Tatiana Valovaya, Direttrice Generale dell’Onu di Ginevra: "Ucraina, difficile una pace nell’immediato futuro" - QdS

Tatiana Valovaya, Direttrice Generale dell’Onu di Ginevra: “Ucraina, difficile una pace nell’immediato futuro”

Tatiana Valovaya, Direttrice Generale dell’Onu di Ginevra: “Ucraina, difficile una pace nell’immediato futuro”

giovedì 23 Febbraio 2023

La guerra in Ucraina è uno dei grandi temi internazionali al centro del Forum che il direttore del QdS, Carlo Alberto Tregua, ha realizzato con la Direttrice Generale dell’Onu di Ginevra

Intervistata dal direttore Carlo Alberto Tregua e alla presenza di Michele Zaccheo, Chief of the Radio, TV and Webcast Section del United Nations Information Service (UNIS), la Direttrice Generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, Tatiana Valovaya, risponde alle domande del QdS.

Quali sono l’organizzazione e le funzioni dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (UNOG) rispetto alla sede centrale di New York e se e in che misura l’Ufficio ha una propria autonomia?
“Ginevra è la più grande sede delle Nazioni Unite dopo New York. Le Nazioni Unite sono presenti in tutto il mondo. Abbiamo la nostra sede centrale a New York, ma abbiamo uffici anche a Ginevra, Vienna e Nairobi, che fanno parte del Segretariato globale. Rappresentiamo un sistema che si sviluppa su scala mondiale: abbiamo il nostro Segretariato, che fa riferimento al Segretario Generale, ma naturalmente ci sono anche Agenzie e altre entità. Si dice che New York sia il centro politico delle Nazioni Unite e Ginevra il centro operativo, ma abbiamo anche altre istituzioni e sosteniamo il lavoro di ognuna di esse come l’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo), la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, il Consiglio per i diritti umani, la Conferenza sul disarmo. E naturalmente ci sono molte agenzie come l’Organizzazione mondiale della Sanità, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni. Molti di questi organismi organizzano spesso eventi qui nel Palazzo”.

Quali sono gli eventi più importanti di cui si è occupato l’UNOG nell’ultimo decennio e quali gli obiettivi raggiunti?
“Ogni anno abbiamo migliaia di eventi qui al Palazzo. Prima del Covid avevamo 12.000 conferenze. L’anno scorso ne abbiamo avute più di 8.000. Abbiamo praticamente raggiunto il livello pre-Covid, ma naturalmente ci sono alcuni appuntamenti più importanti di altri. Per esempio, i nostri eventi cruciali a Ginevra sono le sessioni del Consiglio per i diritti umani, eventi molto importanti perché Ginevra è la capitale dei diritti umani. Anche le sessioni della Conferenza sul disarmo si svolgono qui a Ginevra. E naturalmente ci sono molti altri appuntamenti: per esempio, il 2023 è iniziato con una grande conferenza che ha visto la partecipazione del Segretario Generale per raccogliere un pacchetto di aiuti nei confronti del Pakistan a seguito delle disastrose inondazioni. Inoltre, per esempio, ospitiamo qui al Palazzo delle Nazioni l’Assemblea mondiale della sanità o gli organi direttivi dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Alla fine di questo mese ci sarà il segmento di alto livello del Consiglio per i diritti umani e della Conferenza sul disarmo. Di solito, in occasione di appuntamenti di questo tipo, si può contare sulla presenza di circa sessanta capi di Stato, capi di Governo e ministri degli Esteri”.

Concentriamoci un attimo sulla vostra attività: qual è la maggiore difficoltà nel mettere assieme interessi contrastanti?
“Le Nazioni Unite rappresentano un’organizzazione multilaterale. Per noi è importante riunire intorno a un tavolo tutti gli Stati membri coinvolti, con le diverse posizioni, e offrire l’opportunità di lavorare insieme per trovare soluzioni. Naturalmente tutto questo non è facile, soprattutto quando la situazione è molto complicata a livello internazionale. Per esempio, qui a Ginevra abbiamo avuto colloqui politici molto delicati sul Comitato costituzionale della Siria o sui processi in Libia. E siamo stati molto felici che durante il Covid, nel 2020, i rappresentanti delle diverse fazioni libiche siano riusciti a firmare l’accordo di cessate il fuoco. Ciò significa che è molto importante portare le parti a Ginevra, farle sedere intorno a un tavolo, dare loro l’opportunità di parlarsi e cercare una soluzione. È difficile, ma si può fare”.

