Cracolici, “nel Piano Colao, nessuna traccia del Sud” - QdS

Cracolici, “nel Piano Colao, nessuna traccia del Sud”

Raffaella Pessina

Cracolici, “nel Piano Colao, nessuna traccia del Sud”

giovedì 11 Giugno 2020

Il deputato del Pd all'Ars, "una pessima idea su come ricostruire l’Italia”. Sulle ipotesi contenute nel documento sulla Fase 3, scontenti anche i sindacati, La Fillea Cgil parla di “Occasione mancata” e denuncia "assenza di visione e svilimento del ruolo delle parti sociali"

PALERMO – Il piano Colao, ovvero l’insieme di “iniziative per il rilancio 2020-2022” ideate dalla task force per l’emergenza a guida dell’ex manager di Vodafone Vittorio Colao, non piace a molti e soprattutto non guarda al Sud.

Il documento, consegnato al premier Conte è fatto di 121 pagine suddivise in 6 capitoli per altrettante macroaree di intervento: Imprese e Lavoro, Infrastrutture e Ambiente, Turismo, Arte e Cultura, P.A., Istruzione, Ricerca e Competenze, Individui e Famiglie.

Ma non si parla di strategie per il Sud, così come ha fatto notare il deputato Pd all’Ars Antonello Cracolici: “Nel Piano, il Sud non esiste nemmeno come espressione grammaticale. Una pessima idea su come ricostruire l’Italia”.

Dello stesso parere il deputato nazionale e presidente della componente Popolo protagonista, Gianluca Rospi. “Il Piano così com’è scritto avrebbe bisogno di alcune integrazioni. Prima fra tutte l’inclusione del Sud Italia perché non ce n’è traccia. Quello che manca sono azioni mirate alla ripresa delle aree più economicamente colpite e depresse del Paese”.

Totalmente contrari i sindacati. Alessandro Genovesi segretario generale della Fillea Cgil, che parla dell’ennesima occasione mancata. Per Genovesi siamo di fronte, purtroppo, ad una minestra riscaldata “che ripropone un combinato cosi hard di liberismo, non conoscenza reale di molti settori, assenza di visione, svilimento del ruolo delle parti sociali: peccato, perché ancora un volta è mancato il coraggio di modernizzare il nostro paese e riattivare quella mobilità sociale da troppo tempo bloccata”.

Per “Più Europa”, Benedetto della Vedova dichiara che il governo non ha idee e si affida a quelle di Colao. “Conte è al capolinea – ha detto – perché, senza idee, non porterà mai l’Italia fuori dalla crisi”.

Il Senatore di Azione Matteo Richetti ritiene necessario che “il governo si apra ai suggerimenti delle altre forze politiche. Noi come Azione chiediamo che si diano risposte chiare sulla capitalizzazione delle imprese e che si spinga forte su tre elementi fondamentali: commercio, artigianato e piccola e media impresa. Su Alitalia e Fiat soldi e garanzie sono stati trovati in fretta; adesso si lavori anche per dare risposte a ristoratori, commercianti e a chi anima la vita economica del Paese”.

Il sottosegretario al Ministero dell’Interno Carlo Sibilia esorta a una maggiore collaborazione per risollevare il Paese. “I continui tentativi di destabilizzare chi è alla guida in questo momento rischiano di portare a sbattere il Paese – avverte Sibilia -. Un rischio che non possiamo permetterci: non conviene a nessuno. Ma soprattutto non è quello che i cittadini si meritano e si aspettano. Per quello che ci riguarda, pieno sostegno a Giuseppe Conte e al suo lavoro incessante alla guida del Paese”.

Giudizio positivo sul Piano Colao arriva dalla ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. “Per la parte che riguarda le mie deleghe è in assoluta coerenza con le proposte sia nell’ambito del Family Act che dell’investimento sull’educazione, che sulla parità di genere – ha detto – il piano è un’offerta di uno sguardo tecnico di persone competenti: io credo che sia importante che la politica ascolti queste elaborazioni di contenuto e di competenze. Ciò non toglie che poi alla politica compete invece la responsabilità di sintesi e di decisione, alla quale non può e non deve abdicare”.

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