Ai microfoni di QdS.it è intervenuta Eleonora Bonanno, architetto e consigliere dell’Ordine professionale di Catania. Ha spiegato potenzialità e criticità legate al Superbonus 110%
Il 17 luglio 2020, con la conversione in legge del Decreto Rilancio, venivano introdotte una serie di misure pensate dal governo per la ripartenza del paese dopo la prima fase della crisi Covid.
Prima fra tutte – per importanza ed incisività – il Superbonus 110% per l’efficientamento energetico ed antisismico degli immobili. Tale misura ha introdotto significative novità rispetto ai “bonus casa” esistenti, ormai, da oltre vent’anni in Italia: dall’aumento dell’aliquota delle detrazioni alla cessione del credito. Per stilare un bilancio sull’efficacia del Superbonus e sulla sua applicazione in questi mesi, il “Quotidiano di Sicilia” ha rivolto alcune domande ad Eleonora Bonanno, architetto e consigliere dell’Ordine professionale di Catania.
Un’occasione da non perdere
La prima riflessione riguarda le ragioni che hanno determinato l’introduzione del Superbonus 110% e i benefici ad esso connessi: “Lo scopo dichiarato – spiega Bonanno – del Superbonus 110% è la riqualificazione, da un punto di vista energetico e sismico, del patrimonio immobiliare italiano che, allo stato attuale, è per lo più insicuro strutturalmente e notevolmente energivoro. Il raggiungimento di questo scopo principale porta con sé una serie di benefici collaterali”.
Si pensi ad esempio – continua – all’emersione del lavoro in nero dal momento che, per portare in detrazione le spese, è necessario fatturare tutto, alla regolarizzazione delle difformità presenti negli immobili visto che l’attestazione della conformità urbanistica è indispensabile per beneficiare del Superbonus, alla riqualificazione architettonica degli immobili di scarsa qualità e valore estetico”.
Senza dimenticare, aggiunge poi Bonanno, “la minore necessità di gas per gli impianti di riscaldamento, che l’Italia importa dall’estero e il volano per tutto il settore edilizio, dai professionisti ai rivenditori di materie prime e alle imprese”.
Un’opportunità da sfruttare appieno, dunque. Un’occasione di rilancio che non può essere persa: “Riteniamo che tale misura possa rappresentare – prosegue – davvero una delle più grandi occasioni per poter stravolgere in senso positivo il mondo dell’edilizia che, come sappiamo, è stato da sempre il settore trainante per l’economia nazionale. In questo momento siamo ancora in una fase di partenza nella quale, però, è fondamentale semplificare davvero le procedure per poter raggiungere lo scopo che il Governo Nazionale si è prefissato”.
I dati di ENEA: la realtà oltre i freddi numeri
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha recentemente diffuso dei dati che, letti indistintamente, farebbero emergere numeri deludenti. Le pratiche valide per il Superbonus 110%, fin qui, sono state 11mila. Dati che, però, vanno approfonditi e messi in correlazione con le tempistiche burocratiche e con gli interventi della politica.
“Il Superbonus 110% è diventato ufficiale, – dice l’architetto Bonanno – con la pubblicazione in Gazzetta del Decreto Rilancio, il 19 maggio 2020. Da quel momento è stato un susseguirsi quotidiano di Circolari dell’Agenzia delle Entrate, Decreti del Ministero dello Sviluppo Economico, guide, FAQ, approfondimenti, pareri, interpretazioni che hanno generato un mostro. Fino al recente Decreto Semplificazioni che, paradossalmente, ha ulteriormente complicato, dal nostro punto di vista, le procedure”.
“Basti pensare, ad esempio, – spiega – alla presunta semplificazione secondo cui gli interventi del Superbonus 110%, ad eccezione di quelli che comportano demolizione ricostruzione, possono essere realizzati con la Comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA). Tuttavia ‘resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento’. Quindi il legislatore, modificando per l’ennesima volta in corsa le regole del gioco, con l’intenzione di voler accelerare l’iter, ha in realtà solo accentuato ancora di più le incertezze procedurali andando anche in deroga al DPR 380/01 senza comprenderne del tutto le conseguenze”.
