L’episodio avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi
“Intorno alle 21 di ieri un detenuto 31enne di origini pugliesi, condannato a 23 anni di carcere per resistenza, ricettazione, oltraggio, lesioni, minacce, atti persecutori, rapina, furto, danneggiamento, trasferito a Marassi per sicurezza dopo aver girato ben 23 istituti, ha ingerito per protesta diverse lamette”. Lo rende noto Fabio Pagani, Segretario Regionale della Uilpa Penitenziari.
“Appena arrivato al pronto Soccorso del San Martino, il detenuto è andato in escandescenza, con minacce al personale di Polizia Penitenziaria e soprattutto creando scompiglio nella sala di attesa. Dalla bocca ha tirato fuori una lametta minacciando di tagliare la faccia ai poliziotti e sequestrare un civile, tentando poi la fuga dall’uscita di emergenza del reparto, ma è stato bloccato dalla Polizia Penitenziaria”.
“L’immediata reazione degli agenti di Polizia penitenziaria è servita a bloccare il tentativo di evasione – sottolinea Pagani – L’episodio avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi e mette ancora una volta a nudo la fragilità della sicurezza carceraria in senso lato e le immani difficoltà della Polizia penitenziaria, fatte soprattutto di inadeguatezza degli organici e mancanza di equipaggiamenti. L’episodio rappresenta uno dei casi di scuola sull’utilità della dotazione del Taser anche per il Corpo di Polizia penitenziaria, unica fra le forze di polizia a non possederlo. E’ giunta l’ora che l’esecutivo si faccia compiutamente carico dell’emergenza penitenziaria tuttora in atto e dei mali atavici che affliggono il Corpo di Polizia penitenziaria da decenni di malgoverno”.