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È morto Paul Auster, addio allo scrittore dell’inverosimile e del caso

marikacontarino

È morto Paul Auster, addio allo scrittore dell’inverosimile e del caso

Redazione  |
mercoledì 01 Maggio 2024

Dal 2022 l'autore statunitense era ammalato di tumore.

È morto Paul Auster, lo scrittore statunitense della “Trilogia di New York, nella sua casa di Brooklyn. Secondo quanto scrive il New Times, lo scrittore americano aveva 77 anni ed era ammalato da tempo di un cancro al polmone, è morto nella sua casa di Brooklyn.

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Auster era uno dei maestri del postmodernismo americano insieme a Thomas Pynchon e Don DeLillo, che ha incentrato la propria poetica sul caso che domina l’universo.

Il tumore di Paul Auster

Nel dicembre 2022 all’autore di acclamati romanzi come “Nel paese delle ultime cose” e “Mr. Vertigo” era stato diagnosticato un tumore. È stato curato con trattamenti di chemioterapia e immunoterapia al Memorial Sloan–Kettering Cancer Center di New York, uno dei centri per la ricerca e il trattamento del cancro più famosi a livello mondiale. Nel marzo 2023, con un post su Instagram la seconda moglie, la scrittrice e poetessa Siri Hustvedt, aveva rivelato che Paul Auster era malato. E sempre l’anno scorso aveva pubblicato il suo ultimo romanzo “Baumgartner”.

La produzione artistica

Autore di una vasta produzione, tradotta in italiano da Einaudi, Paul Auster si è dedicato anche alla poesia, alla saggistica e alle sceneggiature cinematografiche, dirigendo anche alcuni film. Aveva esordito con le raccolte poetiche “Unhearth” (1974) e “Wall Writing” (1976), seguite da una pièce teatrale (“Laurel and Hardy go to heaven”, 1977) e “White spaces” (1980), primo testo in prosa che prelude a “L’invenzione della solitudine” (1982), originale intreccio di saggio, fiction e autobiografia incentrata sul suo rapporto con il padre, deceduto poco tempo prima.

La trilogia di New York

Paul Auster ha raggiunto, però, il successo nel 1987 con la “Trilogia di New York” composta da “Città di vetro” (1985), “Fantasmi” (1986) e “La stanza chiusa” (1987): sorta di parodia postmoderna del romanzo poliziesco, i tre romanzi scardinano le convenzioni del genere, mescolando echi della grande tradizione americana (N. Hawthorne, H. D. Thoreau, E. A. Poe, H. Melville) a suggestioni del nouveau roman, per costruire un universo, sia narrativo sia urbano, dominato dal caso.

Il tema della casualità e l’attenzione per l’inverosimile caratterizzano i successivi romanzi: “Nel paese delle ultime cose” (1987); “Moon palace” (1989); “La musica del caso” (1990); “Leviatano” (1992); “Mr. Vertigo” (1994); Timbuctù” (1999); “Il libro delle illusioni” (2002); “La notte dell’oracolo” (2004); “Follie di Brooklyn” (2005); “Viaggio nello scriptorium” (2007); “Uomo nel buio” (2008); “Invisibile” (2009); “Sunset Park” (2010); “Diario di inverno” (2012); “4 3 2 1” (2017); “Ragazzo in fiamme. Vita e opere di Stephen Crane” (2021).

Auster ha pubblicato inoltre raccolte di saggi come “L’arte della fame” (1992), “Il taccuino rosso” (1993), “Ho pensato che mio padre fosse Dio. Storie dal cuore dell’America raccolte e trascritte” (2001) e i testi autobiografici “Sbarcare il lunario. Cronaca di un iniziale fallimento” !997) e “Notizie dall’interno” (2013).

Attivo anche nel mondo del cinema, Paul Auster ha firmato le sceneggiature di “Smoke” e “Blue in the face”, diretti da Wayne Wang (entrambi del 1995, il secondo in collaborazione con lo stesso Auster), di “Lulu on the bridge” (1998), interpretato da Willem Dafoe e Harvey Keitel, e “La vita interiore di Martin Frost” (2007), film rispettivamente del 1998 e del 2007 di cui ha curato anche la regia.

Premi e riconoscimenti a Paul Auster

Numerosi i riconoscimenti e i premi ricevuti da Paul Auster. Era commendatore dell’Ordre des Arts et des Lettres, membro dell’American Academy of Arts and Sciences e del Pen Club America e vincitore del Premio Principe delle Asturie, del Prix Médicis e del Premio Napoli e del Sigillo della Città di Pordenone.

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