“Una norma che subisce continue modifiche in corsa – aggiunge – genera ansia e preoccupazione. Inoltre, sembra davvero strano che l’ENEA potesse aspettarsi numeri diversi da quelli reali: sono infatti necessari dei tempi minimi per portare a termine un procedimento edilizio che, nel migliore dei casi, non possono essere inferiori ad un anno ed i decreti attuativi sono stati emanati soltanto ad ottobre 2020.
“Nel caso di un intervento condominiale – entra nel dettaglio Bonanno – per il miglioramento sismico ed energetico dell’immobile, ad esempio, sono necessari almeno 14-18 mesi per espletare l’intera operazione, che da ottobre non sono ancora trascorsi. Questo significa che i cantieri già completi, verosimilmente, riguardano interventi che definiamo di ‘maquillage’, con tempi di progettazione e realizzazione molto brevi, ma che non sono risolutivi per la riqualificazione dell’immobile e non sono funzionali agli scopi che dicevamo prima”.
“Ci teniamo a sottolineare come, soprattutto nella nostra terra – prosegue – altamente sismica, l’intervento di coibentazione dell’involucro, ossia il cosiddetto ‘cappotto’, non può prescindere da un serio intervento di miglioramento sismico. É fondamentale, quindi, che a livello nazionale si comprenda che per ottenere il miglior risultato possibile è necessaria una prima fase di analisi dell’esistente, una buona progettazione dell’intervento ed una realizzazione attenta alle prescrizioni progettuali: tutto ciò ha bisogno di tempo per essere portato correttamente a compimento”.
La risposta di privati e imprese
“I privati sono molto interessati – afferma – a questo tipo di misura perché comprendono che effettuare gli interventi previsti dal Superbonus non solo migliora notevolmente la vivibilità e la qualità del proprio immobile, ma aumenta anche notevolmente il valore del bene”.
“Purtroppo, però, – prosegue Bonanno – il messaggio che è stato fatto passare per promuovere il Superbonus è ‘rifatti la casa gratis’ che, se è vero alla fine dell’operazione, non significa che il cliente non debba anticipare qualche spesa come il corrispettivo professionale al tecnico che esegue la progettazione. A seguito, quindi, del notevole interessamento dei privati, le imprese hanno raggiunto o raggiungeranno a breve la saturazione della loro capacità produttiva che, stante le scadenze attuali, deve concentrare molti lavori in un tempo strettissimo”.
Migliorare e semplificare la procedura
“Il Superbonus 110% necessita sicuramente sia di migliorie – sentenzia – che di semplificazioni proprio per ottenere il miglior risultato possibile a beneficio non solo del privato che ristruttura il proprio immobile, ma anche della società tutta in termini di minori emissioni inquinanti (l’edilizia è responsabile della maggiore quota delle stessa), di minori costi sostenuti per l’acquisto di combustibili fossili dall’estero e di minori costi sostenuti a risarcimento di danni agli immobili dovuti ad eventi calamitosi che, purtroppo, molto spesso colpiscono il nostro Paese”.
“Riteniamo che rendere strutturale – aggiunge – una misura di tale portata darebbe un sicuro impulso al settore che, come detto, è trainante per l’economia, superando al contempo l’esasperata richiesta di materie prime in un lasso di tempo molto contratto. In ogni caso, non sono ammissibili le proroghe date all’ultimo minuto per 6/12 mesi, come sta avvenendo, perché l’attività edilizia ha bisogno di una seria e attenta programmazione che, come abbiamo evidenziato, dura da un anno, nei casi più semplici, fino a 2/3 anni per gli interventi più complessi che sono poi quelli che realmente possono cambiare l’aspetto delle nostre città”.
“Un altro intervento che riteniamo indispensabile – conclude l’architetto Bonanno – è la redazione di un Testo Unico per il Superbonus in cui si eviti di fare richiami ad articoli e commi di leggi finanziarie precedenti che creano confusione nei professionisti ma anche a chi, in fase successiva, dovrà fare i controlli e che rappresenta il motivo principale della sfiducia nella misura. Inoltre, se l’obiettivo, condiviso d’altronde, è l’efficientamento energetico, è assolutamente necessario non dover far riferimento ad un impianto di riscaldamento preesistente la cui assenza pregiudica il beneficio del Superbonus proprio in quegli immobili che ne hanno maggiore necessità”.
Vittorio Sangiorgi