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Osservazioni sulla crisi economica che incombe sulla Sicilia

redazione

Osservazioni sulla crisi economica che incombe sulla Sicilia

giovedì 16 Aprile 2020

Riceviamo e pubblichiamo le osservazioni di un nostro lettore sulla crisi economica della Sicilia

Caro direttore,
siamo ormai in una profonda crisi economica che sicuramente si prolungherà nel tempo con risultati negativi presso quasi tutte le famiglie siciliane. Ci chiediamo soprattutto se saranno messe in atto operazioni tali da calmierare e favorire una rinascita. Abbiamo un grande tesoro che potrebbe contribuire allo sviluppo tanto necessario dell’economia in questo nostra isola; mi riferisco al risparmio dei siciliani fermo è inutilizzato presso i c/c ed i depositi bancari per la mancanza totale di investimenti ed anche di indirizzo del sistema bancario verso impieghi produttivi. Sarebbe sufficiente orientare questo patrimonio individuale verso operazioni di piccole e medie imprese ,naturalmente con le dovute garanzie presentate da progetti bancabili.

Da poco sono nati i Pir (Piani individuali di risparmio disciplinati da apposita legge) che possono dare non solo vantaggi fiscali ma anche rendite adeguate,anche se in quest’ultimo periodo di governo ,alcune regole e prescrizioni ne hanno frenato l’operatività .Risorse pubbliche non ce ne sono più ma gli enti pubblici (Regione e Comuni) posseggono numerosi immobili disponibili che possono essere finanziarizzati a seguito di una loro valorizzazione del territorio, così come il notevole patrimonio individuale privato può essere impiegato nella stessa operazione con i Pir. Insieme potrebbero dare luogo ad un meccanismo economico di grande rilevanza a vantaggio non solo di questa nostra disastrata economia ma delle tasche del cittadino siciliano che viene coinvolto in progetti di pubblica utilità e di interesse generale Mi riferisco ad una particolare operazione di partenariato pubblico privato di tipo negoziale (promotore privato di progetto) disciplinato dal Dl 98/2011 con l’art 33 (Invimit), là dove sono coinvolti i fondi immobiliari pubblici ed anche privati, gestiti da una società di gestione del risparmio (Sgr).

Nella valorizzazione del territorio, oggi più che mai necessaria per lo sviluppo di progetti per la fornitura di servizi di interesse generale, con un ben definito progetto viene creato un fondo immobiliare locale (sia pubblico che privato) e vengono assegnate delle quote fruttifere di reddito ai proprietari pubblici dei beni immobili conferiti da valorizzare. La proprietà passa temporaneamente e fino alla chiusura del fondo nelle mani di una Sgr (promotore privato) che a fronte di un progetto con flussi finanziari idonei e bancabile potrà emettere obbligazioni (Pir) con garanzia degli stessi immobili. Allo stesso fondo locale partecipa per legge anche Cassa Depositi e Prestiti con un fondo chiamato Invimit. La Sgr assumerà tutti i rischi dell’operazione e porterà a compimento,attraverso imprese di sua scelta la valorizzazione degli immobili conferiti al fondo e la loro gestione per interessi generali fino alla chiusura del fondo immobiliare. Chiusura che avverrà, come da progetto bancabile approvato da tutti gli attori,dopo che i flussi finanziari hanno interamente coperto i debiti, i costi di valorizzazione e pagato il rendimento delle quote ai possessori pubblici e privati che si vedranno restituiti gli immobili completamente valorizzati e fruttiferi di reddito. I privati possessori dei Pir verranno liquidati al valore di quote, dopo aver goduto per tutta la durata del fondo di un giusto rendimento con le opportune garanzie. Il cittadino che finanzia operazioni di partenariato pubblico privato per servizi di pubblico interesse con la sottoscrizione dei Pir, smuoverà la mole di risparmio presso le banche, orientandolo verso economie di sviluppo con l’aiuto del sistema bancario che godrà anche dei relativi benefici. Lo sviluppo del territorio sarà partecipato dallo stesso cittadino che in parte lo finanzia. L’ente pubblico non impegna risorse che per altro mancano, non assume rischi in proprio e valorizza il territorio senza vendere o svendere beni immobili e fornisce servizi di interesse generale che diversamente non avrebbe attuato, anzi con il reddito annualmente convenuto sul possesso delle quote potrebbe pagarsi i debiti pregressi e perché no la manutenzione delle scuole o delle case popolari.

Quali possono essere i servizi di interesse generale che possono essere impiegati con lo sviluppo di questo partenariato è che generano flussi di cassa positivi con un progetto dichiarato bancabile da tutti gli attori? Sono tanti, basta approfondire le esigenze del territorio e la quantità di immobili pubblici disponibili per la finanziarizzazione, tra i quali possiamo evidenziare: i terreni da conferire al fondo per l’housing sociale, i terreni e gli immobili anche di privati da conferire per la costruzione di parcheggi, ormai necessari per il traffico cittadino, caserme e ospedali dismessi per dare spazio ad operazioni che generano flussi di cassa, terreni e immobili sempre di proprietà pubblica costituenti vecchi complessi termali, terreni ed immobili sempre di proprietà pubblica da trasferirsi ad altri enti per una destinazione diversa e soggetti a valorizzazione. Da una attenta lettura di un progetto di housing sociale sul territorio di Catania, presentato da un promotore privato di progetto ai sensi di legge (Sgr) al Comune e giacente fermo non si sa per quale problema, si legge che le richieste di abitazione (non case popolari) sono circa 40.000 da parte di coppie separate, di single, di giovani coppie e quanti altri che comunque hanno un reddito seppure non elevato; si legge ancora che l’affitto è di tre euro al metro quadrato quindi un appartamento di 80 metri quadrati è di 240€! Rispetto alla media del mercato di 500€ si può comprendere quanta liquidità rimane nelle tasche del pensionato, del separato, del single o delle giovani coppie, senza contare il lavoro ad almeno tre imprese di costruzione con un forte rilancio dell’economia del settore. Il tutto senza intervento finanziario del Comune stesso, il quale tace da circa un anno!

Come si può constatare l’alternativa alla scarsità di risorse pubbliche è solo quella di attivare risorse finanziarie private con il Partenariato Pubblico Privato, unitamente all’impiego dei fondi immobiliari anche pubblici. Utilizzare le nuove e moderne formule attuative di tipo negoziale ,giuridico economiche, porre il patrimonio immobiliare disponibile dell’ente pubblico (che è sempre sostanzioso) come asset su cui creare valore sociale, generando economia e attrattività del territorio. Ultima, ma non certamente ultima, la partecipazione del cittadino a questo sviluppo con il suo patrimonio individuale e con il gradimento del sistema bancario.

Francesco Piccirillo
economista, esperto in management pubblico
Catania

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