I dati che "inchiodano" la Sicilia e mostrano uno spaccato di una terra ancora alla ricerca di una programmazione concreta per garantire una vita dignitosa ai suoi cittadini.
Bocciati e rimandati al prossimo anno, sperando di non dover far i conti con dati ancora peggiori rispetto a quelli elaborati nel report 2024 del Sole 24 Ore sulla misurazione della qualità della vita nelle fasce “bambini, giovani e anziani”. È un vero e proprio tracollo per la Sicilia quello mostrato nei dati – elaborati per il quarto anno e presenti al Festival dell’Economia di Trento – che fanno riferimento alle “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute.
La Sicilia non è un paese per vecchi. Ma neppure per giovani e bambini, spiegano i dati che prendono in considerazione 12 indicatori totali. Ecco i dati delle singole province dell’Isola per comprendere chi se la passa meglio, chi peggio e soprattutto il perché di statistiche tanto poco lusinghiere per quella che nell’immaginario di molto è la miglior regione italiana nella quale vivere e non solo venire in vacanza.
Qualità di vita 2024, “maglia nera” per la Sicilia
Tre le fasce d’età prese in considerazione nello studio sulla qualità di vita: bambini (0-10 anni), giovani (18-35 anni) e anziani (over 65). La classifica è poi stata stilata in base al punteggio medio conseguito nei 12 indicatori selezionati.
Sondrio per i bambini, Gorizia per i giovani e Trento per gli anziani le tre province italiane a garantire una migliore qualità della vita alle rispettive fasce d’età. E a trionfare, di conseguenza, nell’edizione 2024 degli Indici generazionali del Sole 24 Ore. E la Sicilia? Dalle classifiche emerge una situazione complessa per tutto il Sud Italia e non soltanto per l’Isola. Negli indicatori risultano attestarsi trend consolidati che vedono primeggiare, in modo particolare, città di Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto. Con dati che non prendono in considerazione, però, costi degli immobili, caro vita o inquinamento, permettendo dunque a queste città di far la voce grossa nei confronti del resto del Paese.
Asili, palestre e non solo: la vita dei bambini in Sicilia
Spazio abitativo, numero di pediatri, competenze numeriche e alfabetiche, edifici scolastici con palestra o giardini, verde attrezzato, partecipazione allo sport, spesa sociale, delitti a danno di minori e numero di progetti per bambini finanziati con fondi del Pnrr. Sono questi i criteri con i quali è stata stilata la classifica della qualità di vita 2024 del Sole 24 Ore per i bambini e che vede Ragusa perdere addirittura 12 posizioni rispetto all’anno precedente. Tutte le città siciliane retrocedono, a eccezione di Trapani e la provincia di Agrigento.
Proprio Agrigento, Ragusa, Catania e Palermo, esattamente in quest’ordine, sono tra le ultime 5 città italiane per vivibilità garantita nei confronti dei bambini. Posizione per le quali seguono a ruota Trapani, Siracusa e Caltanissetta, sesta per spesa sociale per famiglie e minori, ma penultima per competenze numeriche e alfabetiche. Un dato che segna un sistema scolastico evidentemente poco adeguato rispetto alle esigenze degli alunni, con un futuro che in partenza appare loro come molto complesso. Di fatto, sette province siciliane sono presenti nelle ultime 9 posizioni del report sulla qualità di vita per cittadini nella fascia 0-10 anni.
Va meglio a Messina, che è addirittura quarta in Italia per numero di pediatri presenti sul territorio, ma si posiziona comunque 92esima (su 107) in generale occupando anche l’ultima posizione per presenza di giardini all’interno delle scuole. Al 91esimo posto c’è Enna – la più virtuosa con Messina per chi ha figli piccoli in Sicilia – che eccelle per i progetti del PNRR realizzati per l’Istruzione, ma evidenzia grossi limiti per il verde attrezzato e, come per tutte le altre città dell’Isola, per una competenza alfabetica adeguata degli studenti che provengono da questa provincia.
Tra disoccupazione e carenze, il quadro sui giovani
Passando alla fascia d’età dei giovani, le statistiche sulla qualità di vita non sono meno drammatiche per la Sicilia, in particolare per Messina e Caltanissetta. I report fanno riferimento a indicatori basati su numero di residenti, quoziente di nuzialità, età media al parto, canone di locazione, laureati, disoccupazione giovanile, presenza di bar e discoteche, numero di concerti, aree sportive, amministratori comunali under 40 e trasformazioni in contratti a tempo indeterminato di rapporti di lavoro in essere e l’imprenditorialità under 35.
Caltanissetta è al 101esimo posto, subito davanti a Messina (100esima). Non va molto meglio a Palermo (97esima) e Catania (94esima). A subire un tracollo tra le altre province è Enna, che perde addirittura 23 posizioni rispetto l’anno precedente e si posizione all’81esimo posto. Nella stessa fascia restano Agrigento (82esima), Trapani (84esima), Ragusa (85esima) e Siracusa (88esima). Salgono Catania, Agrigento e Palermo, retrocedono tutte le altre.
Qualità di vita degli anziani 2024: altri dati preoccupanti in Sicilia
Anche i dati elaborati per la fascia d’età over 65 non lasciano dormire sonni tranquilli agli anziani che vivono nell’Isola. In questo caso i criteri presi in considerazione sono quelli della speranza di vita, consumo di farmaci per malattie croniche o per depressione, numero di posti letto nelle Rsa, numero di geriatri sul territorio, numero di infermieri, orti urbani, biblioteche, persone sole, esposti per inquinamento acustico, utenti dei servizi sociali comunali e partecipazione civile degli over 50.
In base a questi indicatori sulla qualità di vita, Messina (106esima) è la peggior città della Sicilia in cui risiedere per gli over 65. A pesare sono l’assenza di posti letto (106esima), ma anche la speranza di vita a 65 anni (100esima), il consumo di farmaci per malattie croniche (99esima), partecipazione civile degli over 50 (98esima) e utenti dei servii sociali comunali (94esima). Dati sui quali, occorre sottolinearlo, pesa l’enorme situazione di indigenza degli oltre 5mila messinesi che nel 2024 vivono ancora nelle baracche.
Poco più avanti c’è la provincia di Trapani (101esima). Segue a ruota Agrigento (99esima), poco dietro Caltanissetta (94esima), Palermo (91esima) e Siracusa (89esima). Va decisamente meglio a Catania (81esima) e Ragusa (76esima), ma la provincia di Enna resta la migliore della Sicilia per gli over 65 (64esima) e ottiene quattro posizioni rispetto allo scorso anno.
Situazione molto migliorata per Siracusa (+12) e meglio anche Palermo (+2). Da segnalare la discesa verticale della provincia di Catania, che fa segnare addirittura un meno 40 posizioni rispetto al 2023.
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Il report sulla qualità di vita 2024 elaborato dal Sole 24 Ore traccia di fatto uno spaccato di come la Sicilia continui terribilmente a faticare in assenza di una programmazione e di uno sviluppo concreti. Con una classe dirigente che spesso non si rivela all’altezza delle esigenze dei siciliani. Per un’Italia vista da Sud che mostra tutti quelli che sono i gap che chi sceglie di restare a vivere in questa terra è chiamato ad affrontare nella quotidianità. In attesa di quell’upgrade infrastrutturale di cui tutta la Sicilia ha bisogno per evitare di allontanarsi sempre più dalla terra ferma, stavolta non solo per via della subduzione.
Immagine di repertorio