Qualità dell'aria, dati ISTAT: la situazione inquinante a Palermo

Qualità dell’aria, dati ISTAT: la situazione inquinante a Palermo

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Qualità dell’aria, dati ISTAT: la situazione inquinante a Palermo

Redazione  |
sabato 25 Maggio 2024

Netto peggioramento della qualità dell’aria nei comuni capoluogo con l'aumento delle concentrazioni di polveri sottili e ozono.

Netto peggioramento della qualità dell’aria nei comuni capoluogo con l’aumento delle concentrazioni di polveri sottili e ozono, sempre più critica la situazione del Nord. Emerge dai dati diffusi dall’ISTAT. La domanda di Trasporto pubblico locale (Tpl) in ripresa nel 2022 ma è ancora lontana dai livelli pre-pandemici. Resta ampio il divario fra Centro-Nord e Mezzogiorno nell’offerta dei servizi di mobilità. Progressi nel rinnovamento delle flotte del Tpl, i bus a basse emissioni sono il 36% del totale però più di metà degli autobus in esercizio circola da almeno 10 anni. Aree di forestazione urbana per la mitigazione dei cambiamenti climatici in crescita del 26% dal 2012. In aumento le aree verdi accessibili al pubblico. Crollano i consumi pro capite di gas naturale, tornati al livello del 2020. In forte crescita gli impianti per la produzione di energia fotovoltaica. Aumenta la rete di metropolitana mentre c’è una battuta d’arresto per tram e filobus. Progressi sui Piani di mobilità sostenibile, poco aggiornati i Piani del traffico. Il parco autobus si rinnova però la maggioranza dei veicoli ha più di 10 anni.

Superamenti dell’ozono in crescita soprattutto al Nord

Anche per l’ozono, sostanza prodotta in atmosfera tramite reazioni fotochimiche di altri inquinanti, si osserva, rispetto all’anno precedente, un incremento dei giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/m3 della media mobile giornaliera di 8 ore) in 64 comuni capoluogo su 89 con monitoraggio effettuato per una media di 39 giorni di mancato rispetto dell’obiettivo (contro i 28 nel 2021). Le misurazioni sono effettuate in 133 stazioni. L’andamento dell’ozono risulta del tutto simile a quello delle polveri sottili, con un aumento dei giorni di superamento nel 2022, dopo le diminuzioni registrate dal 2018 al 2021. Questo trend e l’alto numero di giorni di superamento caratterizzano quasi esclusivamente il Nord: la media dei giorni di superamento dell’obiettivo scende da 58 nel 2017 a 43 nel 2021, per risalire nel 2022 a 62. In 16 capoluoghi si registrano più di 70 giorni di sforamento: fra questi Milano (79) e Torino (99), con i valori maggiori tra i capoluoghi metropolitani.

Nel Centro e nel Mezzogiorno, invece, l’andamento negli ultimi anni è sostanzialmente stabile e con un
numero di giorni di superamento molto inferiore rispetto al Nord (meno di un terzo). Si trovano tutti nel
Mezzogiorno i cinque capoluoghi (Teramo, Campobasso, Nuoro, Carbonia e Cagliari fra quelli metropolitani), per i quali il monitoraggio dell’ozono non ha riscontrato giorni di superamento.

Biossido d’azoto oltre il limite nella maggior parte dei capoluoghi metropolitani: comprese Palermo e Catania

Ad aggravare la situazione dei capoluoghi metropolitani sono le concentrazioni di biossido d’azoto, inquinante più direttamente connesso al consumo di combustibili fossili, per la circolazione veicolare e il riscaldamento domestico. Genova, Napoli e Palermo risultano ben al di sopra del limite di legge
di 40 µg/m3 con un valore di oltre 50. Sopra il limite anche Torino, Catania, Firenze, Roma e Milano, mentre Bologna (39) e Venezia (37) si collocano appena sotto la soglia. Tutti i capoluoghi metropolitani, comunque, presentano valori di concentrazione indicati come nocivi dall’OMS, che nelle linee guida del 2021 indica come valore di riferimento da non superare 10 µg/m3.

