Terremoti, eruzioni, frane, il Paese dei rischi ignorati dai governi - QdS

Terremoti, eruzioni, frane, il Paese dei rischi ignorati dai governi

Carlo Alberto Tregua

Terremoti, eruzioni, frane, il Paese dei rischi ignorati dai governi

giovedì 19 Novembre 2020

Rischio idrogeologico, rischio vulcanico, rischio terremoti, rischio “bombe d’acqua”: sono i principali guai che possono capitare al nostro Paese. Ma i Governi degli ultimi settant’anni li hanno semplicemente ignorati. Cosicché vi sono state frane di colline intere e deflagrazioni dei due vulcani attivi, Etna e Stromboli, mentre si nasconde il rischio del Vesuvio, sulle cui pendici sono stati improvvidamente costruiti immobili abitati da circa seicentomila persone. Se dovesse verificarsi un’eruzione, come quella del 79 d. C., esse morirebbero per i gas, come accadde allora.
Qualcuno potrebbe obiettare che contro le eruzioni vi sia poco da fare. Non è vero, perché basterebbe avere una razionale organizzazione del territorio per diminuire il rischio relativo.
Si dice anche che i terremoti non si possano prevedere. Giusto, però si possono attuare azioni di prevenzione in condizione di contrastarne gli effetti, come hanno ben fatto Giappone e Corea, nazioni i cui immobili ormai resistono fino al settimo grado della scala Richter.

Per i terremoti vi sono alcune azioni preventive: per esempio obbligare o indurre in maniera forte i proprietari di immobili, anche in condominio, a effettuare le opere antisismiche. In questo versante bisogna riconoscere che gli ultimi Governi hanno messo in atto notevoli agevolazioni, perfino eccessive, mediante il cosiddetto meccanismo del credito di imposta fino al 110 per cento della spesa. Ma la ruota si muove lentamente, perché i percorsi sono ossessionati da adempimenti burocratici che scoraggiano coloro i quali volessero utilizzare queste agevolazioni.
A riguardo ricordiamo, per semplicità, come il soggetto che decide di effettuare i lavori possa trasferire il credito di imposta all’impresa che li esegue, la quale a sua volta può trasferire tale credito alle banche, che finanziano i lavori stessi. Una filiera semplice, complicata dalla dannata burocrazia.
Per quanto concerne i rischi idrogeologici, cioé la manutenzione del territorio, le istituzioni sono del tutto assenti per ignavia e incapacità, con la conseguenza che non viene messa in atto alcuna azione preventiva.
Sono migliaia o decine di migliaia le iniziative a livello centrale e locale che dovrebbero essere prese per altrettanti lavori in parte strutturali e in parte di manutenzione. Vi sono i Fondi europei che potrebbero sostenere queste iniziative, però vi è sempre l’apparato burocratico che non è in condizione di accedere a questi fondi mediante progetti redatti secondo le regole della Comunità.
Non solo incapacità della burocrazia, ma anche del ceto politico che gestisce le istituzioni, che non è in condizione di indirizzare la sottostante classe di pubblici dirigenti e dipendenti che così, senza guida, non programmano obbiettivi e non raggiungono risultati.
Il nostro è un Paese fragile dal punto di vista territoriale, per cui sarebbe stata necessaria un’attività costante per ripararlo, almeno nei punti di maggiore criticità. Così non è mai avvenuto, né si vede in prospettiva un’azione di Governo per riparare almeno in parte questo povero territorio.

In tale quadro, vi è la questione dei fiumi, i cui argini non sempre sono controllati, in condizione di reggere ingrossamenti delle acque fuori misura. Cosicché, basta una cosiddetta “bomba d’acqua” per farli esondare con danni al territorio incalcolabili. è vero, le bombe d’acqua non si possono contrastare, ma si possono prevedere. Se gli argini dei fiumi fossero costruiti in modo da resistere alle emergenze, i danni indicati non vi sarebbero.
Torniamo un attimo ai terremoti. Vi è da osservare che i danni conseguenti rimangono senza le necessarie riparazioni da parte dello Stato, sempre per quella burocrazia che non funziona.
Ci si chiede come mai i Governi non abbiano pensato di istituire l’assicurazione obbligatoria, come quella degli autoveicoli, che costa relativamente poco, ma che consentirebbe ai proprietari degli immobili di essere risarciti per questi eventi in tempi normali.
L’assicurazione oggi è facoltativa, ma non sono molti i proprietari che la utilizzano, pensando sempre che in caso di terremoti ci sarà qualcuno che pagherà. Buon per loro.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017