Qual è il programma delle principali attività che l’UNOG intende svolgere nell’anno 2023?
“Ci sono molte priorità e recentemente il Segretario Generale, parlando all’Assemblea Generale, ha annunciato le priorità dell’organizzazione per quest’anno. Per esempio, il prossimo grande evento sarà il segmento di alto livello del Consiglio dei diritti umani e della Conferenza sul disarmo. Ci aspettiamo che molti ministri degli Esteri e capi di Stato partecipino a questo evento. È un forum cruciale in cui si parlerà di disarmo, della necessità di lavorare per la pace, di cercare soluzioni e di diritti umani. Allo stesso tempo, questo è un anno molto importante per gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel corso dell’anno si terranno a New York i vertici di riferimento, per i quali stiamo lavorando in quanto tali obiettivi sono molto importanti per noi, qui a Ginevra. Molte agenzie specializzate stanno lavorando per gli obiettivi di sviluppo sostenibile, che comprendono il clima, lo sviluppo economico, i diritti umani, l’uguaglianza di genere. E naturalmente stiamo anche pensando al prossimo anno, a qualche anno nel futuro, al ruolo che le Nazioni Unite possono svolgere per preservare la pace nel mondo e allo sviluppo ecologico per le generazioni future. Sarà quindi un anno molto importante”.

Quante adunanze generali effettua l’UNOG durante un anno? Vi è una buona partecipazione?
“Siamo tornati alla vita normale. Non ci sono restrizioni nel Palazzo per la partecipazione alle riunioni e gli appuntamenti sono sempre molto partecipati. Come ho detto, l’anno scorso abbiamo avuto più di 8.000 incontri e tra i trecento e i cinquecento erano incontri in presenza. Allo stesso tempo, però, stiamo sfruttando nuove opportunità e innovazioni che si sono diffusi durante il Covid. Ora offriamo anche la possibilità di organizzare incontri ibridi e questo è molto, molto importante perché quando si dà la possibilità di un incontro ibrido, significa che, per esempio, possono essere coinvolti molti piccoli Stati membri che non hanno le risorse necessarie per venire a tutti gli incontri a Ginevra. Prima dovevano scegliere a quale riunione partecipare inviando una delegazione, ora possono partecipare dalle rispettive capitali. Inoltre, per noi è importante il coinvolgimento della società civile: molto spesso abbiamo eventi con i giovani, molti incontri con gli attivisti del mondo. Se prima del Covid, per esempio, c’era una stanza piena di ottocento persone, ora c’è la stessa stanza con lo stesso numero di persone, ma ci sono migliaia di persone online collegate da molti Paesi del mondo. Per noi sono fondamentali l’apertura, la diversità e l’inclusione”.

I rappresentanti delle Nazioni aderenti sono gli stessi presenti a New York, oppure sono diversi?
“Ci sono missioni permanenti con i loro ambasciatori a New York e anche qui abbiamo missioni permanenti, 182 in totale. Alle Nazioni Unite ci sono 193 Stati membri e qui a Ginevra abbiamo una rappresentanza praticamente universale. Questo rende Ginevra un luogo unico, perché ci sono così tante missioni. Dopo New York, è il luogo più grande in cui gli Stati membri sono rappresentati a livello di missioni e di ambasciatori, che possono partecipare a tutte le attività”.

Un’ultima domanda sull’Ucraina: la pace è vicina o lontana?
“Attualmente non è all’ordine del giorno. È una questione difficile, ma naturalmente tutti noi speriamo nella pace. Ciò che è molto importante è che il Segretario Generale delle Nazioni Unite stia lavorando per questo obiettivo. Come ha sottolineato, però, è difficile immaginare una fine della guerra nell’immediato futuro in mancanza di un serio negoziato tra le due parti. In ogni caso, ci sono molte attività delle Nazioni Unite che potrebbero favorire lo stop al conflitto. Naturalmente, una delle priorità principali è il sostegno umanitario: dobbiamo sostenere le persone, milioni di persone che sono sfollate, rifugiate, che hanno bisogno di aiuto. Allo stesso tempo, ci sono altre iniziative come, per esempio, quella sul grano del Mar Nero lanciata dal Segretario Generale, che ha consentito di portare alimenti e fertilizzanti da quella parte del mondo ai mercati globali. Questo è fondamentale per le zone in via di sviluppo, in particolare per i Paesi africani. Ci sono quindi molte cose che possiamo fare, ma naturalmente tutto dipende anche dai partecipanti al conflitto e noi speriamo davvero che la pace arrivi presto. Questa è la nostra motivazione principale”.