Rispetto al 2021, i valori medi di biossido d’azoto, monitorati in 100 capoluoghi da 276 stazioni, risultano
sostanzialmente stabili con un aumento in una minoranza di casi (38 città, tra cui 7 capoluoghi metropolitani). Particolarmente significativo risulta l’incremento di questo inquinante a Palermo, che passa dai 34 µg/m3 del 2021 ai 54 del 2022.

Qualità dell’aria

Uno dei punti critici emersi dal report riguarda il netto peggioramento della qualità dell’aria, soprattutto nei comuni capoluogo. L’aumento delle concentrazioni di polveri sottili e ozono nei comuni capoluogo, con una situazione particolarmente critica nel Nord del Paese, solleva importanti interrogativi sulla salute pubblica e sull’efficacia delle politiche ambientali.

L’inquinamento atmosferico rappresenta una minaccia tangibile per la salute dei cittadini, con effetti negativi ben documentati sulle vie respiratorie e sul sistema cardiovascolare. Le particelle sottili, in particolare, possono penetrare profondamente nei polmoni, causando una serie di problemi di salute cronici e aumentando il rischio di malattie respiratorie, cardiovascolari e persino di tumori.

Le città, come epicentri delle attività industriali, commerciali e di trasporto, sono spesso le principali fonti di inquinamento atmosferico. Le emissioni provenienti dai veicoli, dalle centrali termiche e dalle attività industriali contribuiscono alla formazione di inquinanti atmosferici nocivi, mettendo a rischio la salute e il benessere della popolazione urbana.

Mobilità urbana

La mobilità urbana rappresenta un altro aspetto cruciale nel panorama dell’ambiente urbano delineato nel rapporto ISTAT. Se da un lato si registrano segnali positivi, come la ripresa della domanda di Trasporto Pubblico Locale (Tpl) nel 2022, dall’altro persistono sfide significative che richiedono interventi mirati e innovativi.

Il divario persistente tra Centro-Nord e Mezzogiorno nell’offerta dei servizi di mobilità evidenzia l’urgente necessità di promuovere politiche di trasporto più inclusive e accessibili. Mentre in alcune aree si registra un progressivo rinnovamento delle flotte del Tpl, con un incoraggiante 36% dei bus a basse emissioni, la presenza di autobus in circolazione da oltre 10 anni sottolinea la necessità di investimenti continui per modernizzare e rendere più sostenibile il trasporto pubblico.

La pandemia ha comportato una significativa riduzione della mobilità urbana e ha evidenziato la fragilità dei sistemi di trasporto esistenti. Tuttavia, ha anche aperto nuove opportunità per ridefinire il concetto stesso di mobilità urbana, promuovendo soluzioni innovative come la mobilità condivisa, il carpooling e la micromobilità. Queste alternative alla guida individuale non solo riducono l’impatto ambientale, ma contribuiscono anche a migliorare la vivibilità delle città, riducendo il traffico e liberando spazio per aree pedonali e ciclabili.

Verde urbano

Il verde urbano rappresenta un elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita nelle città e contrastare gli effetti negativi dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Secondo il rapporto, l’analisi del verde urbano rivela dati significativi sulla sua distribuzione e accessibilità nelle diverse regioni italiane.

Nel corso degli anni, sono stati compiuti sforzi per aumentare le aree verdi nelle città, tuttavia, permane ancora una disparità significativa tra le diverse regioni. Le città del Nord, ad esempio, tendono ad avere una maggiore presenza di aree verdi rispetto al Sud e alle Isole. Questo fenomeno riflette spesso differenze storiche nell’urbanizzazione e nell’allocazione delle risorse.

Nonostante i progressi compiuti, la disponibilità di spazi verdi accessibili rimane una sfida, specialmente nelle aree urbane più densamente popolate. Il rapporto evidenzia che, nonostante l’incremento delle aree verdi nelle città, solo una parte della popolazione ha accesso diretto a tali spazi. Questo può contribuire a disuguaglianze socio-ambientali, con alcuni gruppi sociali che hanno minori opportunità di beneficiare dei vantaggi del verde urbano.

