutti noi – ha poi spiegato Alessandra Sciurba – le condizioni igienico sanitarie sono ormai al collasso e non ci è stato nemmeno fatto un carico di acqua dolce come richiesto”.

Da qui la decisione di chiedere lo stato di necessità e attraccare a Lampedusa, scortata dalle motovedette di Guardia Costiera e Finanza.

E l’ira di Salvini che ha negato la circostanza del rifiuto di consegnare acqua potabile e ha detto che i migranti dovranno rimanere sulla nave.

Sulla banchina di Lampedusa scene pietose

Stremati, senza acqua, disidratati, a bordo di un veliero con servizi igienici inservibili: c’è stato chi, all’attracco, ha pianto, stremato dall’ansia, dal caldo e dall’attesa.

“Non avevamo altra scelta. Siamo stremati ma felici di aver portato in salvo queste persone. Non ci sono porti chiusi per l’umanità”, ha esclamato Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans.

Ma le tribolazioni per i migranti non sono terminate, il ministro dell’Interno Salvini non ha autorizzato lo sbarco delle persone a bordo.

“Chiediamo dell’acqua potabile e la presenza immediata di un medico a bordo perchè c’è una emergenza sanitaria. Ci sono casi di scabbia e persone che devono andare subito in bagno”, ha detto Erasmo Palazzotto, parlamentare di Leu e capo missione di Mediterranea Saving Humans, conversando in banchina con un funzionario.

E alla fine il medico, una donna, è arrivato. E con lei i rappresentanti siciliani della Lega Nord, carichi di bandiere, slogan e insulti. Ma lampedusani e turisti reagiscono: “vergognatevi!”.

Alan Kurdi, “Non temiamo Salvini, in Germania disposti ad accogliere”

“Con 65 persone soccorse a bordo ci stiamo dirigendo verso Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell’interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo. Comunque in Germania più di 70 città sono disposte ad accogliere le persone salvate. Abbiamo urgente bisogno di un porto sicuro”.

Lo ha scritto Sea Eye, la Ong proprietaria della nave Alan Kurdi, in un tweet, indicando la rotta del natante dopo l’intervento di soccorso di 65 persone in zona sar libica di ieri

Appresa la notizia, Salvini si era affrettato ieri a scrivere al collega Horst Seehofer: “se ne occupi la Germania, non verranno in Italia”.

Oggi la nave è stata raggiunta dai militari della Guardia di finanza che le hanno notificato il divieto d’ingresso nelle acque italiane firmato nella notte da Salvini e dai colleghi di Difesa e Trasporti.

Alan Kurdi, un nome che colpisce la cattiva coscienza

Il nome della nave colpisce la cattiva coscienza dei tanti, troppi, italiani, che continuano a distogliere lo sguardo da quanto sta avvenendo nel Mediterraneo.

E’ stata battezzata infatti con il nome del bambino siriano di tre anni morto annegato e ritrovato su una spiaggia turca il 2 settembre del 2015.

Un’immagine che chiunque possegga ancora un briciolo di umanità ha stampata a fuoco nell’animo.

Nuovo lavoro per i magistrati e i governi

Salvini, il giorno dell’arresto della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, aveva lanciato un avvertimento, con il consueto linguaggio basico e colmo di luoghi comuni, per indicare cosa sarebbe toccato alle organizzazioni umanitarie: “ong avvisate, mezze salvate: maxi multa, sequestro dell’imbarcazione, divieto dell’ingresso nelle acque territoriali e – in caso di disubbidienza – arresto”.

Poi però, sfortunatamente per lui, sono arrivate la decisione del gip di Agrigento che non ha convalidato l’arresto della Capitana Carola e soprattutto la pioggia di critiche al cosiddetto Decreto sicurezza bis alle commissioni della Camera.

La situazione ha dato nuovo vigore alle ong che in questi giorni sono in piena attività nel Mediterraneo centrale.

Lega e M5s non percorrono la soluzione europea

E’ prevedibile altro lavoro per procure e governi, ma la soluzione europea – ossia quel trattato di Dublino da rivedere del quale ha parlato il neopresidente del Parlamento Ue David Sassoli – è l’unica strada maestra.

Eppure Lega Nord e M5s hanno disertato tutte le riunioni.

Un’altra prova che quella sui migranti è solo propaganda sulla pelle di chi soffre.

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