Protocollo tra Regione Siciliana e Cassa depositi e prestiti (Cdp)

Infrastrutture e sostenibilità, protocollo tra Regione Siciliana e CDP verso i target dell’Agenda 2030

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Infrastrutture e sostenibilità, protocollo tra Regione Siciliana e CDP verso i target dell’Agenda 2030

Michele Giuliano  |
mercoledì 08 Maggio 2024

I due enti siglano un protocollo d'intesa per la programmazione di investimenti strategici nel settore delle infrastrutture sociali e sostenibili.

Un protocollo d’intesa tra Regione Siciliana e Cassa depositi e prestiti (Cdp) per la programmazione degli investimenti strategici nel settore delle infrastrutture sociali e sostenibili, nel quadro degli obiettivi della Politica di coesione.

Una scelta che nasce dal riconoscimento del ruolo della Cassa, società partecipata all’82,77% dal ministero dell’Economia e finanze, che vive come sua missione istituzionale la promozione dello sviluppo economico e sociale del Paese attraverso il sostegno agli enti pubblici e alle infrastrutture.

Il ruolo della Cassa depositi e prestiti

In questa ottica, infatti, la Cdp fornisce servizi di assistenza e consulenza in favore dello Stato, delle regioni, degli enti locali, degli enti pubblici e degli organismi di diritto pubblico. Ancora, da luglio 2022 la Cdp, nella sua qualità di Istituto nazionale di promozione, ha assunto anche il ruolo di “Advisory partner” della Commissione europea nel Polo di consulenza, denominato “InvestEu advisory hub”, del nuovo programma dell’Unione europea di sostegno agli investimenti, chiamato “InvestiEu”.

Regione Siciliana e Cdp, un protocollo per lo sviluppo

Il protocollo servirà a sviluppare punti fondamenti della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, il documento che imposta gli obiettivi della regione siciliana rispetto ai target dell’Agenda 2030. La Strategia nasce con l’intenzione di creare le condizioni istituzionali, amministrative e procedurali a sostegno delle transizioni digitale, ecologica, climatica ed energetica e per contrastare le disuguaglianze, sostenere forme di innovazione sociale, sistemi educativi aperti ed efficienti, lavoro di qualità, pari opportunità, lotta alla povertà ed alla deprivazione materiale.

Alla base delle transizioni ci sono istruzione, formazione, scienza, tecnologia, ricerca e innovazione, digitalizzazione, finanza, fiscalità e concorrenza, oltre che responsabilità sociale delle imprese e nuovi modelli d’impresa, commercio aperto e regolato, governance e coerenza delle politiche.

Quattro le priorità da affrontare, secondo l’Ue

Nella dimensione comunitaria, la nuova Agenda Strategica 2019-2024, approvata dal Consiglio europeo nel 2019, fornisce un indirizzo per le quattro priorità principali che intende affrontare:

  1. proteggere i cittadini e le libertà;
  2. sviluppare una base economica forte e vivace;
  3. costruire un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero;
  4. promuovere gli interessi e i valori europei sulla scena mondiale.

Il pacchetto per il clima “Fit for 55” stabilisce un insieme di interventi legislativi per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green deal. In particolare, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990. Il Pilastro europeo dei diritti sociali insieme al Piano d’azione per la democrazia europea rappresentano il riferimento strategico per le politiche di protezione e inclusione sociale.

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Immagine di repertorio

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