Radio Lamp, La grande antenna - Capitolo 5 - QdS

Radio Lamp, La grande antenna – Capitolo 5

redazione

Radio Lamp, La grande antenna – Capitolo 5

Giovanni Pizzo  |
domenica 04 Settembre 2022

Il quinto capitolo del feuilletton “Radio Lamp” dell’autore Giovanni Pizzo che con ironia e leggerezza ci cunta di Sicilia e di Sud

L’ispettore Perla era ancora furiosa per la notte precedente. Si stava prendendo un caffè al Bar Isola delle rose insieme all’agente scelto, scelto per poi cosa non si sa, Tedesco. Un tipo magro e pelato con dei baffetti da sparviero.

Ripensava alle parole di Dip. Antenne, russi, Berlusconi. Quell’uomo era l’unico che la faceva incazzare. Ma proprio di brutto. Era totalmente fuorviante, senza concretezza, la sua amata concretezza, e senza alcun buon senso. Comunque qualcosa doveva fare.

Tedesco prendi un auto e vai a fare un giro a Cala Francese. Vedi di bussare con gentilezza alla villa del presidente Berlusconi e chiedi come si chiama il guardiano. Se non ti risponde nessuno chiedi alla ditta di pulizie che si occupa della villa. Mi raccomando Tedesco. Tatto e discrezione. Chiaro?

Certo Ispettore. E qual è la ditta di pulizie?

E che ne so io. Non posso mica sapere tutto. Chiedi a tutte le ditte. Siamo a Lampedusa non a Milano. Smuoviti Tedesco che se ti guardo quei baffi mi innervosisco.

Si ispettore. Ma sa, piacciono tanto.

Tedesco sparisci!

Dip era arrivato alla Radio. In regia c’era Lorito, che per sbarcare il lunario aveva una friggitoria in gestione a sua sorella, lui si occupava della parte tecnica e metteva la musica quando Dio e Vincent erano assenti.

Ciao Lorito, ma L’Avvocato dov’è?

È in bagno. Deve aver mangiato difficile ieri sera. Ci va ogni mezz’ora.

È inutile che sfottere voi due. Deve essere stato il ghiaccio di qualche cocktail. Forse al Ciuri d’agosto a fine serata. Quella Debra si è scolata mezzo locale e mi sembrava male non fargli compagnia. In fondo è stata utile alle indagini.

A proposito di indagini. L’ispettore Perla mi ha detto di tenerci fuori da questa storia. Se no mi finisce male.

E tu che vuoi fare? Ci ribordiamo?

Vincent qual è il motto della nostra Radio?

Radio LAMP. La radio di Frontiera senza Bandiera.

Appunto. Quindi non stiamo zitti. Mentre tu fai una bella inchiesta sulla mancanza di giornali nell’isola. Io mi faccio un giro alla ex base LORAN. Che ne dici?

Dico che avrai bisogno di tutta la mia riconosciuta abilità di Avvocato per tirarti fuori dalle grinfie dell’ispettore Perla. Il tuo, lo sai, non è amore della verità. Ma masochismo intemerato. Tu vuoi essere fatto a fette da quella donna. Perdi facile lo sai?

La vita non è fatta per le vittorie. Il successo vero è quello dei perdenti con onore.

Disse la volpe all’uva.

Se uno volesse vincere facile si rivolgerebbe a soggetti adeguati. Ma perderebbe il gusto della sfida.

Gionni le donne non sono una sfida. Anche perché in quel caso perderesti 2-0 a tavolino.

Comunque la pensi io vado là a vedere.

Io intanto compro le arance.

Lo sai che soffro di reflusso.

Si ma le potrai scambiare con gli altri tuoi coinquilini di cella.

Dip era in bicicletta. Da quelle parti c’era silenzio e non voleva fare rumore. Arrivato alla recinzione notò il cartello. Era nuovo e diceva in italiano ed inglese di stare alla larga. Ma non era più una zona militare. Perché dunque questa sorveglianza? Si mise dietro una roccia, si era portato un binocolo dalla barca. Non si vedeva nessuno, tranne un cane randagio che impigriva sotto il sole. In compenso c’era un fluorilegio di telecamere. Troppe per un luogo abbandonato. Dopo due ore di attesa sotto un sole da “scattiare” improvvisamente, da una specie di casotto, uscì un uomo. Era in mimetica. Stava controllando dei cavi. Poi tornò velocemente nel casotto.

