Ogni anno sono 117 i km quadrati che diventano deserto in Sicilia, un'area grande quanto tutte le Isole Eolie: è un dato drammatico e in rapido peggioramento a causa del cambiamento climatico.
Le temperature record registrate finora in questo autunno, con punte di caldo estremo nelle zone di Palermo e Catania di oltre 30 gradi, lasciano preoccupati gli esperti sul rischio di desertificazione per la Sicilia.
A ottobre 2023 nell’Isola le temperature medie sono state tra i 28-30 gradi con punte fino ai 34-35 gradi, in pratica si tratta dell’ottobre più caldo degli ultimi cento anni in Sicilia. In generale l’estate appena trascorsa è stata la stagione più calda mai registrata nella Regione con una media di temperature più alta di 1,3 gradi rispetto al periodo analizzato 2002-2020 dal Sias (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano), mentre l’estate in Italia è stata più di 1 grado più calda della media degli ultimi 30 anni.
Autunno con caldo record, Sicilia a rischio desertificazione
Il cambiamento climatico rischia di segnare profondamente la Sicilia anche per la mancanza di pioggia: settembre e ottobre 2023 infatti sono stati i meno piovosi degli ultimi 20 anni. L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva valutato la Sicilia già nel 2022 come territorio in condizioni di siccità estrema con il 40% di questo in siccità severa e moderata, mettendo in allarme sui rischi per il settore agroalimentare, ma gli aumenti ulteriori quest’anno fanno pensare a una accelerazione dei danni ambientali.
“I giorni piovosi sono diventati nettamente di meno, accadono poi avvenimenti estremi che fanno registrare al suolo un accumulo di acqua elevatissimo che però non lascia modo al terreno, secco e impermeabile, di poterla assorbire – spiega Giuseppe Castorina, meteorologo dell’Ampro -. Se le temperature continueranno ad aumentare in maniera così costante, alle prime perturbazioni di aria fredda, è facile immaginare l’arrivo di eventi estremi. Faccio l’esempio del caso più eclatante, quello di Giampilieri: in tre ore sono caduti 3 cm di pioggia, ma il suolo arido non permette il drenaggio e questo provoca disastri ambientali, favorendo inoltre l’effetto desertificazione che distrugge ulteriormente il terreno e il coltivato” conclude Castorina.
Un deserto entro il 2030
Se i dati sulla desertificazione mettono in allarme tutto il territorio nazionale, è in Sicilia che questi numeri diventano drammatici. In Italia, infatti, l’allarme desertificazione è per il 10% del territorio, Basilicata e Molise sono colpite in circa il 25%, mentre in Sardegna è al 19%. La nostra Regione al momento è desertica per il 42,9% della sua superficie e le previsioni sono in peggioramento.
Ogni anno sono 117 i km quadrati che diventano deserto in Sicilia, secondo uno studio della Società meteorologica italiana. Un’area grande come tutte le Isole Eolie messe insieme. Una tendenza che ci porterà il nostro territorio ad assumere questa caratteristica entro dieci anni per circa tre quarti della sua estensione.
Le conseguenze di questo disastro, oltre che ambientali, sono anche sociali: infatti le aree più compromesse vengono abbandonate dalla popolazione siciliana, in particolare quelle centrali. Secondo i dati diffusi da Eurostat nel 2022, nelle zone di Enna e Caltanissetta, c’è stato un calo di popolazione tra il 9,6% e il 7,8%, ovvero oltre 310mila persone che hanno lasciato la Sicilia.
Ogni anno in Sicilia si registrano temperature superiori alle stagioni passate, con piogge sempre più rare, violente ed estremamente localizzate, senza contare gli incendi che hanno distrutto la vegetazione locale che solitamente permette la mitigazione delle temperature. La preoccupazione degli esperti ora è che nei prossimi anni alcune zone della Sicilia possano diventare definitivamente desertiche, una tendenza che sarà impossibile invertire.