ROMA – Pochi giorni fa abbiamo segnalato, dalle pagine di questo Quotidiano, la ricezione, da parte di molti contribuente in regime forfettario, di “lettere di compliance” dell’Agenzia delle Entrate.
Lo scopo era quello di invitare i detti contribuenti a presentare una dichiarazione integrativa, pagando la sanzione col “ravvedimento operoso”, per sanare l’effettiva, o presunta, mancata compilazione nella dichiarazione relativa all’annualità 2021 il quadro RS, quello dove vanno segnate, ai sensi dell’articolo 1 comma 73 della legge 190 del 2014, le spese sostenute dagli anzidetti forfettari, spese che, comunque, non rilevano ai fini della determinazione dell’imposta da pagare per i forfettari.
Il problema, che comunque ingolfa enormemente l’attività dei professionisti del settore e che ha sollevato numerosissime proteste , è che il rilievo contestato non solo non rileva ai fini della determinazione dell’imposta dovuta, ma riguarda dati (le spese) di cui l’amministrazione finanziaria è già in possesso, principalmente attraverso lo SDI, ossia attraverso la fatturazione elettronica.
Senza contare che, ai sensi del comma 6 bis del D.L. 34 del 2019 (il così detto “Decreto crescita“), sé stato affermato che dagli obblighi informativi previsti dalla legge vanno escluse le informazioni già in possesso dell’Amministrazione Finanziaria.
Giungono fortunatamente notizie positive
Ora, comunque, giungono fortunatamente notizie positive. Dopo che il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo lo aveva tempestivamente promesso ed annunciato, nel Decreto Proroghe, il DL 29 settembre 2023 n. 132, 132/2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello stesso giorno n. 228, i contribuenti forfettari avranno tempo fino al 30 novembre 2024 per regolarizzare il quadro RS, adempiendo agli obblighi informativi. La proroga riguarda il solo periodo d’imposta 2021.
Una proroga che può essere anche un’abrogazione dell’adempimento di cui si parla, stante che è probabile che, entro il 30 novembre dell’anno venturo, la riforma tributaria, chiamata a semplificare tutti gli adempimenti fiscali, possa anche abrogare quello della comunicazione di dati, molto spesso inutili e già posseduti dall’Amministrazione Finanziaria, attualmente a carico anche dei forfettari.