Turismo escursionistico, una grande miniera d’oro che può far spiccare il volo alla Sicilia - QdS

Turismo escursionistico, una grande miniera d’oro che può far spiccare il volo alla Sicilia

redazione

Turismo escursionistico, una grande miniera d’oro che può far spiccare il volo alla Sicilia

Fabrizio Giuffrida  |
giovedì 16 Novembre 2023

L’Isola è tra le mete più desiderate all’estero insieme alla Toscana, ma servono servizi adeguati per i viaggiatori

PALERMO – Le esperienze turistiche lente, lontane dal tran tran delle grandi città e a contatto con la natura sono sempre più ricercate dai viaggiatori, che soprattutto dopo la pandemia da Covid-19 si sono orientati verso nuovi modi di vivere le proprie vacanze.

Quello che viene definito turismo escursionistico è balzato quindi prepotentemente in primo piano e gli operatori più lungimiranti si sono subito attrezzati per intercettare questo genere di flussi. Una miniera d’oro, vista la grande domanda presente a livello nazionale, che anche il nostro Paese – e in particolare la Sicilia – deve essere bravo a valorizzare.

Un’indagine Enit realizzata da Touring Club e Ipsos indaga proprio il mondo del turismo escursionistico per definirne la nomenclatura, i percorsi e gli obiettivi. “Si tratta – hanno evidenziato dall’Ente nazionale italiano del turismo – di un genere che predilige l’andamento slow e i cammini in percorsi naturalistici. Per la prima volta uno studio indaga e definisce il concetto di viaggio escursionistico andando a mappare i percorsi dei cammini a piedi italiani”.

Viaggi totalmente autorganizzati

Il settore comprende viaggi totalmente autorganizzati, acquistati attraverso operatori specializzati o associazioni e agenzie territoriali. Sono compresi anche i viaggi che prevedono una serie di servizi dedicati all’escursionista (trasporto a destinazione dei bagagli, transfer ai luoghi di partenza dell’itinerario ecc…).

Il viaggio è organizzato per tappe che portano i turisti a cambiare struttura e località di pernottamento sia in forma lineare sia circolare. Sono invece esclusi i viaggi che prevedono un’articolazione “a margherita”, ovvero in cui resta fisso per l’intera durata della vacanza il luogo di pernottamento e che permette di compiere tutte o in parte le tappe previste da itinerari e cammini noti, ovvero per i quali esistono siti informativi dedicati o che sono stati esplicitamente strutturati da un tour operator o un’agenzia di viaggi all’interno di un catalogo dedicato.

Mappati cento cammini per circa 30 Km

Nello studio, ancora in corso, ma che ha già fornito i primi interessanti risultati, sono stati mappati cento cammini per una lunghezza complessiva di circa trentamila chilometri: 79 hanno un sito web ufficiale ma 16 sono stati esclusi dall’analisi sui contenuti perché non turistici (siti di progetti europei) o ancora in costruzione. I siti web analizzati sono stati 63 di cui: il 75% dei siti riporta i servizi disponibili lungo il percorso (ricettività, ristorazione, servizi al camminatore) o convenzionati per chi ha le credenziali; il 74% dei siti fornisce le tracce gps del tracciato; il 74% dei cammini rilascia credenziali/testimonium; il 73% dei siti descrive gli attrattori presenti lungo il cammino; il 69% dei cammini ha una guida ufficiale o materiale informativo cartaceo o scaricabile; il 63% dei cammini è gestito da enti del terzo settore; il 61% dei siti indica il livello di difficoltà del cammino; il 54% dei cammini offre la possibilità di una fruizione sia a piedi sia in bici; il social media più diffuso per promuovere i cammini è Facebook (50%), seguito da Instagram e YouTube; il 49% dei siti è multilingua (inglese la lingua più presente); il 34% dei siti ufficiali dà la possibilità di acquistare pacchetti o escursioni guidate; il 25% dei siti fornisce il servizio di alert per segnalare deviazioni o inagibilità dei cammini.

“L’indagine demoscopica – hanno sottolineato da Enit – è stata condotta tra il 15 agosto e il 15 settembre 2023 su campioni rappresentativi della popolazione italiana (1.000 casi), francese, inglese e tedesca (cinquecento casi per Paese) con metodo Cawi (una metodologia di raccolta dei dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web fornito attraverso un link, un panel o un sito web).

Il 25% degli inglesi, il 20% dei francesi, il 19% dei tedeschi e il 17% degli italiani ha già avuto esperienze di turismo lento (ovvero a piedi o in bicicletta). Il 45% degli inglesi, il 42% di francesi e tedeschi e il 37% degli italiani ha intenzione di farlo nel futuro. Tra chi afferma di non essere interessato, la quota più alta è tra gli italiani (23%) rispetto al 21% dei tedeschi, al 18% dei francesi e al 15% degli inglesi.

