Rifiuti, impianto finanziato ma lavori non partono: il caso Kalat

Rifiuti, impianto finanziato ma lavori non partono. “Gara aggiudicata, ma Regione non ha trasferito fondi”

Rifiuti, impianto finanziato ma lavori non partono. “Gara aggiudicata, ma Regione non ha trasferito fondi”

Simone Olivelli  |
venerdì 28 Giugno 2024

Nel Calatino, dove la competenza di pianificare il ciclo dei rifiuti, impiantistica compresa, spetta alla Srr Kalat Ambiente, si convive con uno stato di attesa

Ottenuto il via libera alla Vas del piano regionale dei rifiuti, a tenere banco sono i possibili ricorsi alla giustizia amministrativa. Stando a quanto appreso dal QdS, che ieri ha dato per primo la notizia dell’esito positivo seppur con prescrizioni della valutazione ambientale strategica, a impugnare il decreto dell’assessora al Territorio Elena Pagana potrebbero essere le associazioni ambientaliste che hanno messo in discussione le modalità con cui la Regione ha calcolato la capacità dei due termovalorizzatori che dovrebbero sorgere a Palermo e Catania. Impianti che dovrebbero soddisfare il fabbisogno in tema di indifferenziata, introducendo il recupero energetico anziché ripiegare direttamente, come sempre fatto in Sicilia, sulle discariche.

Per gli ambientalisti, però, la soluzione non terrebbe in debito conto i possibili effetti sul piano ambientale e dei rischi per la salute, oltre che andare in direzione opposta agli orizzonti che l’Unione europea si è data da qui in avanti in materia decarbonizzazoine e gestione del ciclo dei rifiuti.

La distanza con il governo Schifani, tuttavia, è anche di carattere strettamente numerico: per le associazioni, le 600mila tonnellate annue di capacità complessiva previste per alimentare i termovalorizzatori sono eccessive, specialmente se si tiene conto dei miglioramenti che l’Ue impone sul fronte della prevenzione della produzione dei rifiuti e della raccolta differenziata. Per questi motivi, dunque, la possibilità che si arrivi davanti ai tribunali amministrativi è concreta. La legge prevede che i ricorsi debbano essere depositati entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana (Gurs), passaggio questo che, a oltre venti giorni dalla firma di Pagana, non è stato fatto.

Nel frattempo, il settore dei rifiuti continua a muoversi tra le criticità del presente. Su tutte la ripresa, dopo i giorni di chiusura, dell’impianto di Sicula Trasporti. Di storie che ruotano intorno alla spazzatura la Sicilia però è piena. E una arriva dall’entroterra catanese, dove un impianto pubblico danneggiato nel 2021 non è stato ancora ricostruito per mancanza di denaro, nonostante i soldi in realtà siano stati già impegnati.

Il caso Kalat Impianti

Nel Calatino, dove la competenza di pianificare il ciclo dei rifiuti, impiantistica compresa, spetta alla Srr Kalat Ambiente, si convive con uno stato di attesa. Le settimane si sono fatte mesi, ma le cose non sono cambiate. A richiedere pazienza è l’iter che dovrebbe portare al trasferimento dei fondi per i lavori al centro di selezione e stoccaggio che tre anni fa prese fuoco in circostanze poco chiare. Si tratta dell’unico sito pubblico in Sicilia, il resto – si contano sulle dita di una mano – sono tutti privati.
“Ci occupiamo di processare i rifiuti già differenziati, e dunque plastiche, vetro, carta e cartone, in modo da migliorarne la qualità in modo da renderli maggiormente compatibili con l’obiettivo finale che resta il riciclaggio dei materiali”, spiega al Quotidiano di Sicilia l’amministratore di Kalat Impianti, la società che per conto della Srr gestisce il sito, Vincenzo Ciffo.

L’utilità dei centri di selezione e stoccaggio si basa sul presupposto che, seppure il contributo a monte dei cittadini nell’attività di differenziazione dei rifiuti, resta fondamentale, altrettanto necessario è far sì che le materie vengano raggruppate per tipologia specifica. Per fare un esempio, senza entrare nei tecnicismi: non tutto ciò che comunemente chiamiamo plastica può essere riciclata tenendola insieme. Il perfezionamento della differenziata, oltre a garantire un aumento dei quantitativi effettivamente riciclati, determina anche una riduzione di ciò che invece finisce per dover essere smaltito. In discarica o nei termovalorizzatori. Anche a ciò hanno fatto riferimento le associazioni ambientaliste nelle contestazioni al piano Schifani che invece ha ottenuto il parere favorevole della commissione tecnica-specialistica.

“Siamo in attesa che venga trasferita la prima tranche del finanziamento in modo da poter avviare i lavori”, spiega Ciffo in merito a un appalto che, pur essendo stato già aggiudicato alla fine dello scorso anno, ancora non è partito.

I motivi delle lungaggini

Spiegare i perché di questo rallentamento non è semplice. Ciò che si sa è contenuto in un’interrogazione parlamentare presentata di recente dai deputati regionali del Movimento 5 Stelle. A gennaio, invece, a chiedere chiarimenti era stato l’esponente di Sud chiama Nord, Ismaele La Vardera. “La Regione Siciliana, tramite l’assessorato all’Energia con decreto del 30 novembre 2022 – si legge nell’atto rivolto a Schifani e agli assessori Di Mauro e Falcone – ha in favore della Srr Kalat Ambiente il finanziamento relativo al progetto di ricostruzione dell’impianto di selezione della frazione secca dei rifiuti in contrada Poggiarelli, a Grammichele, impegnando l’importo complessivo pari a 11.789.345 euro”.

Nell’interrogazione viene ricordato che le risorse economiche stanziate attingono dai fondi europei e che sulla base di tale impegno è stata svolta una procedura per affidare la progettazione e l’esecuzione delle opere. “La gara è stata aggiudicata all’operatore economico Co.Par.M per un importo pari a 10.440.095,35 euro, Iva esclusa”, viene specificato nel documento. Da allora, tuttavia nulla è stato fatto e il motivo è che la Regione “non ha provveduto all’erogazione delle somme”. Come verificato dal QdS, la notizia dell’aggiudicazione della gara è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea il 6 ottobre 2023. “Il nostro auspicio è che il trasferimento dei fondi venga effettuato al più presto in modo da consentirci di avviare il cantiere che restituirà ai 15 Comuni che sono consorziati alla Srr Kalat Ambiente di poter contare su un impianto innovativo. Migliorare la differenziata – conclude l’amministratore Ciffo – è fondamentale per il futuro di tutti”.

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