Quando si nasce e si cresce, bisogna comprendere che tutte le attività conseguenti e necessarie che si faranno si debbono svolgere con un certo ordine, in modo da evitare l’affastellarsi di attività che creano confusione e non fanno capire bene come vanno gli eventi.
L’istinto ci spinge a fare lo stretto necessario per sopravvivere, come mangiare e dormire, ma poi… poi si dovrebbero fare tante altre attività più complesse. Ma per farle bisogna conoscerle dopo averle imparate, perché solo così esse si mettono in atto.
Per fortuna, via via che si cresce, la Comunità e le famiglie che vi sono all’interno trasmettono ai/alle bambini/e, ai/alle ragazzi/e e dopo ai/alle giovani, tutta una serie di insegnamenti utili non soltanto a lavorare, a professionalizzarsi e quindi a dotarsi di capacità lavorative, ma anche a comprendere che cos’è la vita, perché viviamo e tante altre domande che sorgono spontanee a chi ha sufficienti conoscenza e consapevolezza.
C’è da dire che anche coloro che hanno l’impressione di avere ampie conoscenze, via via che progrediscono su questa strada, si accorgono dell’immensità di fatti e di eventi che non sanno. Dal che, scatta la paura dell’ignoto, una paura istintiva che soltanto con la razionalità, il buonsenso e, per chi ci crede, con la fede, si può combattere e debellare.
La paura, ecco un sentimento che prende le persone, soprattutto quelle che conoscono di meno. Non bisogna avere paura della paura, disse un Presidente degli Stati Uniti, cioè rattrappirsi, chiudersi in se stessi/e per il timore di quello che potrebbe succedere, senza mai mettersi nelle condizioni di affrontarlo di petto in modo adeguato, tentando di contrastarlo.
L’ignoto, proprio perché è tale, non deve intimorirci poiché in noi stessi/e ci dev’essere quella forza d’animo e mentale che ci metta nelle condizioni di affrontare ciò che ci capiterà.
Più siamo preparati/e, più possediamo conoscenze di altri eventi analoghi, più siamo convinti/e di farcela, più è probabile che ce la faremo.
I grandi uomini e le grandi donne credevano in loro stessi/e e proprio per questa capacità hanno determinato il destino dei popoli, come Ciro il Persiano o Cesare o Napoleone. Poi, inevitabilmente, è subentrata la superbia e il delirio di onnipotenza, cosicché alcuni sono caduti come sono nati. In fondo, è questa la debolezza umana: non capire i propri limiti.
Per quanto qualcuno possa avere posseduto grandissima intelligenza e grandissime capacità, dopo un certo periodo, il declino è spesso conseguente.
Ciò si è verificato anche perché molti personaggi, di alta statura, hanno riempito la propria vita di “cose” materiali, magari suffragate e supportate da ideali, ma sempre cose sono rimaste; mentre la nostra vita dev’essere riempita di beni immateriali, di ideali, del piacere di dare senza nulla chiedere e del fare per gli altri.
Quanto precede non è di facile comprensione, né pensiero diffuso, ma crediamo di doverlo esporre.
Studiare, imparare, conoscere: ecco le attività migliori che ciascuno di noi può fare per capire di più quello che spesso sembra inaccessibile alla nostra comprensione. Non c’è un altro mezzo, perché nessuno ha la scienza infusa, né quest’ultima può essere iniettata con le punture. Sarebbe meraviglioso se tutto ciò che viene introiettato nel nostro cervello nel corso di decine di anni e magari di una lunga vita potesse essere trasmesso copiandolo su un cd. Quanti Einstein ci sarebbero nel mondo.
Invece non è così, ognuno di noi deve sempre ricominciare in parte da capo, anche se attraverso le conoscenze provenienti da altri, accessibili per esempio con libri, documentari, spettacoli, conferenze. Così può essere aiutato a crescere e quindi a capire di più.
Il meccanismo della vita tutto sommato è semplice, molto più complesso è viverla in modo adeguato e compiuto, per soddisfare il precetto essenziale che essa deve essere vissuta con cognizione di causa e senza che il tempo trascorra inutilmente.