Tra le destinazioni preferite per sviluppare il turismo lento gli italiani segnalano Italia (60%), Spagna (39%), Portogallo e Croazia (29%) e Francia (27%). Considerando le regioni italiane, le più citate sono Trentino-Alto Adige (33%), Toscana (32%), Umbria (30%) e Sicilia (26%).

Enit è attenta da sempre al mondo dei cammini

“L’analisi – ha commentato Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit – è il primo passo per mettere ordine e di sviluppare sinergie adeguate a target e località. Dalla conoscenza del fenomeno turistico nasce anche la declinazione di un’offerta dedicata sempre più performante. Enit è attenta da sempre al mondo dei cammini, lo abbiamo dimostrato già con progetti legati alla Francigena e ai percorsi dei Cappuccini ma è opera il momento di far conoscere in un sistema di rete e percorsi integrati ogni evoluzione territoriale italiana legata a questo segmento”.

Stando alle regioni italiane più ricercate nel sondaggio, c’è una convergenza su Sicilia e Toscana: francesi (Sicilia 44%, Toscana 39%), inglesi (Sicilia 44%, Toscana 27%) e tedeschi (Toscana 48%, Sicilia 32%).

“Il Turismo escursionistico – ha affermato il direttore del centro studi Touring club Massimiliano Vavassori – è un pilastro essenziale nel panorama turistico, e l’indagine condotta riveste un ruolo cruciale per il comparto. Queste ricerche ci consentono di comprendere meglio le preferenze e le aspettative dei viaggiatori, contribuendo così a progettare esperienze di viaggio più soddisfacenti. Inoltre, ci aiutano a preservare l’ambiente naturale, promuovere le destinazioni escursionistiche e sostenere le economie locali. Il Touring Club è orgoglioso di promuovere e sostenere attivamente questo tipo di ricerca per garantire un turismo escursionistico sostenibile e gratificante per tutti gli amanti dell’outdoor e della cultura”.

I percorsi più importanti sul territorio tra storia, cultura ed enogastronomia

Tra le mete preferite dai viaggiatori esteri per il turismo escursionistico, dunque, la Sicilia la fa da padrone insieme alla Toscana. Un risultato che fa capire quali potenzialità abbia questo comparto per un territorio – che com’è noto può contare anche su altre numerose peculiarità ambientali, naturalistiche, archeologiche, culturali e molto altro ancora – dalle straordinarie potenzialità ancora non adeguatamente sfruttate.

Per supportare un turismo molto strutturato come quello escursionistico servono, come già accennato nel pezzo principale, servizi adeguati e puntuali. Di cui in questo momento il nostro territorio sembra ancora nella maggior parte dei casi sprovvisto, anche a causa di una programmazione che da questo punto di vista non è stata particolarmente lungimirante.

Eppure, come detto, anche sul fronte dei cammini la Sicilia ha un grande patrimonio da “vendere”. Attualmente sono quattro i percorsi che gli appassionati di questo settore possono trovare nell’Isola: la Magna via Francigena, la via Francigena Normanna, la via Francigena Fabaria e la via Francigena Mazarense.

La prima viene definita “una via antica per passi moderni”, fatta di “storie di sorrisi e di fatica, cavalieri, pastori e mercanti che attraversano la Sicilia più vera e più antica: nove giorni e 183 km, dalla Conca d’oro di Palermo alle Valli sicane fino al mar Mediterraneo di Agrigento.

La regina tra le vie francigene di Sicilia viene invece considerata quella Normanna: venti giorni di montagna lungo le distese dell’Appennino siculo, tra Madonie, Nebrodi e Peloritani. Tra i parchi e le riserve orientate dell’Isola alla scoperta della via percorsa dai re normanni, dai pellegrini diretti in Terrasanta e dai viandanti moderni.

La via Francigena Fabaria è invece composta da un percorso principale e tre possibili varianti per esplorare il mito e la storia normanna nella cuspide orientale della Sicilia. Due settimane e circa 300 km per collegare l’antica Girgenti con Catania e l’alta valle del Simeto. Una camminata lungo la via dell’acqua e della lava.

Infine, la via Mazarese che unisce la passione per la cultura classica, le testimonianze normanne e l’amore per il vino, frutto della vite e del lavoro paziente dell’uomo. Quattordici giorni di passi tra mare e terra, tra siti archeologici e cantine vitivinicole, in mezzo a castelli e borghi della parte occidentale siciliana.

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