Dal lockdown alla riapertura delle strutture, albergatori a confronto raccontano le loro esperienze. “Pochi aiuti ricevuti dallo Stato. Il rincaro delle bollette non aiuta la nostra ripartenza”
Con la fine dello stato d’emergenza legato alla pandemia, non è finito il periodo di crisi degli operatori del settore turistico-alberghiero. Pochi aiuti ricevuti dallo Stato durante il periodo pandemico ed una situazione abbastanza gravosa, quella attuale, dovuta all’aumento dei costi dell’energia elettrica e delle materie prime stanno portando i gestori ed i proprietari delle strutture a dover effettuare delle scelte mai intraprese fino a questo momento.
In esclusiva per il Quotidiano di Sicilia, Grazia Romano, proprietaria di una struttura ricettiva nella città di Catania. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Gli ultimi due anni sono stati due pagine da dimenticare che non possiamo, ahimè, riscrivere. Hanno rappresentato il crollo del turismo ed il nostro settore ha subito in pieno l’effetto della pandemia. Le strutture che sono rimaste aperte, come la nostra, l’hanno fatto attraverso tantissimi sacrifici con una gestione diretta.
Noi avevamo 25 dipendenti ed abbiamo continuato a gestire l’azienda praticamente in famiglia per continuare a dare un servizio ai clienti abituali ed a chi viaggiava per motivi di lavoro o di salute. Come tutte le imprese italiane, abbiamo beneficiato del decreto ristori che però si è rilevato un decreto generico e non cucito addosso agli albergatori.
Essendo, la nostra, una categoria di imprenditori colpiti in maniera diretta e continuativa dal fenomeno pandemico, avremmo preferito che si studiasse un decreto adatto a noi. Come struttura, abbiamo deciso la scorsa estate di aderire al Bonus Vacanza.
La valutazione finale realizzata dagli operatori del settore, però, non è stata del tutto positiva.
E’ stata una misura che in un momento di estrema crisi di liquidità delle nostre imprese non rappresentava un introito ma soltanto un buono da poter utilizzare durante il pagamento delle tasse. Avendo deciso di accettarlo, è stato un fenomeno innovativo che comunque ci ha appagato e che è stato molto gradito dal turismo domestico, che ha risposto in maniera positiva.
“Nell’estate 2020, abbiamo per lo più lavorato con il Bonus Vacanza”
Le nostre attività sono delle grandi case pertanto il fenomeno degli aumenti dell’energia elettrica e delle utenze in generale lo stiamo subendo in maniera importante. Il turismo è fatto anche di programmazione, pertanto i contratti con i tour operator si firmano un anno prima. Lo scorso anno, non avevamo idea di poter vivere una fase del genere durante questa primavera, dunque, per i contratti già congelati e firmati un anno fa non abbiamo avuto alcuna possibilità di rivederli. Per quanto riguarda la clientela individuale, invece, stiamo rivedendo un po’ i prezzi rimanendo però competitivi su un mercato globale. Nel periodo pre-pandemia, la città di Catania, era una meta che viveva per circa l’80% di turismo straniero nel periodo di Primavera/Estate.
“Negli ultimi due anni, invece, la traccia di turismo è stata solamente domestico”
Nei primi mesi di quest’anno, abbiamo iniziato a registrare una serie di timide prenotazioni anche da parte del turismo straniero e ci auguriamo, dunque, che sia una stagione estiva fatta anche e soprattutto di turismo oltre alpi. Alle istituzioni chiedo di poter mettere le aziende in condizioni di navigarsi fuori da questo bruttissimo periodo. Ci auguriamo, quindi, che ci sia veramente attenzione nei confronti delle aziende per quanto riguarda le utenze ed un ristoro realizzato ad hoc per il nostro settore.”
Vera Formica, responsabile commerciale di una struttura alberghiera con sede ad Acicastello
“Volendo definire gli ultimi due anni con una sola parola, gli definirei un incubo. Non avevamo dei precedenti in tal senso e non sapevamo come affrontare questa situazione che ci ha accolti veramente alla sprovvista. E’ stato un periodo pieno di paura e di ansia. Non dimenticherò mai la scena del 10 Marzo 2020 quando lo Stato italiano ha dichiarato il lockdown, con quella data, che ironia della sorte, segnava l’inizio della nostra stagione. Il 2020 era considerato un anno di rilancio per il mercato straniero ed italiano.
Nel giro di una settimana l’hotel si è completamente svuotato e c’era uno scenario mai visto in oltre vent’anni di servizio.
“E’ stato un periodo molto buio sia dal punto di vista professionale che psicologico”
Lo Stato ha aiutato i nostri dipendenti attraverso la cassa integrazioni e questo ci ha permesso in qualche modo di poter andare avanti in questi due anni senza licenziare. Per quanto riguarda la proprietà, invece, il governo ha dato soltanto un semplice aiutino.
In termini alberghieri, lo paragonerei ad un semplice aperitivo all’interno di un banchetto. Noi, per politiche aziendali non abbiamo aderito al Bonus Vacanza perché fin dall’inizio non c’abbiamo visto molto chiaro.
“Mi sono confrontata con altre strutture ricettive e devo dire che ho ricevuto feedback positivo soltanto dai villaggi turistici”
L’aumento delle materie prime ha già influito in modo negativo. Il costo delle bollette prima è maggiorato per tre volte rispetto al passato. Proprio nel momento in cui stavamo per vedere la luce in fondo al tunnel e toccavamo con mano un aumento di richieste e di prenotazioni abbiamo avuto un ulteriore stop come se il mondo si fosse fermato nuovamente. Fortunatamente, dopo qualche settimana, adesso si è ritornati ad una pseudo-normalità. Vediamo, però, ancora pochi turisti stranieri. Statisticamente è un turismo domestico e last-minute.
Alle istituzioni, sento di poter dire di ridimensionare questi rincari. Si fa veramente fatica a far fronte a queste bollette salatissime. Questo è l’intervento che ci aspettiamo in maniera immediata in quanto veniamo già da due anni di assoluta sofferenza.”
Antonio Licitra