Palermo, lo stress del Preside dell'istituto più grande d'Italia - QdS

Palermo, lo stress del Preside dell’istituto più grande d’Italia

Palermo, lo stress del Preside dell’istituto più grande d’Italia

lunedì 16 Settembre 2019

La causa principale delle ansie di Vito Pecoraro, che dirige l'Istituto alberghiero palermitano, è la sicurezza dei suoi alunni, quasi quattromila. Ma anche il fatto di non conoscere tutti i suoi docenti

“La maggior fonte di stress? La sicurezza dei miei alunni, quasi quattromila”.

Lo afferma il preside dell’istituto scolastico più grande d’Italia, Vito Pecoraro, che dirige l’istituto alberghiero Pietro Piazza di Palermo.
La sua testimonianza è stata raccolta da un dossier di Tuttoscuola.

“In questo istituto – ha spiegato il Preside -, ci sono 3.900 alunni, 320 docenti e 105 Ata. E non riesco a sentirmi leader educativo al cento per cento, anche se lo faccio con passione”.

“Non conosco di persona – ha spiegato Pecoraro – tutti i miei 320 docenti, anche a causa del turnover dei supplenti. Cerco di incontrarli quanto più possibile, vado in sala professori, entro nelle classi. Consideri che in collegio docenti ho oltre 300 persone davanti a me. E’ brutto dirlo, ma a volte sono ‘un numero'”.

Sul tema della sicurezza il preside ha precisato meglio il suo punto di vista.

“Ogni giorno – ha detto – nell’alberghiero ho il pensiero costante dei ragazzi che usano le cucine. Per fortuna ho la Rspp (Responsabile servizio prevenzione e protezione) interna, perché vanno controllate in continuazione. Il pensiero dei ragazzi che sono fuori: escono non una ma 10-15 classi insieme. Poi c’è il pensiero delle prove di evacuazione: l’alberghiero è su sei piani, direttamente sulla strada quindi anche i punti di raccolta devono essere ben percepiti da tutti dato che devono uscire quasi 3200 persone”.

Un altro tema a lui caro sul fronte della sicurezza riguarda il coordinamento con l’ente locale.

“Noi – ha spiegato – siamo datori di lavoro e a volte avvisare l’ente locale del rischio non ci solleva dalle responsabilità. Alcuni edifici sono pubblici e altri privati (situazione molto comune al sud) e quindi anche se ci sono finanziamenti del Miur per l’edilizia non possiamo utilizzarli per tutti i plessi”.

Sulle possibili soluzioni da mettere in campo, Pecoraro ha segnalato la necessità di “un riconoscimento delle figure di supporto, non soltanto del dirigente scolastico ma anche del Dsga (Dirigente dei servizi generali e amministrativi, ndr), che dovrebbe essere assistito da un coordinatore amministrativo. Almeno una figura di supporto ciascuno, anche per alleviare il peso dell’ordinaria amministrazione”.

Nel frattempo il dossier di Tuttoscuola, che sarà consultabile nei prossimi giorni, rileva che dal 2000 a oggi i dirigenti scolastici, tra cui in primis i presidi, si sono ridotti del 35%, flessione che ha fatto sì che ognuno si occupi in media di circa 1.200 studenti, vale a dire il 55% rispetto allo scenario precedente all’autonomia scolastica.
“Star bene a scuola – hanno evidenziato i ricercatori di Tuttoscuola – non è ‘una questione’, ma è ‘la questione’ di un microcosmo con il quale hanno a che fare ogni giorno il 44% degli italiani, se includiamo i genitori”.

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