Inoltre, il rapporto sottolinea l’importanza di preservare e ampliare le aree verdi esistenti per garantire una maggiore resilienza urbana agli effetti dei cambiamenti climatici. Le aree verdi svolgono un ruolo cruciale nell’assorbire le emissioni di carbonio, mitigare il riscaldamento urbano e fornire habitat per la biodiversità.

Sostenibilità energetica

La sostenibilità energetica rappresenta una delle sfide più rilevanti per le regioni italiane, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e promuovere fonti energetiche rinnovabili e più pulite. Secondo i dati del rapporto, emerge un quadro variegato in termini di consumo energetico e produzione da fonti rinnovabili in diverse regioni del Paese.

Il rapporto evidenzia una tendenza positiva nella riduzione dei consumi energetici pro capite nei capoluoghi, specialmente nel settore residenziale e industriale. Questo indica un progresso verso una maggiore efficienza energetica e una riduzione delle emissioni di gas serra. Tuttavia, rimangono ancora sfide da affrontare, soprattutto per quanto riguarda i trasporti e l’uso dell’energia nei settori commerciali e dei servizi.

Un altro aspetto importante riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, come il solare, l’eolico e l’idroelettrico. Le regioni del Nord, in particolare, si distinguono per una maggiore capacità installata e una produzione più elevata da queste fonti, contribuendo così alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile e basato su energie pulite e rinnovabili. Tuttavia, è necessario un impegno costante per promuovere investimenti nelle energie rinnovabili anche nelle regioni del Centro, del Sud e nelle Isole, al fine di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e accelerare la transizione energetica.

Inoltre, il rapporto mette in luce l’importanza di politiche e incentivi mirati per favorire la produzione e il consumo sostenibile di energia a livello regionale. Queste misure possono includere l’implementazione di programmi di efficienza energetica, l’incentivazione dell’auto-produzione di energia da fonti rinnovabili e la promozione della mobilità sostenibile attraverso l’elettrificazione dei trasporti e lo sviluppo di infrastrutture per la ricarica.

Sfide ambientali regionali

Le sfide ambientali regionali rappresentano un’importante dimensione nella gestione sostenibile delle risorse e nella tutela dell’ambiente in Italia. Ogni regione si trova di fronte a sfide specifiche, che derivano da una combinazione di fattori geografici, demografici, economici e politici.

Una delle principali sfide è rappresentata dalla gestione dei rifiuti urbani e dalla promozione della raccolta differenziata. Nonostante i progressi compiuti in alcune aree, molte regioni, soprattutto nel Sud e nelle Isole, rimangono indietro nel raggiungimento degli obiettivi di riciclo e riutilizzo dei rifiuti. La complessità della gestione dei rifiuti urbani, dovuta alla loro eterogeneità e alla varietà delle fonti, richiede un impegno costante da parte delle autorità locali e dei cittadini per promuovere pratiche di consumo responsabile e una corretta separazione dei rifiuti.

Un’altra sfida significativa riguarda il controllo dell’inquinamento acustico, specialmente nelle aree urbane densamente popolate. Sebbene siano stati compiuti sforzi per aumentare i controlli e ridurre i livelli di rumore, i risultati restano al di sotto dei livelli pre-pandemici, evidenziando la necessità di politiche più efficaci e di misure concrete per proteggere la salute e il benessere delle comunità.

Le perdite idriche nella distribuzione dell’acqua potabile rappresentano un’altra sfida significativa, soprattutto nei capoluoghi del Mezzogiorno. Questo problema non solo comporta una perdita di risorse preziose, ma può anche compromettere la sicurezza idrica e l’efficienza del sistema idrico.

Le differenze regionali nella distribuzione e nell’utilizzo delle risorse naturali, come l’acqua, l’energia e i materiali, rappresentano una sfida per garantire un equilibrio tra lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale. È essenziale promuovere politiche e pratiche che favoriscano un uso efficiente delle risorse e riducano l’impatto ambientale, tenendo conto delle specificità regionali e delle esigenze delle comunità locali.

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