La Fondazione Airc la definisce come una delle neoplasie più difficili da curare. Il direttore dell’Uoc di Oncologia medica del Villa Sofia-Cervello, Verderame, illustra al QdS le caratteristiche del carcinoma
PALERMO – Il tumore del pancreas, una neoplasia ancora difficile da curare che, nonostante i progressi della ricerca e della medicina, resta uno dei più complessi da trattare, soprattutto perché in molti casi diagnosticato in fase già avanzata. Questo quanto riportato dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro nel suo aggiornamento risalente al marzo 2023, generando comprensibili allarmi nel mondo scientifico. Una neoplasia severa che richiede tempestivi interventi di cura alla luce degli specifici tassi di mortalità e dei costi sanitari e umani, direttamente gravanti sulla società e sul welfare, aspetti spinosi che abbiamo affrontato con il direttore dell’Uoc di Oncologia medica, Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo, il dottor Francesco Verderame.
Dottore Verderame quali sono le caratteristiche del tumore del pancreas? Come si diagnostica?
“Il tumore del pancreas ha con estrema frequenza una presentazione subdola e spesso con sintomi sfumati. Questo comporta che nella maggior parte dei casi la diagnosi è tardiva per potere effettuare un trattamento chirurgico, l’unico che permette di mirare a una reale guarigione. I sintomi sono spesso collegati alla localizzazione della malattia all’interno dell’organo (testa, corpo o coda) e possono essere collegati anche al tipo istologico di malattia che abbiamo di fronte (adenocarcinoma, carcinoma neuroendocrino o altri istotipi più rari). Possiamo affermare che una delle caratteristiche della neoplasia del pancreas è la variabilità dei sintomi con cui si può presentare (dolore addominale o alla colonna lombare, ittero, prurito, scompenso diabetico). La diagnosi si pone con le indagini imaging che fanno vedere la presenza di una tumefazione nell’organo (ecografia, Tac, Rmn in alcuni casi la Pet) e quindi danno una diagnosi di sospetto e valutano l’aspetto dimensionale e la diffusione di malattia. La diagnosi di certezza va posta con l’accertamento bioptico che permette di fare diagnosi e ci dà le informazioni sull’esatta istologia della neoplasia. La biopsia deve essere eseguita sul tumore primitivo quando questo è localizzato al pancreas, quando siamo di fronte a una malattia metastatica (al fegato, al polmone) spesso si preferisce ottenere del materiale diagnostico da una delle metastasi se più facilmente raggiungibile”.
Quale la sua diffusione attuale?
“L’incidenza annua, cioè il numero di nuovi casi diagnosticati per ogni anno, aumentata progressivamente nelle nazioni industrializzate, attualmente è stimata in nove casi ogni 100 mila abitanti. In Italia, secondo i dati dell’Associazione italiana dei registri tumori (Airtum), nel 2020 si è registrata una crescita significativa dell’incidenza dell’adenocarcinoma del pancreas tra gli uomini, sebbene si manifesti senza grandi differenze in entrambi i sessi”.
Quale il tasso di mortalità, è maggiore degli altri tumori?
“ll carcinoma pancreatico è una delle neoplasie a prognosi più infausta, rappresentando la quarta causa di morte nel sesso femminile (7%) e la sesta nel sesso maschile (5%), con una sopravvivenza a 5 anni dell’8% e a 10 anni del 3%. Naturalmente la prognosi è nettamente influenzata dalle dimensioni della malattia iniziale, dalla sua eventuale operabilità alla diagnosi o dopo trattamento chemioterapico e dalla risposta alla terapia”.
Quali le cause e quali i trattamenti più efficaci?
“Le cause sono sconosciute, sono stati identificati alcuni fattori che possono aumentare il rischio di carcinoma del pancreas quali età, infatti il rischio aumenta dopo i 60 anni, sovrappeso e obesità, ridotta attività fisica, alto consumo di grassi saturi e alimentazione povera di verdure e frutta fresca, diabete, fumo di sigaretta, presenza di casi di tumore al pancreas in famiglia. Come detto prima il trattamento più efficace è la chirurgia, quando ne esistono i presupposti (solitamente tumore piccolo, non infiltrante le strutture vascolari vicine, assenza di metastasi o non esteso oltre l’organo). I dati scientifici orientano sempre di più ad utilizzare una chemioterapia neoadiuvante prima della chirurgia, anche in presenza di una neoplasia operabile già alla diagnosi. Nel caso siamo di fronte a una malattia localmente avanzata potenzialmente operabile, il trattamento chemioterapico deve essere tempestivo e intensivo al fine di ricondurre all’operabilità la neoplasia. In caso di malattia non operabile o metastatica il trattamento è sempre chemioterapico, ma con lo scopo di cronicizzare la malattia e migliorare la qualità di vita del paziente”.
In termini di costi sanitari quanto questo tipo di tumore incide su ricoveri e terapie?
“Molto difficile fare questo calcolo, sicuramente il costo sociale di questa malattia è elevato poiché, come detto prima, riguarda spesso persone che sono in piena attività lavorativa e quindi, oltre ai costi per la gestione della malattia diretta (diagnosi e terapia), si devono considerare i costi sociali e familiari. Inoltre negli ultimi anni si stanno sviluppando farmaci che presentano un costo più elevato. Al costo dei farmaci va aggiunto il costo degli esami diagnostici durante la terapia, oltre ai possibili ricoveri per la diagnostica e per le complicanze della terapia”.
Esistono centri specializzati in Sicilia?
“Certamente i centri a più alto volume o con un expertise maggiore riescono a gestire al meglio il paziente soprattutto per la diagnostica e l’eventuale chirurgia. Per quanto concerne la gestione dei trattamenti chemioterapici posso affermare che le oncologie della Sicilia hanno una buona esperienza per la gestione complessiva del paziente e delle complicanze dei trattamenti”.