L’Indice del dono fornisce una fotografia dell’impegno profuso dai Comuni italiani nella gestione complessiva del servizio di registrazione della dichiarazione di volontà prendendo in considerazione i flussi di dati provenienti dal Sistema Carta Identità Elettronica (CIE) e registrati nel Sistema Informativo Trapianti (SIT) tra il 30 novembre 2019 e il 31 ottobre 2020.
L’Indice del dono è espresso in centesimi; è stato
elaborato tenendo in considerazione 3 parametri, a cui è stato applicato un peso specifico: percentuale delle dichiarazioni su carte d’identità elettroniche (CIE) emesse per popolazione maggiorenne (punteggio, 20); percentuale dei consensi su CIE emesse per popolazione maggiorenne (punteggio, 20); percentuale dei consensi sul totale delle dichiarazioni (punteggio 60).
A Ustica più di 8 cittadini su 10 hanno scelto di registrare la propria volontà alla donazione e più di 7 su 10 hanno detto di sì, un risultato che fa del piccolo comune siciliano di 1.318 abitanti il migliore in assoluto in Italia.
Tra i Comuni siciliani con più di 100 mila abitanti, Catania ha un indice del dono del 40,36 %, Palermo del 43,89%, Siracusa 47, 33%, Messina 49,35. Dai dati relativi alle province emerge che Enna è 80° in Italia con un indice del dono del 48,58, seguono Messina (47,78), Palermo (45,96), Trapani (45,45), Siracusa (44,86), Ragusa (44,76), Agrigento (43,34), Caltanissetta (43,11), Catania (42,88).
Tra le regioni, la Sicilia è all’ultimo posto con un indice del 44,92 per cento.
Tra i segnali di allerta registrati dall’analisi dei dati nazionali, c’è la crescita del tasso di opposizione alla donazione: più di 3 cittadini su 10 si dichiarano contrari alla donazione (34% i “no” censiti nel 2020 contro i 32.8% dell’anno precedente).
“Questi dati – commenta Giorgio Battaglia, Coordinatore regionale del CRT – ci inducono a ritenere che bisogna impegnarsi con maggior vigore nelle champagne di sensibilizzazione coinvolgendo le amministrazioni locali. Le campagne di comunicazione devono essere rinnovate periodicamente per mantenere viva l’attenzione dei cittadini e al contempo è necessario offrire una formazione più capillare agli operatori degli uffici anagrafici, in modo che, così come prevede la normativa, possano offrire questa possibilità a tutti i cittadini in modo chiaro e informato”.
(ITALPRESS).