Il mondo intero parla dello “scandalo Qatargate“, un vero e proprio “terremoto” che fa tremare il Parlamento europeo e, più in generale, le istituzioni Ue. Si tratta di un caso di sospetta corruzione, che ha fatto finire nel mirino delle istituzioni giudiziarie sei persone.
Tra loro anche una vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili. Per la politica greca, ex giornalista, sono scattati gli arresti domiciliari e un sequestro da 750mila euro. Ma nel mirino degli inquirenti c’è anche un ex europarlamentare e presidente dell’Ong “Fight Impunity”, Antonio Panzieri, assieme alla moglie Dolores Colleoni e alla figlia Silvia Panzeri. In lista anche il compagno di Kaili e assistente parlamentare Francesco Giorgi. Coinvolto poi nell’inchiesta anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale dell’Ong “No Peace Without Justice”.
Ue, scandalo Qatargate: cosa è successo
Lo scandalo che ha sconvolto il Parlamento europeo ruota intorno a un’inchiesta con le accuse di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione.
Perché Qatargate? Il nome è legato al coinvolgimento, in questo presunto caso di corruzione, del noto Paese del Golfo (dove, tra l’altro, sono ancora in corso i mondiali di calcio 2022). Secondo una prima ricostruzione, attualmente al vaglio degli inquirenti, i rappresentanti europei sotto accusa avrebbero accettato “grandi somme di denaro” e “importanti regali” finalizzati a influenzare le decisioni e i commenti del Parlamento europeo.
E questi “regali” arriverebbero proprio dal Qatar, anche se – è importante precisarlo – la Procura non cita direttamente il Paese ma un’organizzazione criminale proveniente dall’emirato del Medio Oriente. Pare che il tentativo di corruzione avesse come obiettivo quello di promuovere l’immagine del Qatar, soprattutto nel campo della tutela dei diritti umani, anche in vista dei Mondiali.
Le reazioni
Di certo, lo scandalo Qatargate darà filo da torcere alle istituzioni europee. Anche se per tutti gli indagati vale il “principio di presunzione d’innocenza” fino a prova contraria, i presunti rapporti indebiti e illeciti tra il Qatar e alcuni massimi rappresentanti delle istituzioni europee avranno comunque un effetto negativo sull’immagine del Parlamento Ue.
In tanti si sono espressi sul caso, politici italiani e stranieri di ogni colore politico.
Parlando alla tv greca Open, l’avvocato del vicepresidente Kaili Michalis Dimitrakopoulos ha detto: “La sua posizione è che è innocente, vi posso dire questo. Non ha nulla a che fare con i finanziamenti del Qatar, nulla, in modo esplicito e inequivocabile. Questa è la sua posizione”.
Mentre l’avvocato ribadisce la posizione dell’indagata più “illustre”, i politici continuano a discutere e ad attendere l’esito delle indagini. Tra loro, si è espresso anche Matteo Renzi, che a “Mattino Cinque” ha dichiarato: “Quello che mi fa arrabbiare che nei palazzi europei si dice sono gli italiani, questo mi fa arrabbiare nero. Non è vero, non è giusto. Dobbiamo fare trasparenza“.
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