Iniziativa promossa dalla fondazione olandese Dyne.org che si occupa di economia 4.0. 50mila euro di finanziamento al team che svilupperà l’idea più interessante
MESSINA – Mettere l’uomo al centro di una tecnologia che sembra controllare e condizionare sempre più le nostre vite. È una sfida che adesso anche la Commissione europea vuole tentare ma c’è chi lo fa già da qualche decennio, come la fondazione olandese Dyne.org che sviluppa applicazioni che favoriscono la dimensione partecipativa e che insieme ai partners, le società FundingBox e Bluemorpho, realizzerà il primo bootcamp del progetto Ledger che vedrà Milazzo come campo d’azione.
Perché la Sicilia e in particolare la città mamertina? Lo spiega Federico Bonelli che guiderà per Dyne.org il laboratorio formativo di ricerca e sviluppo in cui saranno impegnate le 16 startup.
La fondazione olandese tra l’altro da anni si occupa in Sicilia di progetti anche per l’economia 4.0. “Milazzo è un concentrato di irrazionalità e contraddizioni che la rende il luogo ideale dove poter fare nascere, attraverso l’interazione e la comprensione del territorio, nuove idee e svilupparle con un approccio alla tecnologia che tiene sempre al centro le persone. A Milazzo convivono insediamenti industriali e riserve marine, una viabilità con delle interconnessioni autostradali che sembrano da labirinto e una strada verso un Castello splendido che ti porta in un altra epoca, i tramonti sulle isole e i fumi della raffineria insieme ad un florovivaismo d’eccellenza. Sarà interessante – dice Bonelli – vedere come in questo contesto le 30 persone provenienti da otto paesi europei, si confronteranno con le peculiarità e le criticità del territorio milazzese, dialogando con gli attori sociali e la comunità locale coinvolgendole in un esercizio di co-design ad alta tecnologia”.
Il bootcamp prevede quindi dal 28 ottobre all’8 novembre attività didattiche per i 16 progetti di impresa internazionali selezionati in una prima call europea e finanziati ciascuno con 150mila euro. I nuovi imprenditori saranno suddivisi in due gruppi e seguiranno ognuno un corso di formazione di una settimana. Il lavoro svolto e quanto imparato durante le esercitazioni, sarà presentato dalle start up in due sessioni aperte al pubblico.
I team che svilupperanno le idee più interessanti avranno diritto ad un ulteriore finanziamento di 50 mila euro, ad un periodo di incubazione successivo a cura della società francese Bluemorpho e, eventualmente, a lavorare per la realizzazione dei progetti costruiti insieme alla gente del luogo mettendo a sistema la metodologia appresa.
I progetti di Ledger mirano ad applicare alcune tecnologie informatiche (la blockchain, la privacy by design, gli smart contract e Internet of Things) in modo efficace, utile ed eticamente positivo nei diversi settori, dall’energia alle cooperative, dall’elettronica e il suo riutilizzo alla sanità e all’ambiente. “Scopo delle esercitazioni quindi è quello- dice Bonelli- di apprendere come produrre idee, sistemi e modelli innovativi per la risoluzione delle criticità in contesti socio economici complessi, coinvolgendo il più possibile il territorio”.
Un lavoro di coinvolgimento, iniziato mesi fa, attraverso relazioni personali da cui sono scaturiti anche contatti istituzionali. L’Amministrazione comunale ha mostrato interesse nei confronti del progetto così come il dirigente dell’Istituto Majorana.
Ci sono poi fondazioni, come la Lucifero e associazioni come Siddarte che avranno un ruolo e imprese e cooperative del milazzese che hanno mostrato voglia di interagire con le startup.
I video realizzati su questa esperienza a Milazzo saranno portati al Festival della tecnologia organizzato dal Politecnico di Torino dal 7 al 10 novembre.
La fondazione Dyne.org, è già stata in Sicilia con Trasformatorio, laboratorio internazionale di arti sperimentali e site specific, che nell’ edizione 2018 si è svolto a Giampilieri coinvolgendo 35 artisti provenienti da 15 nazioni e l’intera comunità del villaggio segnato dall’alluvione del 2009 in un processo di innovazione sociale e tecnologica attraverso l’arte.
Lina Bruno