Non esiste un decreto che regola la problematica, le università hanno deciso in autonomia. Messina ha spostato i termini di pagamento di due mesi e mezzo, Palermo di un mese
PALERMO – Gli atenei siciliani, come del resto quelli di tutta Italia, si sono adeguati al periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Lezioni ed esami di profitto online sono ormai diventati la regola. Dunque, poiché la didattica continua ad essere garantita, certamente nel limite del possibile, il pagamento delle tasse universitarie è ancora vigente (seppur con adeguati correttivi e proroghe).
I tre atenei siciliani hanno unanimemente scelto di posticipare le scadenze delle tasse, anche con importanti differenze in termini temporali. Infatti, è importante sottolineare che allo stato attuale non esiste alcun decreto nazionale che regoli questo tipo di problematica, quindi, ogni ateneo ha deciso autonomamente come gestirne la risoluzione.
L’Università di Palermo, come si legge dal sito, ha disposto la proroga del termine di pagamento dal 30 aprile al 31 maggio, naturalmente rinvio non gravato da ulteriori indennità di mora: le misure si intendono applicate anche agli studenti fuoricorso che, non dovendo maturare alcuna frequenza didattica, possono effettuare il pagamento delle tasse e del contributo di iscrizione in qualunque momento dell’anno accademico, prima della prenotazione agli esami di profitto.
Significative novità riguardano anche l’ateneo di Catania, che ha provveduto a rinviare i termini di pagamento della terza rata dal 10 al 30 maggio e dal 10 al 30 giugno per quel che riguarda la quarta rata.
L’Ateneo di Messina, invece, ha previsto termini di pagamento decisamente più ampi: infatti, il termine per il pagamento della rata unica e della seconda rata, precedentemente fissato al 31 marzo, è stato spostato al 15 giugno, mentre quello della terza rata previsto per il 31 maggio è stato prorogato al 10 agosto.
Si tratta certamente di importanti misure che riescono ad agevolare gli studenti siciliani e le loro famiglie, anche se non possiamo trascurare il fatto che un mese in più di tempo per pagare le tasse universitarie non può certamente essere risolutivo in una situazione di estrema emergenza come questa attuale (pensiamo ad esempio agli artigiani). Aggiungiamo poi il fatto che se da una parte lezioni, lauree ed esami di profitto continuano a svolgersi con regolarità, d’altra parte sono stati sospesi i tirocini, quindi l’offerta didattica risulta inevitabilmente compromessa. Solo in alcuni limitati casi è possibile procedere con il completamento dei tirocini a distanza. Allo stesso modo, restano definitivamente sospese anche tutte le attività laboratoriali che per ovvie ragioni non possono essere svolte a distanza.
Infine, una disposizione comune ai tre atenei siciliani, perché discendente dal cosiddetto decreto Cura Italia (decreto legge numero 18/2020), proroga al prossimo 15 giugno i termini dell’ultima sessione delle prove finali per il conseguimento del titolo di studio, relative all’anno accademico 2018/19. Dunque, in questo modo, chi non è riuscito a laurearsi negli appelli di marzo o aprile per problemi legati all’emergenza coronavirus, avrà la possibilità dii completare il proprio percorso universitario senza versare ulteriori tasse aggiuntive.