Lentocrazia, nemico da abbattere
Esponenti dei partiti, che parlano senza riflettere o forse perché non possiedono cognizioni in ordine a quello che dicono, reclamano a gran voce nuove risorse per sanità, assunzioni per la Pubblica amministrazione e spesa corrente di ogni genere. Costoro dimenticano un principio fondamentale: che ogni ora e ogni minuto di lavoro dev’essere produttivo, non solo di risultati economici, ma anche di risultati culturali e in ogni caso di risultati tout court.
Chi non capisce questo principio fondamentale, in base al quale funziona il globo terraqueo, tutta l’umanità e le altre specie, è un parassita. Chiariamo: parassita nel senso che consuma senza produrre, quindi vive a spese degli altri, di quelli che invece, a prezzo di sacrifici, di sudore e di fatica, producono.
Il verbo produrre viene connesso quasi automaticamente alle attività economiche, ma se si leggessero i libri di tutti i secoli si capirebbe che esso, anche nelle diverse traduzioni, vuol dire ottenere qualche cosa che serva.
Quanto precede lo caliamo pari nelle nostre istituzioni, laddove vi sono Esecutivi di accettabile livello, ma la macchina, che dovrebbero eseguire e realizzare gli indirizzi dei Governi, è una macchina inceppata, inefficiente, insufficiente, priva dei requisiti necessari per ottenere risultati. Se si paragonasse a un automezzo meccanico, si capirebbe subito che tale mezzo meccanico non farebbe neanche un metro.
Fuori di metafora, la Lentocrazia produce un danno di ottanta miliardi, frena le attività economiche, contrae il Pil, è un peso per tutta la popolazione. È come un Moloch inespugnabile, inattaccabile e non modificabile, ciò perché i relativi sindacati hanno tutto l’interesse corporativo di livellare al basso il funzionamento, in modo da tutelare i propri iscritti, la maggior parte dei quali non vuole fare il proprio dovere.
Intendiamoci, lo scriviamo in modo ripetitivo: nella macchina burocratica vi sono dirigenti e dipendenti di grande valore, che fanno andare avanti in qualche modo questa macchina non funzionante, ma sono la minoranza.
Tutti i ministri della Pa hanno fallito il proprio compito. Berlusconi, quando assunse la guida del Governo, promise la “rivoluzione burocratica”, ma anch’egli fallì perché preferì fare gli interessi del proprio gruppo imprenditoriale piuttosto che quelli del popolo italiano.
Bisogna sottolineare che neanche le opposizioni del centrosinistra, quando diventarono Governo, furono capaci di risolvere la questione e ancora oggi, a distanza di trent’anni dall’inizio della seconda Repubblica, la situazione non solo non è migliorata, ma è addirittura peggiorata.
Abbiamo più volte indicato le possibili soluzioni e ora proviamo a elencarle ancora, sperando di non annoiarvi.
Innanzitutto, i 3,2 milioni di dipendenti del settore pubblico dovrebbero essere professionisti qualificati e idonei a svolgere il proprio compito. Ma chi dice che essi lo siano? Nessuno. Ecco la soluzione: servono organi esterni alle amministrazioni per certificare le competenze dei singoli lavoratori e lavoratrici di tutti i livelli.
Quando intervistiamo i responsabili istituzionali dei diversi Enti, chiediamo loro perché ritengono di dover assumere personale di vario livello. Ci rispondono che servono per riempire le piante organiche. Dal che sorge la seconda domanda: a quando risalgono tali piante organiche? Ed esse sono adeguate alle necessità attuali?
In altri termini, chiediamo se tali responsabili abbiano fatto il vero censimento dei servizi che ogni Ente deve erogare e quindi identificato il tipo di personale che serve per competenze e per quantità.
In questi trent’anni vi è stata la rivoluzione digitale, per cui tutta l’organizzazione degli Enti pubblici di tutti i livelli dovrebbe essere profondamente mutata. Ma in effetti così non è, per cui il mondo è cambiato, ma la Pa è rimasta tale e quale.
È proprio l’organizzazione che deve mutare e per farlo occorre sapere quali e quanti servizi ogni ente debba erogare e in quali tempi. Serve dunque fissare obiettivi veri, non quelli fasulli che vengono indicati oggi, con cronoprogrammi veri, per far funzionare sul serio la Pa e abbattere la Lentocrazia.