La storia di un’Istituzione e dell’edificio che la ospita

La Società delle Nazioni, il predecessore delle Nazioni Unite, stabilì inizialmente il suo Segretariato nell’edificio dell’Hôtel National, oggi noto come Palais Wilson, lungo le rive del Lago di Ginevra. Durante la sessione straordinaria tenutasi nel 1926 per discutere l’ammissione della Germania alla Lega, l’Assemblea approvò un concorso internazionale di architettura per la costruzione del Palazzo delle Nazioni, futura sede della Società delle Nazioni.

Nel 1927, 377 progetti architettonici furono presentati alla Società delle Nazioni. Poiché era impossibile raggiungere un accordo unanime su una singola proposta, cinque architetti furono nominati per lavorare su un progetto comune: Julien Flegenheimer della Svizzera, Camille Lefèvre e Henri-Paul Nénot della Francia, Carlo Broggi dell’Italia e József Vágó dell’Ungheria. Sebbene non inclusa nel progetto originale, una biblioteca venne incorporata nel progetto architettonico, grazie a una donazione di due milioni di dollari da parte di John D. Rockefeller Jr.

Con l’inclusione di una biblioteca, la Società delle Nazioni aveva bisogno di trovare un appezzamento di terreno più grande di quanto originariamente previsto lungo le rive del Lago di Ginevra. Alla fine, attraverso uno scambio con la città di Ginevra, il Palais trovò la sua casa nei 46 ettari del Parco Ariana. Il Parco venne lasciato in eredità alla Città di Ginevra da Gustave Revilliod alla sua morte nel 1890, come ultimo discendente della famiglia Revilliod de la Rive.

Costruito nello stile art déco dell’epoca, la prima pietra del Palazzo fu posta nel Parco Ariana il 7 settembre 1929. Sotto la pietra si trova uno scrigno contenente un elenco degli Stati membri della Società delle Nazioni, una copia del Patto della Lega e monete di tutti i Paesi rappresentati alla sua Decima Assemblea. La Società delle Nazioni trasferì la sua sede al Palazzo delle Nazioni nel 1936.

Sciolta in un’Assemblea finale tenutasi a Ginevra nell’aprile 1946, la Società delle Nazioni cedette le sue proprietà e beni all’Organizzazione delle Nazioni Unite, il cui fiore all’occhiello era il Palazzo delle Nazioni. Mentre la sede della nuova Organizzazione è stata stabilita a New York, l’Ufficio europeo delle Nazioni Unite rimase nel Palazzo delle Nazioni.

Difesa e tutela dei diritti umani nel mondo

Ospitato all’interno del Palais des Nations, l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (ONU Ginevra) funge da ufficio di rappresentanza del Segretario generale in Europa. Punto focale della diplomazia multilaterale, la sede ha ospitato più di 10.000 riunioni all’anno prima della pandemia di Covid-19, rendendola uno dei centri congressi più frequentati al mondo. È anche la più grande sede dell’ONU dopo quella di New York, con oltre 1.600 dipendenti.

Attraverso le sue attività quotidiane, questa istituzione contribuisce in modo significativo agli sforzi globali delle Nazioni Unite per mantenere la pace e la sicurezza internazionali, promuovere il disarmo, proteggere e tutelare i diritti umani, sradicare la povertà, attuare pratiche di sviluppo sostenibile e fornire aiuti umanitari rapidi ed efficaci nelle emergenze. Ogni anno, UNOG accoglie molti dignitari e delegazioni di alto livello che partecipano a scambi bilaterali, riunioni intergovernative, conferenze e altri importanti eventi dedicati alla condivisione e allo scambio di informazioni.

Per rappresentare efficacemente il Segretario Generale, la sede di Ginevra dell’Onu svolge importanti funzioni di collegamento. Si coordina con missioni permanenti, il Governo svizzero e altri Governi nazionali, organizzazioni intergovernative e non governative, istituti di ricerca e accademici, nonché organizzazioni regionali e altre organizzazioni del sistema comune delle Nazioni Unite con sede a Ginevra. Svolge anche un ruolo cruciale nel facilitare la cooperazione inter-agenzia tra questi vari attori.

ONU Ginevra fornisce supporto amministrativo e operativo a più di quaranta entità del sistema delle Nazioni Unite in Europa e ai loro uffici sul campo in tutto il mondo. Gestisce le strutture delle Nazioni Unite a Ginevra e fornisce servizi di conferenza per le riunioni del sistema delle Nazioni Unite tenutesi in città e in altre località. Fornisce anche una piattaforma per gli scambi culturali attraverso le varie attività culturali che organizza tutto l’anno.

L’ONU a Ginevra è guidata da un Direttore Generale a livello di sottosegretario generale che risponde al Segretario Generale.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017