Abbandonata sto cazzo! – disse Dip

Alla base LORAN c’era gente. Solo che non stava all’aperto. Probabilmente c’erano dei sotterranei. Dip guardò l’antenna. Era enorme, alta 190 metri. Un mostro in proporzione ai 5 metri di Antenna di Radio LAMP. Ma se quel mostro era attivo doveva pur utilizzare delle frequenze. Doveva parlarne con Lorito. Prese la bici e tornò alla Radio.

Cari ascoltatori è arrivato il momento tanto atteso dell’aperitivo Time. Oggi per il nostro vincitore c’è in premio un costume messoci a disposizione dal nostro sponsor Lo Stiletto della impareggiabile Caterina. Se alla moda vuoi restare dallo Stiletto devi passare. Ed andiamo all’indovinello di oggi. Chi è la partner di Kevin Kostner in the Body Guard? Telefonate alla vostra Radio preferita e vincerete il costume bikini taglia d coppa grande. Vi conviene avere una quinta di seno in famiglia se no ci potete fare la spesa.

Vincent fai mettere musica che ti devo parlare.

Cari ascoltatori adesso vi facciamo ascoltare una compilation dei maggiori successi degli anni 80. Cominciamo con Raf ovviamente.

Allora Gionni cosa è successo?

Vincent la base non è più abbandonata. Recinzione altissima. Un putiferio di telecamere.

Vabbè questo per difenderla da ulteriori atti vandalici.

Ho visto un uomo in mimetica. Era un americano.

Perché tu che hai fatto il militare a Cuneo sai distinguere le mimetiche?

Intanto non era Cuneo ma Albenga. E poi ti ricordo che sono un ex cadetto di Modena, ho fatto la scuola ufficiali e abbastanza esercitazioni Nato per riconoscere le uniformi.

Io ancora non ho capito che razza di vita ti abbia fatto Gionni. Sei peggio dei gatti a nove vite.

Sono sette.

Cosa sette?

Le vite dei gatti sono sette. Nove sono le code. Il gatto a nove code. Uno strumento di tortura. Una frusta. C’è pure un interessante film di Dario Argento che si intitola così. Parla di uno strano furto in un’Istituto di genetica.

D’accordo, d’accordo, ora ci mettiamo parlare di Suspiria. Ma sei certo di quello che hai visto.

Sono stato appostato tre ore sotto un poco di sole da cuocere le uova.

Appunto magari ti si è frutto il cervello.

Vincent sta storia si ingarbuglia sempre di più. Pare la lenza di un palancaro che ha preso uno squalo a Lampione.

E cosa dobbiamo fare?

Devi parlare con Maurizio dell’angolo del mare, lui fece un catering a Villa Berlusconi. Magari conosce qualcuno. È sempre tuo cliente?

Certo. Truffa assicurativa con estorsione. Lo volevano fregare. Vittoria facile facile. Sono o non sono il principe del foro?

Loritooo! Lorito mi senti? Levati le cuffie. Lorito ma tu puoi intercettare le frequenze con cui trasmette un’antenna?

Quale Antenna?

Un’antennone gigantesco Lorito. L’antenna del LORAN. Dobbiamo solo sapere se trasmette o è attiva. Ci potresti riuscire?

Gionni guarda che io ho solo il corso della scuola Radio Elettra che mi avete fatto fare quando abbiamo aperto questo posto. Non sono mica un ingegnere di microonde e tecniche delle iperfrequenze. Comunque ci provo. Anche se se stanno in silenzio radio, ed ascoltano solamente, è difficile rintracciare un onda elettromagnetica. Quindi non ti prometto nulla. Però intanto perché non vi mangiate questa pasta al forno fatta da mia sorella? Sono Anelletti, come piacciono a voi.

