Assenti il capogruppo all’Ars Catanzaro ed i colleghi Giambona e Venezia. Rinviato il voto sul regolamento
“La proiezione di consensi che ha avuto il partito nazionale non riesce ad arrivare in Sicilia, questo è uno dei temi congressuali”, spiega al QdS Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico, a margine dell’assemblea del PD siciliano tenutasi questa mattina a Palermo e conclusa con una sospensione. Il quorum c’era, ma l’assemblea ha rinviato il voto per l’adozione del regolamento che la segreteria nazionale ha adottato quale linea guida interna di ogni segreteria regionale. “Uno dei temi congressuali è quindi come possiamo portare anche in Sicilia questa proiezione dei consensi – prosegue Barbagallo – ed arrivare anche qui ad un 20% che è una ambizione naturale”.
Assenze di peso in assemblea
Le parole di Barbagallo racchiudono la causa del malumore interno. Il Partito Democratico in Sicilia non riesce a raggiungere l’approvazione di cui gode la segreteria nazionale e quella di regioni in cui il partito è storicamente più forte. A latere i dissidi interni, tutti siciliani, che hanno posto alcuni esponenti di spicco del Partito Democratico all’Assemblea regionale siciliana in contrapposizione con il segretario regionale. Pesanti sono state infatti le assenze in assemblea di partito del capogruppo PD all’Ars Michele Catanzaro e dei deputati Mario Giambona e Sebastiano Venezia. Quest’ultimo, tra l’altro, “processato e condannato in contumacia” dall’assemblea per la mancata devoluzione di contribuzione economica al partito come previsto per ogni tesserato PD eletto ad incarico pubblico.
Regolamento e dibattito interno, una strada da spianare
“L’assemblea di oggi è stato un primo passaggio verso l’individuazione delle regole ma anche un primo passaggio verso una piattaforma congressuale”, dice Anthony Barbagallo che al riguardo specifica: “Oggi sono emersi temi come la tutela del lavoro, la lotta contro le diseguaglianze, la lotta per la legalità, che sono nelle corde del Partito democratico e che insieme alla fissazione delle regole alimenteranno il nostro dibattito nelle prossime settimane”. L’assemblea non si è chiusa quindi, ed è stata rinviata di una settimana per il prosieguo del confronto fino alla votazione per l’adozione del regolamento che fisserà anche per la Sicilia le regole interne che il PD intende darsi a discapito proprio delle correnti e delle competizioni interne.
Il confronto con il Nazareno
Alla ripresa dell’assemblea si sono riproposti di partecipare nuovamente il responsabile organizzativo del PD nella segreteria di Elly Schlein ed il deputato della Camera e già vicesegretario nazionale del partito Peppe Provenzano. Una ristrutturazione assistita – dalla segreteria nazionale – per un Partito Democratico siciliano in affanno sui consensi registrati mediante sondaggi degli istituti demoscopici, ma al cui interno si registra la dicotomia tra la dirigenza regionale e quella parlamentare. Il gruppo dem all’Ars, forse meno popolare dei vertici nazionali, rivendica comunque i risultati ottenuti con l’attività parlamentare. Risultati forse poco efficaci sul piano comunicativo ma di rilievo sotto il profilo dell’attività politica da programma Partito Democratico.
Barbagallo rinvia la decisione sulla ricandidatura
Resta pertanto in ballo la segreteria regionale, di area Schlein, verso cui si concretizza il contrasto di alcuni deputati regionali. “Le regole decreteranno la fissazione del termine per le candidature ben oltre la certificazione degli iscritti, quindi non prima di fine febbraio o primi di marzo. Per quella data decideremo, ancora è presto”. Così Anthony Barbagallo risponde alla domanda sulla possibile candidatura alla riconferma del ruolo di segretario regionale del PD siciliano. Nel frattempo, l’assemblea ha confermato la volontà, mediante intensità di applausi ai rispettivi interventi, di voler superare quanto prima il dibattito interno sul regolamento ed iniziare a lavorare sulla politica che l’elettorato non sta percependo come al Nazareno si aspettano. Parola d’ordine: la comunicazione su meno temi, ma chiari.
C’è bisogno di facce nuove.