Ricominciare a correre ma prima era lentopede - QdS

Ricominciare a correre ma prima era lentopede

Carlo Alberto Tregua

Ricominciare a correre ma prima era lentopede

giovedì 18 Giugno 2020

Viene strombazzato dal Governo che dopo le riforme e i vari decreti di rilancio, l’economia italiana deve ricominciare a correre.
Ora, in italiano ri-cominciare significa cominciare di nuovo; e ancora, che prima già si correva: ecco la grossolana menzogna di chi ha detto questa frase destinata a diventare celebre per la sua idiozia.
L’epidemia ha annebbiato la mente di chi ci ha governato e della sua opposizione, cioè dell’intera classe politica, perché i primi hanno completamente dimenticato che l’Italia ante virus era quasi in recessione; la seconda, che ha governato fino al 9 agosto del 2019, cioè meno di un anno fa, contribuendo a portare il nostro Paese sulla soglia della recessione.
Insomma, siamo in balìa di incompetenti e menzogneri: incompetenti perché non riescono ad affrontare i gravissimi problemi del Paese trovandovi adeguate soluzioni che sono conseguenti all’assunzione di responsabilità; l’opposizione, perché continua a fare propaganda, sfruttando questa o quella debolezza dei governanti (e le debolezze sono tante) ma non portando all’opinione pubblica quali dovrebbero essere le riforme sostanziali per rimettere in moto l’economia del Paese.

Tali riforme sono state elencate puntualmente dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lo scorso 29 maggio. Sono sette e precisamente: 1) digitalizzazione; 2) infrastrutture; 3) capitale umano; 4) ricerca; 5) innovazione; 6) cultura; 7) risorse.
Ad esse va aggiunta la Questione meridionale e cioè la destinazione di cospicui investimenti superiori al 34% delle risorse, per costruire quelle infrastrutture che consentono all’economia di ripartire; e per riparare quelle parti del territorio che ad ogni intemperia crolla.
Per fronteggiare queste lacune vistose cosa fa la maggioranza? Continua vergognosamente a produrre una legislazione scritta da analfabeti e incompetenti i quali continuano a miscelare la preghiera con la bestemmia, il grano con il loglio e soprattutto nella deprecabile abitudine di demandare a successivi decreti attuativi quasi tutto quello che è previsto dalla legge, con la conseguenza che l’attuazione del volere del Parlamento non trova compimento se non dopo… secoli.
Ricominciare a correre: una barzelletta.Eppure ve ne sarebbe enorme bisogno. Per correre occorrono vere riforme che combattano evasione e nero, mafia e corruzione, inefficienza della Pa e irresponsabilità dei dirigenti e poi cambino le regole per sbloccare i cantieri, per insediare in ogni provincia gli impianti a termocombustione utilizzando gli rsu e, infine, ripetiamo, ma non è mai abbastanza, formulare leggi e procedure lineari, scritte in italiano ed immediatamente utilizzabili.
Le riforme indispensabili per ricominciare a correre debbono essere strutturali perché fondate su progetti esecutivi prontamente, su sostegno alle attività produttive e soprattutto sull’inserimento dei valori di merito e responsabilità nella Pubblica amministrazione senza della quale nessun’attività istituzionale può mai funzionare.
La questione esposta è semplice e comunicata ai responsabili delle istituzioni che possano non ascoltarla perché vogliono fare i sordi. Ma di Sordi ce n’è uno, tutti gli altri sono stronzi.

Tutti si affannano a parlare di risorse finanziarie necessarie per ricominciare a correre e invece trascurano quel segmento fondamentale che è la redazione dei progetti.
Sentiamo un sacco di gente che spara idee a raffica, ma esse non valgono nulla se non si possono trasformare in progetti cioè documenti che contengano quegli elementi per portare alla realizzazione degli obiettivi.
Senza progetti non si può realizzare nulla; perciò andrebbero tacitate quelle persone che continuano a sparare idee senza la minima cognizione di come esse possano concretizzarsi.
Secondo John Maynard Keynes (1883 – 1946) è giusto che gli Stati si indebitino per costruire infrastrutture e fare investimenti, però i debiti debbono essere restituibili alle scadenze. Perché ciò accada è necessario che essi abbiano prodotto risultati e cioè ricchezza, occupazione e imposte.
I debiti sono necessari ma di debiti si può morire a meno che essi non servano per risorgere.

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