Migranti, Sardine Sicilia, no alla bozza di regolarizzazione - QdS

Migranti, Sardine Sicilia, no alla bozza di regolarizzazione

redazione web

Migranti, Sardine Sicilia, no alla bozza di regolarizzazione

venerdì 08 Maggio 2020

"Umiliante, non tutela i diritti ma è un dono alle imprese" il documento conseguenza delle barricate fatte dal M5s e da esponenti siciliani come il palermitano Crimi e la catanese Catalfo, definiti dalla Cirinnà (Pd), "parte destra" grillina

“La bozza del dl sulla regolarizzazione che il governo ha prodotto è un testo che a nostro avviso umilia l’essere umano, ferisce la dignità degli ultimi, sia di chi lavora che di chi non lavora”.

Lo scrivono in una nota le Sardine Sicilia, dopo il braccio di ferro nel governo con le barricate fatte dal M5s e dal suo capo politico, il palermitano Vito Crimi. Ma anche con le prese di posizione della ministro del Lavoro, la catanese Nunzia Catalfo.

Diversa la posizione di un’altra pentastellata siciliana, la vicepresidente dell’Ars Angela Foti, che ieri, parlando della situazione a Cassibile (Siracusa) ha denunciato che “centinaia di braccianti agricoli africani subiscono una grave condizione di sfruttamento e vivono in baracche di cellophane all’interno di un campo agricolo in condizione di schiavitù” e ha espresso una “precisa volontà di umanizzazione nei confronti di chi di fatto è una risorsa per l’agricoltura”.

“Limitare la regolarizzazione solo ai migranti che si trovano dentro alcuni settori produttivi – scrivono le Sardine siciliane nella nota – e limitare la durata del permesso a quattro mesi o alla durata del contratto è una forma di abuso, che ha una logica ben precisa: scambiare diritti con produttività. Riconoscere diritti solo in cambio di braccia e solo per il tempo necessario a servire l’economia del nostro Paese”.

Ieri Monica Cirinnà, senatrice del Pd, aveva detto, “Crimi lo iscrivo nella parte destra del M5S, quella che non mi piace, quella che si trovava comoda con la Lega Nord nel governo gialloverde e ora è in ebollizione” e, a proposito della confusa proposta del capo politico grillino, aveva aggiunto: “deve dirmi come contrasta l’evasione fiscale, come contrasta il caporalato, come intende far emergere questo sommerso e vorrei sapere dalla ministra Catalfo, se non vogliono regolarizzare gli stranieri, dove sono gli ispettori del lavoro, per stanare i lavoratori in nero nei capi e tra le colf e badanti?”.

Anche le Sardine siciliane sono sulla stessa lunghezza d’onda: “Concedere la regolarizzazione su richiesta del datore di lavoro, inoltre, rafforza il potere di ricatto di quest’ultimo nei confronti del migrante che, in cambio di un documento seppure provvisorio, potrebbe accettare condizioni di lavoro diverse da quelle previste dai contratti, come già avviene in molte realtà agricole”.

“Il dl, inoltre – proseguono le Sardine nella nota – esclude i destinatari di un provvedimento di espulsione, dimenticando che molti dei migranti che lo hanno ricevuto si sono trovati in condizioni di irregolarità solo a causa del cattivo funzionamento della burocrazia e di una normativa che sempre di più fabbrica ‘clandestini’. Alcuni di questi migranti, con decreto di espulsione in tasca, continuano infatti a lavorare, sfruttati, nel nostro Paese”.

“Più che di un provvedimento a tutela dei diritti dei migranti – conclude la nota del Coordinamento delle Sardine siciliane -, quello proposto somiglia a un regalo alle imprese, incluse quelle che da anni si rifiutano di rispettare i diritti dei lavoratori e di preoccuparsi delle loro condizioni di vita e di alloggio. Chiediamo che il governo provveda a una forma di regolarizzazione che riguardi tutti i migranti irregolari, nessuno escluso, con il rilascio di un permesso per motivi di salute, con la possibilità di commutarlo successivamente in permesso per motivi di lavoro”.

“In Sicilia il 50 per cento dei braccianti agricoli lavora in nero e spesso in condizioni disumane. Quale è il livello di attuazione dei protocolli siglati dalla Regione per contrastare il caporalato?”: se lo chiede la deputata regionale del Movimento 5 Stelle e vice presidente dell’Ars, Angela Foti, che sul fenomeno ha presentato un’interrogazione al governo Musumeci.

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