Scuola, a rischio dieci istituti della provincia di Siracusa - QdS

Scuola, a rischio dieci istituti della provincia di Siracusa

Solarino Giuseppe

Scuola, a rischio dieci istituti della provincia di Siracusa

giovedì 19 Ottobre 2023

L’allarme sulle conseguenze degli accorpamenti è stato lanciato dall’M5s che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore all’Istruzione. Il tema è anche al vaglio del Consiglio comunale

SIRACUSA – “In provincia di Siracusa, con il progetto di dimensionamento, rischiano di perdere l’autonomia 8 o 10 istituzioni scolastiche”. L’allarme è stato lanciato dal deputato regionale del M5S, Carlo Gilistro, che ha presentato un interrogazione urgente all’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Mimmo Turano.

“Procedere con accorpamenti sulla base di freddi numeri finirà per annullare gran parte degli sforzi compiuti negli anni per costruire senso identitario e clima relazionale nelle comunità educanti – dichiara il deputato pentastellato – . Senza dimenticare che questa azione radicale rischia di impattare negativamente anche sul piano dell’efficienza amministrativa”.

Gilistro: “Maggiore attenzione e responsabilità nelle scelte da parte della Regione”

Gilistro chiede allora maggiore attenzione e responsabilità nelle scelte che verranno compiute dalla Regione. A partire dagli istituti comprensivi di Cassibile e Belvedere, “per via delle differenze sociali che caratterizzano le due frazioni e quindi le relative scuole, impegnate ognuna in un mirato lavoro cucito su misura degli alunni”.

Una condizione simile a quella vissuta dagli istituti Chindemi e Martoglio di Siracusa e per i quali, in un primo momento, il Comune di Siracusa sembrava volesse chiedere l’accorpamento per poi meglio precisare la propria posizione, riconoscendo alle due scuole il ruolo di presidio di legalità in contesti sociali delicati.

“Sarebbe poi paradossale che per appena dieci iscritti venisse privato dell’autonomia il comprensivo Val d’Anapo con sedi a Ferla, Buccheri, Buscemi e Cassaro – prosegue Gilistro -. Si penalizzerebbe così oltremodo la zona montana di Siracusa che già è per sua natura considerata area svantaggiata. Esistono i criteri fissati per legge ma esistono anche deroghe ed eccezioni, misurate su casi particolari”.

Caso a parte, poi, il comprensivo Verga di Siracusa. “È stata la stessa Regione, con il recente pasticcio, a causare il vulnus che non permetterà alla scuola di rispettare il criterio degli iscritti – aggiunge – . Il Verga è stato soppresso con eccessiva premura e quel provvedimento regionale è stato bocciato dal Tar di Catania e dal Cga di Palermo. Ma non c’era più tempo per rimediare ed oggi quella scuola è tecnicamente anonima e priva del codice meccanografico”.

“Incontrerò personalmente l’assessore Mimmo Turano – conclude Gilistro – per approfondire i casi che segnaliamo con la nostra interrogazione e chiarire quelle condizioni che, ritengo, non possano essere ignorate”.

Fronte comune contro le ipotesi di tagli

Il dimensionamento scolastico è stato il tema al centro di una riunione del Civico consesso di Siracusa da cui è emerso un ampio fronte comune contro le ipotesi di tagli. La riunione, coordinata dal presidente Alessandro Di Mauro, in quanto aperta al contributo di soggetti esterni, è servita ad avere un quadro delle esigenze e delle posizioni in campo, utile al Consiglio come base di discussione per le azioni che saranno adottate a breve. All’invito, oltre a dirigenti, docenti, genitori e sindacalisti, hanno risposto il sindaco, Francesco Italia, i deputati regionali, Giuseppe Carta, Carlo Gilistro e Tiziano Spada (Riccardo Gennuso ha inviato un messaggio). La dirigente provinciale dell’Ambito territoriale scolastico (l’ex provveditorato agli studi), Angela Fontana, ha spiegato i meccanismi previsti dalla legge sul dimensionamento che a Siracusa mettono a repentaglio la sopravvivenza del Chindemi, del Martoglio e del Brancati di Belvedere. A tali criteri non sfuggono nemmeno le scuole superiori: a farne le spese dovrebbe essere l’Insolera.

“Le ipotesi di dimensionamento – hanno detto tutti i presenti – vanno respinte perché non tengono conto delle esigenze delle famiglie, degli studenti, dei territori e dei dati preoccupanti sulla dispersione scolastica”.

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