Lorito ti ho già detto che gli Anelletti al forno sono una pietanza sacra a Palermo. Come l’ostia consacrata in chiesa. Si può mangiare solo lì, e nemmeno tutti la fanno secondo i dogmi ecclesiastici. Intanto ci vanno le melenzane fritte, e poi io sono della congregazione dell’uovo sodo. L’uovo sodo contraddistingue il vero anelletto da imitazioni per palati finuliddi, in pratica degli apostati. Pertanto se ne mangiassi in contrade non riconosciute dalla chiesa gastronomica palermitana potrei essere considerato un eretico.

Quella sera erano all’Angolo del mare dal famoso Maurizio. Il quale con linguaggio aulico sbranava cuochi e camerieri.

Vincent vogliamo parlare con Maurizio?

E non siamo venuti qui apposta?

Si, ma già ci siamo mangiati una caponata di pesce spada, un fritto di calamari, gli spaghetti con le uova di S.Pietro, una “Tannuta” da due chili ed una bottiglia di liquore al finocchietto. C’è altro?

Ci sarebbe il cannolo gelato scomposto.

Io odio il cannolo scomposto. È la trovata più fricchettona della cucina siciliana. Tu scomporresti una mulinciana ripiena? Questa cosa di innovare senza inventare nulla mi sembra una solenne stronzata.

Ma questo è gelato.

Ahh, ecco. Senti parliamoci prima che accoltelli il cuoco e tu lo debba difendere senza speranze.

Stai scherzando! Il tentati omicidio è il mio reato preferito. Si gioca tutto sull’equivoco.

Quale equivoco?

Che il coltello sia stato usato per fini reconditi. Era lì per tagliare del tonno, sapere quanto sia buona la tagliata di tonno, ma una classica buccia di banana ha fatto scivolare il possessore dell’arma da taglio a fini culinari, che ha urtato, incidentalmente si capisce, il malcapitato.

Si con quattro fendenti, si capisce che la banana era lunga due metri.

Saresti un giudice pessimo e prevenuto, non potresti mai fare parte di una giuria popolare.

Grazie non ci tengo.

Guarda chi viene al nostro desco, il beneamato Maurizio!

Signori com’era la Tannuta? Non era eccezionale? Un pesce per bambini innocenti, non per due ciollari come voi due.

A proposito di ciollari ma hai sentito niente di Mino? – chiese Dip.

Mino Bozzetto? Non lo si vede da giorni, avrà incontrato qualche bionda slava. Lui ha una passione per le slavate. A me piacciono scure e con le tette grosse. Come l’ispettore di polizia del comm…

Ehm. Ehhhm. Si Maurizio ci è chiaro. Grazie. Non c’è bisogno di approfondire – disse Il Beccadelli guardando in tralice Dip che già stava sclerando – ma tu ne hai fatto più catering a Villa Berlusconi?

Tranne la prima volta non più. Lui non viene mai. Peccato. Ci farebbe comodo se venisse. Ha sempre ospiti. Lavoro per tutti sull’isola.

Ma hai per caso conosciuto il guardiano? Un russo di nome Igor?

Si lo conosco. Alto, grosso e pelato con la barba. Ogni tanto viene a mangiare qui perché lui dice che è l’unico posto dove mangia bene. E lui se ne intende. È un cuoco pure lui. Si chiama Igor in effetti ma non è russo. È di Catania. Igor Furfante per la precisione. Russo non è di sicuro. Furfante sicuramente.

E comunque avvocato vorrei presentarle un amico che ha qualche problemino di favoreggiamento.

Che cosa favorisce questo amico? – Chiese incautamente Dip.

Niente è che aveva una casa dove due signorine ricevevano.

Ricevevano per il tè? – chiese stupidamente Dip.

Si ma poi c’erano i biscottini che si inzup..

Basta. Abbiamo capito. Ne parliamo in separata sede. Ci può portare il conto Maurizio?

Avvocato mi vuole offendere? Che le ho fatto di male per meritarmi tanto disprezzo. Lei che paga me? Io le sono debitore perenne. Ci vediamo la prossima volta vi aspetto sempre volentieri.

Dip cominciò a pensare che la testimone Debra Winger non era più attendibile di un pentito di mafia. Occorreva comunque parlare con questo Igor. Maurizio gli aveva detto che faceva, non ricambiato pare, il filo a Fortunata la titolare di Barbablù il negozio in via Roma di fronte il Bar Isola delle Rose. Si sarebbe appostato lì.

Giovanni Pizzo

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